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Monografia Capitolo II - Gli anni di studio a Parma - Ottavio de Carli

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D’altra parte altri aspetti ci inducono a consi<strong>de</strong>rare l’influenza su Franco Margola da parte <strong>de</strong>i tre insegnanti <strong>de</strong>l corso<br />

<strong>di</strong> composizione a <strong>Parma</strong> e cioè il loro comune atteggiamento <strong>di</strong> mo<strong>de</strong>razione, poco portato a scegliere soluzioni <strong>di</strong> rottura<br />

e ten<strong>de</strong>nte a conservare, pur nella mo<strong>de</strong>rnità, elementi <strong>de</strong>lla tra<strong>di</strong>zione tardo-romantica. Ancora una volta la partecipazione<br />

da parte <strong>di</strong> Guerrini all’appello espresso nel ‘manifesto <strong>de</strong>i Dieci’ è sintomatico <strong>di</strong> un modo <strong>di</strong> concepire la funzione e il<br />

linguaggio <strong>de</strong>ll’arte musicale, ma in tutti e tre i compositori è comunque evi<strong>de</strong>nte un aspetto <strong>di</strong> mo<strong>de</strong>razione linguistica ed<br />

espressiva che non poteva non influenzare il giovane Margola. Atteggiamenti tardo-romantici si trovano nel più giovane<br />

Longo, ma anche Jachino, che, come si è <strong>de</strong>tto, fu poi uno <strong>de</strong>i primi ad introdurre la tecnica do<strong>de</strong>cafonica in Italia,<br />

mantenne sempre “un’istintiva natura musicale romanticheggiante” 107 , un atteggiamento pru<strong>de</strong>nte e mai sfacciatamente<br />

rivoluzionario, né portato allo sperimentalismo fine a se stesso, che trovò poi pieno riscontro in quello mostrato da Franco<br />

Margola in ogni periodo <strong>de</strong>lla sua vita.<br />

Infine, un ultimo aspetto, non peculiare soltanto <strong>de</strong>i tre musicisti qui consi<strong>de</strong>rati ma certo ben presente nel loro modo<br />

<strong>di</strong> insegnare e <strong>di</strong> far musica, era il notevole magistero tecnico, la pre<strong>di</strong>lezione per costruzioni formali sempre controllate e<br />

mai totalmente istintive, l’atteggiamento sempre consapevole nella creazione musicale che, fra l’altro portava questi<br />

maestri ad avere un’alta consi<strong>de</strong>razione <strong>de</strong>i gran<strong>di</strong> musicisti <strong>de</strong>l passato. Grazie alla severa formazione ricevuta a Brescia,<br />

tutto questo doveva naturalmente trovare in Franco Margola piena corrispon<strong>de</strong>nza, ren<strong>de</strong>ndolo così un ottimo allievo 108 .<br />

Al termine <strong>de</strong>gli stu<strong>di</strong>, dunque, gli elementi essenziali <strong>de</strong>lla personalità artistica <strong>di</strong> Franco Margola erano già<br />

pienamente in<strong>di</strong>viduabili e riscontrabili poi effettivamente fino alle sue ultime composizioni: magistero tecnico, linguaggio<br />

mo<strong>de</strong>ratamente mo<strong>de</strong>rno, senso <strong>de</strong>lla forma, assenza <strong>di</strong> cerebralismo e <strong>di</strong> atteggiamenti <strong>de</strong>liberatamente provocatori,<br />

controllata espressività. Tutti aspetti riscontrabili fin dalle prime composizioni, che ci accingeremo ora a conoscere più da<br />

vicino.<br />

Le prime composizioni <strong>di</strong> Franco Margola<br />

La prima composizione <strong>di</strong> Franco Margola 109 a noi giunta è una Burlesca per pianoforte (dC 1) datata “Marzo 1928” e<br />

risalente quin<strong>di</strong> ai primi tempi <strong>de</strong>l soggiorno a <strong>Parma</strong>, quando ancora docente titolare <strong>de</strong>lla cattedra <strong>di</strong> composizione era<br />

Guido Guerrini.<br />

Musicalmente già maturo, come abbiamo <strong>de</strong>tto, per le passate esperienze <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o a Brescia, Margola già <strong>di</strong>mostra in<br />

questa piccola paginetta un piglio sicuro e <strong>de</strong>ciso, una ten<strong>de</strong>nza all’essenzialità <strong>de</strong>l <strong>di</strong>scorso che non lascia dubbi sulla<br />

presenza <strong>di</strong> un carattere davvero spiccato.<br />

Il fatto stesso <strong>di</strong> cimentarsi con una burlesca, genere non certo nuovo ma nemmeno troppo sfruttato nel repertorio<br />

pianistico 110 , <strong>de</strong>nota il <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rio <strong>di</strong> esprimere liberamente il proprio estro creativo, senza ricalcare schemi e forme che<br />

composto Fry<strong>de</strong>ryk Chopin se fosse nato a Parigi. Nel caso <strong>di</strong> Margola e <strong>di</strong> tutti i musicisti italiani suoi contemporanei, naturalmente, un superamento<br />

