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Imp. 4 Luglio-Agosto 2003 - FIGC Settore Tecnico Coverciano

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elettromiografico del tibiale anteriore, del<br />

tibiale posteriore, del peroneo lungo, del<br />

peroneo breve, e del flessore lungo delle<br />

dita. I risultati rivelarono un decremento<br />

statisticamente significativo del tempo di<br />

latenza del tibiale anteriore in entrambi i<br />

gruppi, sperimentale (da 67.6 ± 20.3 a<br />

51.7 ±17.6) e di controllo (da 65.5± 9.8 a<br />

53.8 ± 23.7).<br />

Queste scoperte indicano che, dopo un<br />

allenamento propriocettivo di 8 settimane,<br />

in esiti di trauma distorsivo, con tavola<br />

propriocettiva vi è un decremento del<br />

tempo di latenza delle risposte recettori<br />

muscolari.<br />

Anche Benesch, Putz et al., in un studio<br />

sperimentale, esaminarono il tempo di<br />

reazione peroneale dopo inversione,<br />

improvvisa della caviglia. La sperimentazione<br />

fu effettuata, attraverso un’indagine<br />

elettromiografica di superfice.<br />

Gli elettrodi furono così posizionati:<br />

1. sul tibiale anteriore a 8 cm sotto la<br />

tuberosità tibiale e a 3 cm dal bordo<br />

laterale della tibia;<br />

2. sul peroneo lungo approssimativamente<br />

a 8 cm sotto la testa del perone;<br />

3. sul peroneo breve a 5 cm sopra il malleolo<br />

laterale appena, posteriormente al<br />

tendine del peroneo lungo.<br />

Nel confronto tra pazienti con caviglie sane<br />

e caviglie instabili, fu riscontrato un maggior<br />

tempo di reazione, statisticamente<br />

significativo, del peroneo lungo per il gruppo<br />

delle instabilità tibio-tarsiche rispetto al<br />

gruppo di controllo. I cattivi tempi di reazione,<br />

per quanto riguarda il peroneo lungo,<br />

peroneo breve, e tibiale anteriore dopo<br />

inversione, improvvisa e simulata di caviglia,<br />

sono, comunque, in conformità col<br />

risultato di altri studi presenti in letteratura.<br />

Da evidenziare ulteriormente che il tibiale<br />

anteriore ha un tempo di reazione più<br />

lungo, se questo è comparato con muscoli<br />

peroneali. Questo è dovuto al fatto che il<br />

tibiale anteriore non è direttamente coinvolto<br />

nel movimento di inversione.<br />

La comparizione del tempo di reazione tra<br />

pre e post – training, evidenziò, un prolungamento<br />

significativo nel gruppo sperimentale,<br />

di 3 ms per il peroneo lungo e<br />

breve. Si evidenziò, tra l’altro, che il tempo<br />

di latenza medio del peroneo breve era di<br />

66 ms e del peroneo lungo di 63 ms . Un<br />

aumento del tempo di reazione fu causato,<br />

per il peroniero breve e lungo, dalla<br />

fatica neuromuscolare. Gli autori evidenziarono,<br />

inoltre, un calo in termini di durata<br />

della risposta neuromuscolare se il<br />

piede era posizionato a 15 gradi di flessione<br />

plantare. Nessuna differenza fu rilevata<br />

tra uomini e donne.<br />

Infine, un recente studio sperimentale di<br />

Lipke e Tannheimer su un gruppo di 120<br />

soggetti sani, ha testato l’influenza e la<br />

correlazione tra i dati antropometrici ed<br />

anagrafici e il tempo di reazione peroneale.<br />

Attraverso elettrodi di superficie, fu<br />

registrata l’attività muscolare dei peronieri<br />

dopo un’inversione improvvisa effettuata<br />

su una piattaforma instabile. I risultati,<br />

finali evidenziarono, che con l’aumento<br />

dell’età anagrafica, si verificava una diminuzione,<br />

fisiologica, significativa del<br />

tempo di reazione peroneale.<br />

CONCLUSIONI<br />

Le lesioni capsulo legamentose della tibiotarsica<br />

rimangono l’evento lesivo più fre-<br />

quente nelle attività sportive. Spesso l’insufficiente<br />

trattamento terapeutico-riabilitativo<br />

sfocia, in importanti percentuali di<br />

deficit a carico degli eversori (peroneo<br />

lungo e breve) ed inversori (tibiale posteriore,<br />

e anteriore) della caviglia e in consequenziali<br />

instabilità croniche, estremamente<br />

invalidanti soprattutto per gli sport<br />

di salto e di cutting.<br />

Il recupero della forza, in tutte le sue<br />

diversificate sfaccettature di tutti i distretti<br />

muscolari, dell’arto inferiore interessato,<br />

la diminuzione del tempo di latenza e di<br />

attivazione delle risposte dei peronieri<br />

lungo e breve, rimangono gli obbiettivi<br />

primari, da raggiungere prima del ritorno<br />

alla piena attività sportiva agonistica.<br />

La riprogrammazione neuromotoria e il<br />

controllo neuromuscolare, risultano determinanti,<br />

come ormai noto, sia nella fase<br />

post traumatica che in quella preventiva.<br />

Entrando nella strutturazione e programmazione<br />

dell’allenamento specifico è utile<br />

proporre, secondo la nostra esperienza,<br />

training propriocettivi/coordinativi ad<br />

intensità e a difficoltà crescenti. Questo<br />

obiettivo, può essere conseguito attraverso<br />

un “multi-station proprioceptive exercise”<br />

proposto in relazione alla gestualità,<br />

tecnico, tattica, atletica specifica, semplice<br />

e complessa di ogni singolo sport.<br />

Concludendo possiamo sposare alcuni<br />

concetti di Tabachnik e Brunner “…il<br />

tempo di reazione dipende dal numero di<br />

alternative possibili” durante il gioco, la<br />

gara. Più è difficile la scelta, più è lungo il<br />

tempo di reazione, man mano che l’atleta<br />

migliora le abilità tecniche il tempo necessario<br />

a ricevere e processare gli stimoli<br />

diventa più breve”.<br />

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