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Monografia Capitolo II - Gli anni di studio a Parma - Ottavio de Carli

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più il caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere se il nuovo fenomeno sia stato un bene o un male; esso ci appare come un fatto compiuto [...]” 225 .<br />

Es. 14: Franco Margola, Quintetto per archi e pianoforte (dC 17), <strong>II</strong>I mov., batt. 66-68.<br />

La composizione, in ogni caso, riscosse ottimi consensi da parte <strong>de</strong>lla critica, che la <strong>de</strong>finì “austeramente severa, d’una<br />

bellezza composta e quasi classica” 226 , “improntata a mo<strong>de</strong>rna ma non vuota sensibilità, avvalorata da calore <strong>di</strong>scorsivo su<br />

sfondo impressionistico” 227 , “gettata con polso vigoroso, con rilievi <strong>de</strong>cisi, maschi, con sicurezza tecnica, con calor<br />

d’ispirazione” 228 , con “in sé il pregio <strong>de</strong>ll’opera d’arte, cioè il potere <strong>di</strong> conquistare gli animi” 229 e “tutto un crescendo<br />

d’esaltazione <strong>de</strong>llo spirito giovanile, <strong>di</strong> nobili ar<strong>di</strong>menti” 230 ; e gli stessi commentatori si sono poi soffermati con maggiore<br />

attenzione nella <strong>de</strong>scrizione <strong>de</strong>ll’opera, specificando che “la melo<strong>di</strong>a è <strong>di</strong>ritta, vibrante, audace; armonia libera e<br />

squisitamente nuova; il tutto espresso e svolto in un’atmosfera <strong>di</strong> logica ortodossia e <strong>di</strong> vera chiarezza esemplare” 231 ;<br />

oppure, analizzandola più da vicino, come fece il Brunelli:<br />

“il primo tempo è aspirazione verso i<strong>de</strong>alità non ancora <strong>de</strong>l tutto ben <strong>de</strong>finite, passione che non sbocca ancora nel pianto. Il<br />

secondo tempo si svolge quasi tutto su un movimento ondulatorio ritmico e melo<strong>di</strong>co che dà l’impressione <strong>de</strong>lla vaga continuità d’uno<br />

stato d’animo, che trova la sua esplicazione dapprima in colloquio tra gli strumenti, poi in un breve momento eroico, infine in un<br />

lontanarsi <strong>di</strong> voci alternantesi tra violino e pianoforte, cui segue una contemplazione <strong>de</strong>lla natura qua e là elevantesi in estasi. Nel terzo<br />

tempo c’è un magnifico impeto <strong>di</strong> giovinezza: al torbido pensiero, appena sfiorante la nobiltà <strong>de</strong>i concetti, segue un grido <strong>di</strong> vittoria: al<br />

burlesco, appena accennato, segue la schietta festività con ritmi e figurazioni melo<strong>di</strong>che d’intonazione campestre: il tutto sempre in un<br />

alone <strong>di</strong> entusiasmo, <strong>di</strong> foga giovanile” 232 .<br />

225<br />

CASELLA, Alfredo. ‘Problemi sonori o<strong>di</strong>erni’, in: 21 + 26, Roma - Milano, Augustea, 1931, p. 71. Lo scritto risale all’agosto 1923 e contiene alcune<br />

pagine <strong>de</strong><strong>di</strong>cate proprio alla tecnica <strong>de</strong>lla politonalità: in esse è consi<strong>de</strong>rata anche la “naturale politonalità risultante fra tasti bianchi (scala maggiore) e<br />

neri (scala cinese)” (ivi, p. 78), <strong>de</strong>lla quale il passo citato dal Quintetto <strong>di</strong> Margola è un esempio tipico. Anche all’inizio <strong>de</strong>l ben più noto Concerto in<br />

sol per pianoforte e orchestra <strong>di</strong> Maurice Ravel (composto tra il 1929 e il 1931) si ha nella parte pianistica un andamento bitonale chiaramente<br />

<strong>de</strong>terminato dalla struttura in tasti bianchi e neri <strong>de</strong>lla tastiera.<br />

226<br />

L’Italia, 24 <strong>di</strong>cembre 1933.<br />

227<br />

L’Unione Sarda, 15 <strong>di</strong>cembre 1933.<br />

228<br />

Il Popolo <strong>di</strong> Brescia, 15 aprile 1934. L’articolo, a firma “V. B.”, è da attribuire a Vittorio Brunelli.<br />

229 Ibid.<br />

230 Ibid.<br />

231 L’Italia, 24 <strong>di</strong>cembre 1933.<br />

232 Il Popolo <strong>di</strong> Brescia, 15 aprile 1934.<br />

78

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