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inedita energia Attilio Bertolucci - Eni

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febbraio 1961 ⎡ Cacciatori nella neve<br />

Pieter Bruegel il Vecchio<br />

Kunsthistorisches Museum - Vienna ⎦<br />

Il più sorprendente forse, il più attuale pittore della sorprendente<br />

e attuale, anche se lontana negli anni, scuola fiamminga, è Pieter Bruegel (1525-<br />

1569), comunemente conosciuto sotto il nome di Bruegel il Vecchio: la sua<br />

famiglia infatti conta altri pittori assai notevoli, seppure nessuno che gli possa stare<br />

vicino. La sua qualità più singolare è il rapporto diretto e profondo con la natura<br />

e con gli uomini della terra in cui è nato.<br />

Vissuto in pieno Rinascimento, e sia pure entro una civiltà un po’ eccentrica<br />

rispetto all’Italia, del Rinascimento culla indiscussa, Bruegel non soggiace<br />

minimamente al fascino di quella idealizzazione che, giustificata nei sommi come<br />

Raffaello e Michelangelo, aveva in sé i pericoli della maniera e dell’accademismo.<br />

Il nostro artista non rifiuta le conquiste che l’arte ha fatto nel suo secolo, ma non se<br />

ne lascia neppure dominare, servendosene con tranquilla ma assoluta padronanza.<br />

Già i suoi soggetti, ben di rado di carattere ufficiale e celebrativo, significano<br />

molto, nella loro aderenza alla realtà. Si tratta di feste paesane, di proverbi<br />

figurati, di stagioni dell’anno, insomma di un materiale molto legato alla vita del<br />

popolo da cui egli viene e dal quale egli non si distacca mai, ricavandone umori<br />

e succhi ricchissimi per la sua fantasia. Così, messo a raffronto con i pittori più<br />

rappresentativi del suo secolo, che sono, come abbiamo visto, volti a ottenere<br />

l’essenza sublime della realtà, egli sembra a un tempo più antico e più nuovo, più<br />

simile agli artisti dell’ultimo Medioevo, scrupolosi osservatori del vero, e a quelli,<br />

mettiamo, dell’Ottocento, di nuovo portati a stare vicini all’umile, al quotidiano.<br />

Eppure non c’è niente di più fantastico e lirico, per esempio, dei paesaggi di Pieter<br />

Bruegel. Guardate questo che, dipinto nel 1565, sta al Museo di Storia dell’Arte di<br />

Vienna. Il titolo, non sappiamo bene se originale o dato più tardi, è Cacciatori nella<br />

neve; qualcuno lo chiama L’inverno. Non ha molta importanza, quel che è certo è che,<br />

ammesso pure che il soggetto principale del quadro sia la raffigurazione di cacciatori<br />

che tornano stanchi verso casa, il tema profondo dell’opera è la vita dell’uomo, non<br />

sentita allegoricamente, ma data con una verità incredibile, guardando con occhio<br />

limpido l’ora di un giorno qualsiasi nella sua luce irripetibile. Non si finirebbe mai di<br />

guardarlo questo paese nevoso e aperto nel quale non sta accadendo nulla di speciale:<br />

cacciatori camminano seguiti da cani, contadini lavorano attorno a un fuoco, altra<br />

gente si muove più lontana, altra lontanissima pattina sul ghiaccio mentre un uccello<br />

si stacca dai rami nudi, altri stanno fermi sui rami stessi che ancora orlano una neve<br />

fresca. La composizione non ha nulla di preordinato, è tagliata in modo che noi<br />

possiamo cogliere un’inquadratura essenziale, ma non l’unica. Si fosse spostato a<br />

destra o a sinistra, col suo obiettivo supremo, il pittore ci avrebbe dato altrettanta<br />

verità e altrettanta poesia: c’è sì equilibrio, ma senza simmetria, un equilibrio<br />

ottenuto con una naturalezza che ha qualcosa di magico. E non è un tale risultato il<br />

più alto che un artista possa ottenere?<br />

aprile 1961 ⎡ La nave dei folli<br />

Hieronymus Bosch<br />

Musée du Louvre - Parigi ⎦<br />

72 73<br />

i<br />

All’inizio la differenza fra pittura (e civiltà) fiamminga e pittura<br />

(e civiltà) olandese non è rilevante. Poi, e possiamo precisare, nel Seicento, la più

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