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Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

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decreto legislativo 13 novembre 1859<br />

n. 3725 del Regno di Sardegna, entrato<br />

in vigore nel 1860 e successivamente<br />

esteso, con l’unifi cazione a tutta l’Italia.<br />

La Legge Casati prevedeva che<br />

alle Facoltà di <strong>Scienze</strong> MFN fossero<br />

annesse Scuole di applicazione di Ingegneria,<br />

affi dando a queste scuole la<br />

preparazione dei tecnici per l’industria.<br />

Dalla applicazione <strong>della</strong> Legge<br />

Casati sono sorti i primi Politecnici di<br />

Torino e Milano e quindi le Facoltà di<br />

Ingegneria.<br />

Incidentalmente sembra opportuno<br />

ricordare che i due Politecnici conferivano<br />

le due lauree in Ingegneria civile<br />

e in Ingegneria industriale e che<br />

nel Politecnico di Torino a queste due<br />

lauree si affi ancava la laurea in Ingegneria<br />

mineraria. Anche in questo<br />

caso le <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra erano ben<br />

rappresentate.<br />

Dalla impostazione <strong>della</strong> legge<br />

Casati è derivata la preminenza degli<br />

Ingegneri sulle altre fi gure tecniche, e<br />

quindi anche sui geologi, nel mondo<br />

del lavoro.<br />

Solo la costituzione dell’Ordine<br />

dei Geologi ha permesso di modifi care<br />

sostanzialmente questa situazione.<br />

Risposte alla seconda domanda<br />

La domanda è intrigante, perché la<br />

risposta presuppone una certa capacità<br />

di preveggenza. Nell’accezione scientifi<br />

ca del termine, la previsione consiste<br />

nella applicazione ad un fenomeno<br />

di una regola, espressa in una qualche<br />

forma quantitativa.<br />

Qui siamo di fronte ad un processo<br />

che, a mio parere, negli ultimi<br />

anni è apparso come una progressiva<br />

riduzione del peso delle <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong><br />

Terra nell’ambito universitario: diminuzione<br />

degli studenti immatricolati,<br />

conseguente riduzione del numero dei<br />

docenti e fragilità <strong>della</strong> maggior parte<br />

dei Dipartimenti di <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong><br />

Terra destinati ad essere travolti dalla<br />

applicazione di una norma di legge<br />

fondata sull’erroneo assunto che nel<br />

mondo <strong>della</strong> ricerca la parola “razionalizzazione”<br />

abbia il solo signifi cato<br />

di “economie di scala”. Ḕ un assunto<br />

dimostratosi non sempre vero neppure<br />

<strong>nelle</strong> attività produttive, fi guriamoci<br />

se può essere sempre vero in una attività<br />

come la ricerca.<br />

Le <strong>Un</strong>iversità non hanno saputo<br />

difendere la loro Autonomia, tanto<br />

conclamata, rispetto ad una legge regolamento<br />

che, oltre a fi ssare principi<br />

e criteri, si arroga anche il diritto di<br />

regolamentare nei dettagli le modalità<br />

organizzative delle <strong>Un</strong>iversità. Poi i<br />

singoli Rettori hanno spesso aggiunto<br />

del loro.<br />

Per tornare alla geologia, prima<br />

di parlare di prospettive a me sembra<br />

necessario delineare le caratteristiche<br />

del geologo ricercatore e professionista<br />

del futuro. E qui torna in gioco un<br />

giudizio del tutto soggettivo: identità e<br />

competenze disciplinari non sono qualità<br />

statiche conseguite una volta per<br />

tutte, ma processi che si costruiscono<br />

nel tempo per progredire e per aderire<br />

con successo alla evoluzione del contesto.<br />

Io penso che gli Scienziati ed i<br />

Professionisti che si occuperanno in<br />

futuro del Sistema Terra: non possano<br />

prescindere da una solida preparazione<br />

di base fi sico-matematica.<br />

Debbono anche sapere collocare i<br />

fenomeni in un contesto di tempi lunghi,<br />

costruendo regole di estrapolazione<br />

dalla superfi cie al sottosuolo e dal<br />

passato geologico al futuro.<br />

Infi ne debbono elaborare un codice<br />

etico che preveda la conservazione e<br />

la pubblica fruizione dei dati e delle<br />

conoscenze.<br />

È in grado l’<strong>Un</strong>iversità di muoversi<br />

in questa direzione? Io nutro forti dubbi.<br />

La mia fi ducia va piuttosto verso<br />

quelle istituzioni che negli ultimi anni<br />

hanno dimostrato di essere più capaci<br />

di cogliere le occasioni e di non farsi<br />

cogliere impreparate. Mi riferisco al<br />

Consiglio Nazionale dei Geologi, agli<br />

Enti di Ricerca e soprattutto ad una<br />

istituzione come la FIST che ha dimostrato<br />

di essere in grado di svolgere<br />

una funzione di aggregazione <strong>della</strong><br />

comunità accademica e professionale<br />

e di diffusione <strong>della</strong> cultura di <strong>Scienze</strong><br />

<strong>della</strong> Terra.<br />

Marco Sertorio<br />

Risposte alla prima domanda<br />

Essendo un giurista, non avrei titolo<br />

per rispondere a domande che riguardano<br />

il mondo <strong>della</strong> geologia.<br />

Tuttavia, avendo versato parte dei<br />

miei studi e <strong>della</strong> mia professionalità<br />

al campo minerario, sono in grado di<br />

svolgere un percorso parallelo.<br />

Questo è il lato positivo ed interessante<br />

nell’affrontare un tema con<br />

visione multidisciplinare.<br />

L’unità d’Italia non è coincisa con<br />

la creazione del diritto minerario unitario.<br />

Ciò è dipeso dal fatto che i regni<br />

preunitari prevedevano, in materia, il<br />

regime fondiario (le miniere ricadevano<br />

nella proprietà del proprietario del<br />

suolo).<br />

L’eliminazione del regime fondiario<br />

richiese tempo e comportò di superare<br />

diritti precostituiti a privilegio<br />

del proprietario fondiario, diffi cili da<br />

eliminare.<br />

La “demanializzazione” delle miniere<br />

apparve per la prima volta <strong>nelle</strong><br />

legislazioni speciali del periodo<br />

bellico e post bellico (primo confl itto<br />

mondiale), intendendosi per demanializzazione<br />

il riconoscimento e l’affermazione<br />

del diritto dello Stato di intervenire<br />

a disciplinare rapporti attribuiti<br />

al proprietario del suolo e a promuovere<br />

la migliore utilizzazione dei beni di<br />

interesse <strong>della</strong> collettività, sottraendoli<br />

al proprietario, per dare in concessione<br />

la coltivazione a chi avesse i requisiti<br />

ed i mezzi per attuarla.<br />

Solo, quindi, con il R.D. 29 luglio<br />

1927 n. 1443 si ebbe la disciplina unitaria<br />

in materia di miniere e cave.<br />

Per quanto riguarda la proprietà<br />

dei beni minerari, il ciclo si concluse<br />

con il codice civile, che ha incluso le<br />

miniere nel patrimonio indisponibile<br />

Geoitalia 36, 2011 35

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