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inedita energia Attilio Bertolucci - Eni

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aprile 1957 ⎡ I giocatori di carte<br />

Paul Cézanne<br />

Musée d’Orsay - Parigi ⎦<br />

La seconda metà del secolo scorso vede affermarsi le scuole artistiche,<br />

impressionismo in pittura, naturalismo e verismo in letteratura, che rompendo<br />

con le forme ormai fruste delle tradizioni classica e romantica, s’accostano<br />

agli uomini e alle cose direttamente e direttamente li rappresentano sulla tela e<br />

sulla pagina. Da Manet a Monet a Renoir a Degas è tutto un trionfo di colori, di<br />

luci e di ombre, per la prima volta colorate come nella realtà, in lode della vita nei<br />

suoi aspetti più incantevoli e fuggitivi.<br />

Fu una scoperta e un accrescimento di gran valore per l’arte, che però non poteva<br />

essere ridotta a una funzione puramente edonistica, di assaporamento cioè della<br />

bellezza e della gioia, senza seri pericoli di scadimento verso la superficialità.<br />

Ma, come accade sempre nei momenti vivi e vitali, entro l’impressionismo stesso<br />

c’erano le premesse di una evoluzione e di un approfondimento. Doveva toccare<br />

al provenzale Paul Cézanne di sentire drammaticamente questa esigenza e di portarla<br />

a risultati in sé grandiosi e di incalcolabile peso per il futuro.<br />

Formatosi nell’impressionismo e impadronitosi appieno dei suoi mezzi, Cézanne<br />

doveva ben presto isolarsi dalla vita parigina in cui gli altri pittori del suo tempo<br />

trovavano i succhi per la propria arte, e confinarsi nella sua terra solitaria con la<br />

mente e l’occhio volti ad andare oltre le apparenze, a estrarre l’intimo significato<br />

della realtà e a tradurlo in forme e colori di una potenza e di una gravità pari a<br />

quelle dei maestri antichi, da Giotto a Masaccio.<br />

Guardate questi Giocatori, che il grande artista ha dipinto circa nel 1892. È chiaro<br />

che sono ispirati dal vero, ma altrettanto chiaro, specie se messi a raffronto dell’u-<br />

manità colta istantaneamente dagli impressionisti contemporanei, che il pittore li<br />

ha ripensati e, per così dire, ricostruiti in una sintesi prima mentale, poi formale,<br />

poderosa, eterna. Si è detto, con frase felice ma un po’ sbrigativa, che “Cézanne fu<br />

il solidificatore dell’impressionismo”. La possiamo anche accettare, pur che non la<br />

limitiamo al fatto che in lui la realtà è espressa in volumi solidi e fermi mentre in<br />

Monet, mettiamo, è tutta tremula e vibrante.<br />

Il pulviscolo luminoso di Monet era l’espressione di una visione sensuale della vita<br />

che Cézanne non poteva accettare. La sua, come risulta dai Giocatori (pensate alla<br />

tentazione di fare l’aneddoto divertente con il tipo che bara, l’ingenuo che si lascia<br />

imbrogliare) è una visione della vita profondamente religiosa e sofferta. Con lui,<br />

come in altro modo con Van Gogh, Gauguin e Seurat, dei quali parleremo, la<br />

felice età dell’impressionismo entra in crisi, vengono gettati i semi della tormentata<br />

arte del nostro secolo.<br />

maggio 1957 ⎡ Lo scolaro<br />

Vincent Van Gogh<br />

Museu de Arte - San Paolo ⎦<br />

52 53<br />

i<br />

Un recente film americano, Brama di vivere, ha popolarizzato<br />

Van Gogh come nessun altro dei maestri, dei pionieri, che hanno aperto la strada<br />

all’arte nuova. La vita tormentata del pittore olandese, nato a Groot-Zundert nel<br />

1853 e uccisosi in Francia con un colpo di rivoltella nel 1890, si prestava esemplarmente<br />

a divulgare in maniera accessibile a tutti il dramma del creatore nel<br />

mondo moderno. Ma il racconto cinematografico ha esigenze di spettacolo cui

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