<strong>de</strong>i ristretti orizzonti locali era <strong>di</strong> vitale importanza e proprio l’aspetto che ne stu<strong>di</strong> le occasioni e le possibilità andrebbe tenuto in <strong>de</strong>bita<br />

consi<strong>de</strong>razione: certamente, ad esempio, il fatto che Goffredo Petrassi fosse uno <strong>de</strong>i musicisti più all’avanguar<strong>di</strong>a <strong>de</strong>l suo tempo è dovuto non solo alle<br />

sue personali capacità e alla sua intelligenza, ma anche in buona parte al grado <strong>di</strong> apertura <strong>de</strong>i suoi orizzonti culturali al momento <strong>de</strong>lla sua<br />

formazione, per la quale non a caso fu ritenuta <strong>di</strong> fondamentale importanza la sua attività a Roma come commesso nel negozio <strong>di</strong> musica situato<br />

dapprima in via <strong>de</strong>lla Stelletta, poi trasferito in via <strong>de</strong>l Corso, o l’ascolto <strong>di</strong> concerti all’Augusteo, al Teatro Costanzi o al Teatro <strong>de</strong>ll’In<strong>di</strong>pen<strong>de</strong>nte,<br />

dove si eseguiva la musica più interessante <strong>de</strong>i compositori <strong>di</strong> maggior spicco, non solo italiani, ma anche stranieri (cfr. Petrassi, pp. 6-12).<br />

107<br />

Cfr. p. 48.<br />

108<br />

Riportiamo, a conferma <strong>de</strong>l buon ren<strong>di</strong>mento scolastico <strong>de</strong>ll’alunno, il testo <strong>de</strong>l <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> licenza normale rilasciato dal Regio Conservatorio <strong>di</strong><br />

musica ‘Arrigo Boito’ <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>: “Visti gli art. 188-190-219-220-222 <strong>de</strong>l Reg. generale per l’applicazione <strong>de</strong>lla legge 6 luglio 1912 N. 734 sugli Istituti<br />

<strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Musica e d’arte drammatica. / Visti i verbali <strong>de</strong>gli esami <strong>di</strong> Licenza <strong>di</strong> grado normale per l’anno scolastico 1929-30 / SI RILASCIA /<br />

all’alunno Margola Francesco <strong>di</strong> Alfredo / nato a Orzinuovi il 30 Novembre [sic!] 1908 / il presente DIPLOMA DI LICENZA NORMALE e <strong>di</strong> promoz<br />

53<br />

ne al<br />

Corso Sup. re / (Corso principale <strong>di</strong> Composizione) / Votazioni conseguite in ciascuna prova d’esame nella materia principale<br />

prova a) = Fuga a quattro voci su tema dato punti Dieci Me<strong>di</strong>a<br />

“ b) = Romanza senza parole su tema dato “ Nove } Nove e 50/100<br />

Votazioni conseguite negli esami <strong>di</strong> licenza dalle materie complementari, tecniche e letterarie obbligatorie durante il corso normale<br />

Pianoforte (anno scol. 1927-28)punti Dieci<br />

Solfeggio ⎫<br />

Violino ⎪<br />

Italiano ⎬ <strong>di</strong>spensato dagli esami per avere presentato i titoli equipollenti<br />

Storia ⎪<br />

Geografia ⎭<br />

<strong>Parma</strong>, 1° luglio 1930 - V<strong>II</strong>I. Pagata tassa <strong>di</strong>plomi £. 25,10 - Boll. N° 7 in data 10-7-930 / Il Segretario [firma] Montagna / Il Direttore [firma] Luigi<br />

Ferrari Trecate”.<br />

109<br />

Per ogni <strong>de</strong>ttagliata notizia sulle composizioni <strong>di</strong> Franco Margola si rimanda alle sche<strong>de</strong> relative nella sezione <strong>de</strong>l catalogo che costituisce la seconda<br />

parte <strong>de</strong>l presente lavoro.<br />

110<br />

Sebbene un tal genere <strong>di</strong> composizione potesse vantare origini almeno settecentesche (si pensi ai pezzi <strong>di</strong> François Couperin composti “dans le goût<br />

burlesque”, come Le gaillard-boiteux, dal XV<strong>II</strong>I e Ordre, o Les satires, dal XX<strong>II</strong>I e Ordre, o si pensi alla Burlesca inclusa nella Terza Partita per<br />

cembalo solo in la minore BWV 827 <strong>di</strong> Johann Sebastian Bach), la burlesca non riscosse molta fortuna nel repertorio pianistico né in quello musicale<br />

in genere; tanto che, ad esempio, essa non viene neppure citata nell’elenco <strong>de</strong>lle “Composizioni pianistiche” contenuto in FINIZIO, Luigi. Quello che<br />

ogni pianista <strong>de</strong>ve sapere, cit., pp. 167-196, piccolo <strong>di</strong>zionario che pure contiene più <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> voci. Forse la ragione <strong>di</strong> questo insuccesso sta<br />

nel fatto che l’Ottocento consi<strong>de</strong>rava il fatto artistico troppo seriamente per potersene, appunto, ‘burlare’ (pochi sono gli esempi in proposito e citiamo

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