03.06.2013 Views

Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

comportano in termini di erosione, capacità di trasporto,<br />

modalità di sedimentazione ecc.<br />

Se il classico marziano osservasse la struttura ed il comportamento<br />

di un sistema fl uviale nel tempo e nello spazio,<br />

dai torrenti montani ai meandri <strong>della</strong> piana alluvionale, fi no<br />

al sistema deltizio emerso e sommerso, valutandone ad<br />

esempio le infi nite modifi che al solo accenno di variazioni<br />

climatiche o del livello di base, ne trarrebbe certamente il<br />

sospetto che si tratti di un organismo vivente.<br />

Rispetto alla realtà di un fi ume, non c’è niente di più lontano<br />

e di meno paragonabile che un sistema idraulico defi -<br />

nito da apporti, condotte, chiuse, serbatoi, perdite, scarichi.<br />

Incomprensioni di questo tipo, legate ad un approccio ingegneristico<br />

al problema, sono purtroppo all’origine di guasti<br />

ambientali irreparabili un po’ in tutto il mondo.<br />

Ma l’attività fl uviale non è che un aspetto molto limitato<br />

dei processi esogeni, cioè di quell’insieme di fenomeni che<br />

contribuiscono a mo<strong>della</strong>re la superfi cie terrestre e che vedono<br />

interagire tutti i sottoinsiemi del pianeta.<br />

Osserviamo ad esempio lo schema di Berger e Vincent<br />

(1981), che interpretano il sistema esogeno terrestre come<br />

una macchina a controllo cibernetico: sotto un input fondamentale<br />

in parte terrestre (movimenti delle placche, vulcanesimo<br />

ecc.) e in parte astronomico (cosmico, solare, in<br />

buona parte legato ai parametri che regolano la rotazione<br />

terrestre), il clima e le situazioni geologiche interagiscono e<br />

retroagiscono producendo come output fi nale dei sedimenti<br />

organizzati in successioni stratigrafi che (che contengono anche<br />

preziosi segnali climatici).<br />

Il fattore di instabilità è qui introdotto da un accumulo<br />

locale e temporaneo di sedimenti che può venire messo in<br />

circolo in maniera improvvisa, per lo più in seguito a variazioni<br />

nell’equilibrio geografi co.<br />

Si tratta di uno schema che non rende conto neanche in<br />

modo superfi ciale di quanto siano complicate nella realtà le<br />

cose, anche se fornisce un’idea del legame fondamentale<br />

che unisce tutto il sistema. Si tratta di una visione olistica<br />

che necessita come minimo di un approfondimento riduzionista<br />

e che soprattutto non sembra tener conto a suffi cienza<br />

<strong>della</strong> “storia’’ del Sistema Terra.<br />

Si può iniziare con il porci alcune domande su come<br />

funzionino e come si siano evoluti nel tempo i meccanismi<br />

per mezzo dei quali la Terra nel suo insieme (vale a dire,<br />

utilizzando ed integrando in vario modo i suoi sottosistemi)<br />

è stata in grado di affrontare, a partire da qualche miliardo<br />

di anni, alcuni problemi essenziali. Proviamo ad esempio a<br />

chiederci:<br />

• Come sia potuto accadere che la Terra abbia raggiunto<br />

e poi conservato per miliardi di anni una temperatura<br />

“confortevole’’, adatta a mantenere l’acqua allo stato fl uido<br />

e tiepida, anziché i circa 20 gradi sotto zero che le<br />

competerebbero data la sua posizione astronomica.<br />

• Come si siano sviluppati i meccanismi estremamente<br />

complicati che la proteggono da sbalzi eccessivi nel tenore<br />

in anidride carbonica dell’atmosfera.<br />

• Come mai, a un certo punto <strong>della</strong> sua lunga storia, la Terra<br />

si sia trovata ad avere un’atmosfera ricca di ossigeno<br />

e l’abbia poi mantenuta, ormai da oltre due miliardi di<br />

anni, con tenori abbastanza costanti (un’atmosfera fortemente<br />

ossidante che persista così a lungo è un’anomalia<br />

che da sola rende la Terra un pianeta unico).<br />

• Come si sia attivato ed auto-organizzato, nello stesso intervallo<br />

di tempo, uno scudo di ozono altamente effi cace<br />

ed autoregolato, in grado di proteggere i viventi dai raggi<br />

ultravioletti.<br />

• Come si sia egualmente attivato ed auto-organizzato il<br />

sistema dei venti e delle correnti oceaniche, capace di redistribuire<br />

in modo uniforme l’energia che proviene dal<br />

Sole e compensare le variazioni di salinità negli oceani.<br />

• E ancora, come si sia attivato ed auto-organizzato il sistema<br />

di circuiti convettivi all’interno <strong>della</strong> Terra, nel<br />

nucleo e nel mantello (questi ultimi diretti responsabili<br />

<strong>della</strong> stessa tettonica a placche), necessari per liberare<br />

l’eccesso di energia interna; con la conseguenza di indurre<br />

da qualche miliardo di anni i continenti in superfi cie a<br />

frammentarsi e muoversi di continuo in modo da evitare<br />

un accumulo troppo localizzato e massiccio di scorie<br />

superfi ciali (cioè gli stessi continenti, ostacolo al libero<br />

gioco delle placche litosferiche e quindi alla liberazione<br />

nello spazio di tale energia interna, il cui accumulo riporterebbe<br />

la Terra allo stato fuso).<br />

E infi ne, che signifi cato dare al loop inestricabile in cui<br />

sono implicati da qualche miliardo di anni i sedimenti<br />

oceanici, parte attiva ed al tempo stesso magazzino temporaneo<br />

di un sistema in cui interagiscono, con tutta una<br />

serie di controreazioni positive e negative: radiazione<br />

solare (modulata da cicli astronomici di tipo milankoviano),<br />

scambi con l’atmosfera, biomassa, reazioni di equilibrio<br />

dei carbonati e <strong>della</strong> silice, pompaggio biologico<br />

in profondità dell’anidride carbonica, tenore in ossigeno<br />

delle acque superfi ciali e profonde, temperatura dei fondali,<br />

correnti superfi ciali e profonde, calde e fredde, iperaline<br />

ed ipoaline… Già a prima vista idrosfera, criosfera,<br />

atmosfera e biosfera oceaniche si presentano come un<br />

unico sistema complesso, che ha inoltre infi niti scambi<br />

anche con la litosfera ed è soggetto a forti input astronomici.<br />

Se esaminiamo queste domande una per volta (e varrebbe<br />

la pena, anche se sarebbero necessarie molte pagine),<br />

entrando nei dettagli dei meccanismi che di volta in volta<br />

entrano in gioco, ci rendiamo conto che la Terra ci appare<br />

effettivamente come un sistema integrato di cinque componenti<br />

fondamentali (litosfera, idrosfera, criosfera, atmosfera,<br />

biosfera) che presenta, all’interno dei componenti e<br />

Geoitalia 36, 2011 11

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!