Imp. 4 Luglio-Agosto 2003 - FIGC Settore Tecnico Coverciano
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32<br />
INTRODUZIONE<br />
I<br />
traumi distorsivi dell’articolazione<br />
tibio tarsica, rappresentano<br />
circa il 49% sul totale<br />
delle lesioni traumatiche<br />
negli sport di squadra.<br />
Il meccanismo di lesione primario,<br />
in assoluto, è in inversione,<br />
(90%, del totale): flessione plantare<br />
della tibio-tarsica, varismo sottoastragalico,<br />
flessione interna mediotarsica.<br />
Il legamento peroneo astragalico anteriore<br />
è nell’80% dei casi, quello più colpito.<br />
Diversi studi recenti confermano che l’entità<br />
delle lesioni, non sono relative allo<br />
standard di competizione, cioè sesso, età,<br />
altezza, numero delle partite giocate per<br />
settimana, ma alla quantità degli allenamenti<br />
sostenuti. La severità, la frequenza e<br />
durata della lesione influenzano il tempo<br />
di recupero clinico, funzionale e atletico<br />
del giocatore.<br />
Il trattamento è in relazione all’entità dell’evento<br />
traumatico. In genere rimane conservativo<br />
e il protocollo prevede varie<br />
forme di immobilizzazione funzionale<br />
(tutore ortopedico dinamico, taping, ecc)<br />
per proteggere l’articolazione da ulteriori<br />
stress in inversione, che porterebbero a<br />
delle instabilità croniche, permettendo<br />
contemporaneamente di mantenere un<br />
SEZIONE MEDICA<br />
RIABILITAZIONE<br />
IL CONTROLLO NEUROMUSCOLARE DELLA<br />
CAVIGLIA IN ESITI DI TRAUMA DISTORSIVO<br />
di Manzi V.*, D’Onofrio R.*, D’Ottavio S.*, Colli R.*, F.Cuzzolin**<br />
adeguato tono-trofismo senza abolire<br />
definitivamente gli stimoli propriocettivi.<br />
L’apparato capsulo – legamentoso svolge<br />
un ruolo meccanico, nel limitare i movimenti<br />
anomali, ed è supportato, nel controllo<br />
dell’articolazione, da numerosi<br />
recettori propriocettivi (corpuscoli di<br />
Ruffini, corpuscoli di pacini,terminazioni<br />
libere,organi di Golgi) che vengono stimolati<br />
con la loro messa in tensione<br />
Una compromissione dei meccanocettori<br />
implica una diminuzione del controllo<br />
automatico rivolto a regolare la coordinazione<br />
neuromuscolare. L’abolizione degli<br />
stimoli propriocettivi, si verifica per una<br />
crescente “deafferentazione” causata dell’immobilizzazione<br />
dell’articolazione,<br />
oppure per errori della comunicazione<br />
delle informazioni causate dall’evento<br />
lesivo che colpisce l’articolazione stessa .<br />
IL CONTROLLO NEUROMUSCOLARE<br />
Una buona stabilità meccanica ed un corretto<br />
controllo neuromuscolare della caviglia<br />
sono, dopo un trauma distorsivo della<br />
tibio-tarsica un importante fattore da perseguire,<br />
per consentire all’atleta un positivo<br />
ritorno allo sport, duraturo e senza recidive.<br />
La ricerca di entrambi gli aspetti,<br />
vanno considerati nel disegno progettuale<br />
di una pianificazione dell’allenamento. Un<br />
ritardo della durata della risposta neuromuscolare,<br />
può dar luogo ad un’instabilità<br />
dinamica dell’articolazione, con episodi<br />
distorsivi ricorrenti e un deterioramento<br />
del quadro anatomico.<br />
Il recupero degli equilibri del rapporto di<br />
forza inversori/eversori e la normalizzazione<br />
dell’attività muscolare dei flessori plantari<br />
e dorsali, risulta essere decisivo sia per<br />
la definitiva “restituzio ad integrum” , sia<br />
per la prevenzione delle recidive e delle<br />
instabilità dell’articolazione tibio-tarsica.<br />
Il monitoraggio e il training isocinetico,<br />
devono orientarsi sull’utilizzo di regimi di<br />
contrazione concentriche ed eccentriche<br />
dei muscoli eversori, inversori, flessori dorsali<br />
e plantari della caviglia. A tale proposito<br />
la letteratura riferisce una percentuale<br />
più rilevante dei traumi distorsivi ,della<br />
tibio-tarsica, in atleti sani, con deficit dei<br />
muscoli flessori dorsali.<br />
Munn e Beard (<strong>2003</strong>) hanno verificato,<br />
proprio attraverso un test isocinetico eseguito<br />
alle velocità angolari di 50° e<br />
120°/sec, che esistono deficit di forza<br />
eccentrica nelle instabilità di caviglia.<br />
In particolare evidenziarono che non esistono<br />
perdita di forza eccentrica a carico<br />
degli eversori, ma a carico degli inversori,<br />
*Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”<br />
**Benetton Basket -Treviso