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Imp. 4 Luglio-Agosto 2003 - FIGC Settore Tecnico Coverciano

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SCUOLA<br />

ALLENATORI<br />

PREPARAZIONE FISICA<br />

LE ESERCITAZIONI SPECIALI PER LO<br />

SVILUPPO DELLA POTENZA AEROBICA<br />

di Anastasio Di Renzo*<br />

INTRODUZIONE<br />

I<br />

In occasione del convegno AIPAC del 2002 ebbi l’onore<br />

di scambiare due chiacchiere con il professor<br />

Roberto Sassi al quale poi chiesi un autografo sul<br />

suo libro che io avevo appena acquistato e la dedica<br />

diceva proprio così:”a Maurizio, la strada è lunga<br />

e dura ma non mollare”-Roberto Sassi-. Posso<br />

dire con molta sincerità che non avevo mai dubitato<br />

delle difficoltà che avrei incontrato intraprendendo questo lavoro,<br />

ma la cosa che più mi ha sorpreso è che noi, comuni preparatori<br />

atletici, non appena riusciamo ad apprendere una nuova<br />

nozione di metodologia d’allenamento veniamo a conoscenza<br />

che tale nuova e moderna strategia è stata messa in discussione<br />

da altri scienziati che comunque lavorano per noi. Tutto<br />

questo è sicuramente molto stimolante e coinvolgente ma sul<br />

campo c’è poco tempo per riflettere sulle tante verità, in quanto<br />

i nostri calciatori potrebbero dubitare della nostra professionalità<br />

qualora esitassimo a proporre un’esercitazione se non fossimo<br />

pienamente convinti della efficacia della stessa. E allora subito a<br />

lavoro perchè è di nuovo martedi e di tempo a disposizione c’è<br />

ne veramente poco.<br />

Tra i vari obiettivi ancora perseguibili da tutte le squadre di calcio,<br />

siano esse diletttistiche o professionistiche, c’è quello del primato<br />

e, tra i mezzi di allenamento usati per tendere o avvicinarsi<br />

ad esso, compare ancora quello stimolante la massima potenza<br />

aerobica.<br />

Nella mia brevissima esperienza,tra l’altro molto empirica e poco<br />

scientifica, ho sempre ricercato il modo migliore per allenare il<br />

calciatore affinchè potesse mantenere alta l’intensitàdi gioco durante<br />

la gara. È vero che la resistenza non è determinante per la<br />

prestazione ma è anche vero che le azioni ad altà intensità, che<br />

spesso determinano la prestazione, sono immerse in una situazione<br />

più ampia che potrebbe anche definire il gioco del calcio co-<br />

me uno sport di resistenza; soprattutto se si pensa che questa capacità<br />

potrebbe essere utile a preservare quelle che sono le energie<br />

richieste nelle espressioni motorie determinanti la prestazione.<br />

Chiediamoci perchè i primi 20’ di una gara sono così intensi<br />

da non credere che i nostri calciatori possano comunque essere<br />

così forti da sostenere certi ritmi e perchè nella seconda parte di<br />

un tempo di gioco assistiamo ad calo d’intensità? E ancora:perchè<br />

alcuni giocatori alternano fasi di gioco vertiginose e nei 5’<br />

successivi tendono a “nascondersi” affinchè possano recuperare<br />

lo sforzo precedente? Perchè si continua ad esasperare in laboratorio<br />

l’aspetto metabolico tipico del nostro sport e non ci preoccupiamo<br />

di scendere in campo e di analizzare i tanti fattori che<br />

potrebbero essere determinanti la prestazione?<br />

Spesso ci si dimentica che il gioco del calcio non è esaltazione del<br />

singolo ma un gioco di squadra dove organizzazione e obiettivo<br />

comune sono i fattori che spesso si rivelano determinanti per la<br />

prestazione.<br />

Le domande alle quali io vorrei rispondere sono tante ma ciò non<br />

mi toglie la voglia di continuare a lavorare nel calcio, in questo<br />

mondo dove è necessario che i tecnici talvolta si spoglino del loro<br />

gusto di dover dimostrare a tutti i costi e si mettano a servizio<br />

di un gruppo di calciatori che possano, con i fatti, dimostrare di<br />

aver avuto una guida senza la quale il successo ottenuto sarebbe<br />

rimasto solo una traguardo irrangiungibile.<br />

Il tecnico, quindi, è una guida della squadra e il preparatore fisico<br />

un collaboratore del tecnico che con le sue conoscenze scientifiche,<br />

deve essere utile allo staff nel perseguimento degli obiettivi<br />

prefissati, valutando anche con buon senso i limiti e le possibilitàdi<br />

impiego di strategie scientifiche ed empiriche senza mai<br />

dimenticare che nel calcio non esistono nozioni certe e di validità<br />

assoluta. Il preparatore fisico deve essere guida dei calciatori in<br />

*Tesi di fine studio del Corso Preparatori Atletici 2002/<strong>2003</strong>.<br />

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