03.06.2013 Views

Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

per proporre un approccio Inquiry based, una metodologia<br />

induttiva, lo studio di casi.<br />

Ma occorre ricordare che lo scopo dell’insegnamento<br />

delle discipline scientifi che è che lo studente acquisisca un<br />

pensiero complesso, che sia in grado di utilizzare le proprie<br />

competenze in contesti diversi, costruite intrecciando saperi<br />

acquisiti con abilità conseguite: come chiede l’OCSE nel<br />

test PISA, allo studente si chiede di essere in grado di identifi<br />

care domande scientifi che, acquisire nuove conoscenze,<br />

spiegare fenomeni scientifi ci e trarre conclusioni basate su<br />

fatti riguardo a temi di carattere scientifi co.<br />

L’impressione, condivisa da molti a Geoitalia, è che attribuire<br />

questa responsabilità ai docenti ed alla loro didattica sia<br />

una delega poco lungimirante e sicuramente poco empowering.<br />

Le cause sono, a nostro parere, molto più complesse:<br />

l’accesso a strumenti didattici, la disponibilità di luoghi e<br />

pratiche laboratoriali, la fruizione del territorio come museo<br />

e laboratorio diffuso sono sicuramente la prima condizione<br />

per un salto di qualità nella didattica delle scienze, in particolare<br />

delle <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra. In una breve presentazione<br />

del quadro internazionale è emerso chiaramente come i docenti<br />

italiani, contrariamente a quanto succede in altre nazioni,<br />

Francia, Australia, USA, UK, siano poco sostenuti nel<br />

loro lavoro da Ministeri o da enti di ricerca, con materiali,<br />

modelli e percorsi, ma fortunatamente sono in grado di supplire<br />

con l’entusiasmo e l’inventiva. Sono stati presentati,<br />

in occasione <strong>della</strong> Fiera e del Simposio, numerosi esempi<br />

di approcci laboratoriali /sperimentali, non necessariamente<br />

innovativi o tecnologici: impastare la fecola, simulare un<br />

terremoto, manipolare fossili e tracce permettono di scoprire,<br />

che, almeno nella scuola di base, ci vuole veramente<br />

poco per incuriosire e stimolare gli studenti, gli stessi che<br />

G.Chadpak, proponendo già nel 1996 il modello de La main<br />

à la pate, a cui molti di questi approcci si ispirano, defi niva<br />

“gourmand de sciences”.<br />

L’intervento di L.Benciolini - <strong>Un</strong>iud ci ha dimostrato<br />

quanto sia possibile coinvolgere i più piccoli , fi n dalla primaria,<br />

nello studio delle <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra, come questi<br />

siano in grado, spontaneamente, di guardare e riconoscere,<br />

mentre osservare e descrivere richiedono un salto di qualità,<br />

abilità che gli stessi futuri insegnanti di <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> formazione<br />

primaria stentano a manifestare.<br />

Risorse e collaborazioni<br />

Con una buona dotazione specifi ca, nel caso una collezione<br />

di minerali, P.Papini, docente di scuola secondaria di<br />

1°, ci ha dimostrato che anche gli adolescenti si possono<br />

appassionare di fronte a minerali, non solo perché belli e<br />

colorati, ma perché ci fanno esplorare la geometria, la chimica,<br />

la storia.<br />

Ma qualunque sia la dotazione scientifi ca disponibile,<br />

sia essa di buona qualità e quantità, condizione non comune<br />

<strong>nelle</strong> nostre Istituzioni scolastiche, sia essa il risultato<br />

dell’ingegno e dell’inventiva dei docenti, con l’uso di materiali<br />

poveri ma spesso altrettanto effi caci, è sull’approccio<br />

metodologico che occorre rifl ettere. Le diverse esperienze<br />

presentate, scolastiche o parascolastiche, realizzate direttamente<br />

dai docenti o da enti scientifi ci che hanno la didattica<br />

verso le scuole e la comunicazione scientifi ca tra le proprie<br />

fi nalità: INGV (S.Solarino, A.Marsili), CNR (F.Ugolini) ecleen<br />

(M.Cattadori, MTSN), Geoparchi (C.Queirolo, Beigua),<br />

<strong>Un</strong>iversità (M.Giardino, UNITO) dimostrano che è<br />

possibile proporre modelli ed esempi di qualità e che un<br />

approccio coinvolgente è indispensabile perché le <strong>Scienze</strong>,<br />

e le Geoscienze in particolare, diventino disciplina appassionante,<br />

perché non vengano più considerate, da parte dei<br />

docenti e per semplice proprietà transitiva dai loro studenti,<br />

la scienza dei sassi e delle catastrofi .<br />

Ma la qualità del prodotto si basa <strong>sulla</strong> qualità del processo:<br />

l’esperto che entra nella classe con la sua competenza,<br />

la sua “diversità” rispetto al contesto scolastico quotidiano,<br />

rischia di rimanere uno spot, valido certamente, forse motivante<br />

o orientante, ma meno effi cace ai fi ni <strong>della</strong> costruzione<br />

del sapere se non viene inserito nel percorso didattico, se<br />

non è il risultato di un progetto co-costruito con i docenti dai<br />

prerequisiti alla valutazione, al monitoraggio del percorso e<br />

degli esiti, se infi ne non si dimostra strumento di costruzione<br />

di competenze.<br />

Scuole ed esperti devono poter costruire i percorsi didattici<br />

congiuntamente, i docenti devono considerare i contributi<br />

esterni come un supporto, non un sostituto, uno strumento<br />

di crescita, non un palliativo ai numerosi guai <strong>della</strong><br />

scuola italiana.<br />

<strong>Un</strong>a scuola in rapida evoluzione<br />

Scuola che peraltro, nei recenti esiti del test PISA- OCSE, ha<br />

visto dal 2006, dove le scienze erano tema prioritario, al 2009,<br />

dove i dati sono minori ma comunque signifi cativi, un buon<br />

salto di qualità <strong>nelle</strong> competenze nei nostri 15enni, in particolare<br />

in alcune regioni del sud, come la Puglia, e nel Nordovest.<br />

Attribuire il merito di questo miglioramento, che ancora<br />

però ci tiene lontani dalle eccellenze internazionali, in particolare<br />

proprio nei livelli 5 e 6 dei Top-performers, non è facile.<br />

Certo non è <strong>della</strong> Riforma dei Licei, che ha visto, tra gli altri,<br />

diminuire il monte ore delle scienze, né di un aumento delle<br />

dotazioni, né di un migliore accesso, o di maggiori incentivi<br />

alla formazione in itinere dei docenti, … l’elenco è lungo.<br />

Sono comparsi nuovi termini e nuovi linguaggi: organizzatori<br />

concettuali, repertorio delle competenze, prova esperta,<br />

ma non c’è stato un salto di qualità, né di chiarezza, in quelle<br />

indicazioni, che molti ancora interpretano come suggerimenti,<br />

possibilità, orientamenti, dei percorsi disciplinari e che<br />

ancora ci lasciano senza standard, senza precise competenze<br />

da valutare e certifi care: il PECUP - Profi lo educativo, culturale<br />

e professionale dell’area scientifi ca, richiede agli alunni<br />

di possedere i contenuti fondamentali, padroneggiare le<br />

Geoitalia 36, 2011 43

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!