inedita energia Attilio Bertolucci - Eni
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novembre 1958<br />
⎡ Senecio<br />
Paul Klee<br />
Kunstmuseum - Basilea ⎦<br />
Se Picasso, spingendo oltre la ricerca formale di Cézanne,<br />
tortura e infrange una tradizione figurativa millenaria, Paul Klee addirittura la<br />
nega, ricominciando daccapo.<br />
Nato nel 1879 a Berna, a Berna muore nel 1942, dopo aver soggiornato a lungo<br />
nella Germania pre-hitleriana, dove fra il 1920 e il 1930 con Kandinskij e Mondrian,<br />
pittori come lui, contribuisce in maniera decisiva alla nascita dell’architettura<br />
dalla quale è stato trasformato l’aspetto delle città in cui viviamo. Sono stati detti,<br />
Klee, Kandinskij e Mondrian, i re magi dell’astrattismo: ammesso, si capisce, che<br />
l’astrattismo stesso possa venir considerato un dono per noi.<br />
Ma, senza entrare in un discorso che vorrebbe ben altro spazio, possiamo dir subito<br />
che è improprio chiamar Klee astrattista. Artista singolare sì, anzi singolarissimo, ma<br />
concreto quanti mai ve ne furono. Egli, come abbiamo detto prima, rifiuta di servirsi<br />
della grammatica e della sintassi elaborate in tanti secoli d’arte occidentale: egli cioè,<br />
dopo averle ben studiate, intendiamoci, si libera delle nozioni di anatomia, di prospettiva,<br />
di chiaroscuro, e si rifà dal principio. Come un bambino ritrova le forme e i<br />
colori semplici e assoluti, e inventa, instancabile e puro come un bambino, appunto,<br />
che sia stato lasciato solo e voglia consolarsi ricostruendo il mondo a modo suo.<br />
È lecito – si dirà – far questo? Tale dubbio ha un fondamento, certo, ma tutta l’opera<br />
di Klee sta lì a dimostrare che, per eccezione, la cosa è stata non soltanto lecita, ma<br />
tale veramente da rinverginare e ridare freschezza e forza, espressività e commozione,<br />
a un’arte, la pittura, che sembrava aver detto tutto, esaurendosi per sempre.<br />
Si chiama Senecio il tipo che vi sta davanti nella riproduzione a colori (il quadro<br />
invece è conservato gelosamente nel Kunstmuseum di Basilea): e ci pare indubbio<br />
che sia un volto umano, anche se ottenuto facendo ruotare una sorta di compasso<br />
imperfetto e nel cerchio così ottenuto includendo due palline in funzione di<br />
occhi, una riga storta invece di naso, un quadratino figurante la bocca. Il tutto poi<br />
dando da sorreggere a un collo e a delle spalle non meno approssimativi, infantilmente<br />
geometrici. E come se non bastasse macchiando qua e là di giallo e di rosa,<br />
di rosso e di blu e di viola.<br />
A questo punto che voto gli dareste a questo cattivo scolaro che si diverte a scarabocchiare<br />
carte, tele, tavolette, qualsiasi cosa gli capiti sotto mano? Uno zero,<br />
forse. Eppure questo quadro, che è del 1922, assolve, come nessun altro del nostro<br />
tempo, al compito primo del ritratto: dare, per mezzo di linee e di colori, il volto<br />
e l’anima dell’uomo. È un uomo, quello di Klee, che ha perduto non soltanto<br />
i paramenti, ma la fierezza che poteva avere, poniamo, l’uomo del Tiziano; un<br />
uomo che non ha più neppure la dignità torturata che aveva l’uomo di Cézanne.<br />
È l’anonimo uomo, il piccolo uomo del nostro tempo, un po’ buffo e un po’ triste,<br />
l’uno e l’altra cosa mischiate come lo sono i colori incerti eppure, anzi proprio per<br />
questa incertezza così nuovi, freschi, poetici, di Paul Klee.<br />
dicembre 1958<br />
⎡ Paesaggio con architetture<br />
da Boscoreale<br />
Museo Archeologico Nazionale - Napoli ⎦<br />
120 121<br />
i<br />
La pittura di paesaggio, come genere a sé stante, viene tardi<br />
nella storia dell’arte: nel Seicento all’incirca, e la sua nascita si accompagna a quella