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inedita energia Attilio Bertolucci - Eni

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scelta grafica ed editoriale del rotocalco fu agile e moderna, il titolo «estroso e<br />

apparentemente enigmatico», consigliato dal poeta, apparve assai «allegro e di<br />

bel suono», allusivo com’era sia ai pozzi petroliferi sia ai ricercatori di petrolio,<br />

uomini «avventurosi e avventurieri». “Il Gatto Selvatico” piacque molto<br />

a Mattei e ospitò in ogni numero un disegno di Maccari, un vero e proprio<br />

editoriale ironico e graffiante su fatti di costume. Si realizzava così pienamente<br />

l’antico progetto bertolucciano di un giornale culturale: rubriche importanti e<br />

impegnate, non «brodetti, ma succhi d’informazione»; settori di cultura affidati<br />

a penne competenti e valide; documentazione sicura dei fatti del presente e della<br />

realtà viva, industriale e non; attenzione ad un pubblico vero.<br />

Così, se il rotocalco doveva avere un buon numero di pagine destinate alle attività<br />

di <strong>Eni</strong>, agli sviluppi della ricerca e dell’espansione in Africa e in Medio Oriente,<br />

agli accordi internazionali, alle prospettive in campo energetico e alle notizie<br />

aziendali, molto spazio fu via via riservato agli argomenti di attualità e d’informazione,<br />

alle «aperture interessanti sulla vita e sul mondo». Particolare fu l’attenzione<br />

pedagogica verso il lettore, che, non solo era invitato a partecipare negli spazi di<br />

svago o di scrittura creativa, di cucina o di moda o di sport, ma era guidato verso<br />

scelte letterarie di alta qualità, grazie alla penna di scrittori e poeti (da Gadda<br />

a Caproni, Comisso, Bassani, da Gatto a Cassola e La Capria, per fare qualche<br />

nome), a rubriche fisse dedicate a libri, al cinema, alla lingua italiana, e grazie a<br />

incursioni nel territorio della letteratura classica e moderna anche straniera (Proust<br />

nel maggio 1956 o Eliot nel dicembre 1957).<br />

È all’interno di questa grande proposta culturale, «piacevole e istruttiva», che<br />

nascono le controcopertine d’arte. <strong>Attilio</strong> <strong>Bertolucci</strong> le ricordava con malcelato<br />

orgoglio:<br />

«Sempre la prima pagina era dedicata a qualche<br />

attività aziendale: ad un’inaugurazione, ad un<br />

evento del Gruppo. Nell’ultima – e questa è stata<br />

un po’ una mia trovata, visto che era disponibile il<br />

colore – è iniziata una interminabile storia dell’arte<br />

divisa per generi e scuole, che ha avuto molto<br />

successo. Tanto che l’Associazione per la libertà<br />

della cultura fondata da Silone, mi aveva chiesto<br />

di poterne ricavare dei volumetti che avrebbe poi<br />

fatto diffondere. Potevano essere un avvio a una<br />

storia dell’arte molto piacevole e non pedante.<br />

Il che dimostra come questo giornale entrasse<br />

anche in case come quella di un famoso scrittore<br />

e quanto potesse essere apprezzato».<br />

E finalmente, quello che è stato a lungo e più<br />

volte comunicato a chi scrive, il desiderio di veder<br />

pubblicate le pagine d’arte del “Gatto Selvatico”,<br />

trova ora vita rinnovata.<br />

6 7<br />

i<br />

<strong>Attilio</strong> <strong>Bertolucci</strong> mentre prepara<br />

la lezione in classe al liceo Virgilio.<br />

Roma, 1951<br />

<strong>Attilio</strong> <strong>Bertolucci</strong> si è sempre considerato, nelle conversazioni<br />

e negli scritti, allievo di un connaisseur e storico dell’arte di eccezionale valore,<br />

Roberto Longhi. E certamente da lui apprese lo sguardo acuto del conoscitore,<br />

imparò a penetrare i segreti del laboratorio dell’artista, quasi per riprodurre con

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