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Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

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Riordinando le carte che invadono il mio uffi cio, ho trovato due testi dattiloscritti che a suo tempo mi aveva inviato Antonio<br />

Praturlon. Si tratta di una relazione dal titolo: <strong>Un</strong> <strong>discorso</strong> <strong>epistemologico</strong> <strong>sulla</strong> <strong>complessità</strong> <strong>nelle</strong> <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra. tenuta a<br />

un corso di aggiornamento per Docenti di <strong>Scienze</strong> Naturali svoltosi a Bari a cura dell’ANISN nel 1997, e di un’altra conferenza,<br />

probabilmente utilizzata in un seminario, molto più ampia e ricca di spunti interessanti, anche se sempre datata a fi ne millennio,<br />

dal titolo: Problemi di Complessità nel Sistema Terra.<br />

Ho chiesto l’autorizzazione a pubblicare su Geoitalia i due testi e Antonio mi ha ricordato che si tratta di testi datati e che sarebbe<br />

necessario aggiornarli: all’estero c’è tuttora un grande fermento su questi problemi; la bibliografi a andrebbe aggiornata.<br />

Io ho insistito per potere pubblicare i testi così come sono, sia pure fondendoli in un unico testo, per due motivi: in primo luogo<br />

per evidenziare che i geologi italiani avevano cominciato a ragionare su questi temi più di un decennio fa, in secondo luogo per<br />

dare lo spunto ai colleghi per riprendere il <strong>discorso</strong>, aggiornarlo e ampliarlo.<br />

In questo momento di crisi delle <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra in Italia (scomparsa di Dipartimenti e di interi Corsi di laurea, smembramento<br />

di gruppi di ricerca, continua diminuzione degli studenti immatricolati e persino degli iscritti all’Ordine dei Geologi) a me sembra<br />

importante che si ricominci a ragionare sui fondamenti e sulle motivazioni del nostro affascinante mestiere.<br />

La pubblicazione degli interventi, che spero numerosi, sarà curata da Antonio Praturlon. L’indirizzo postale per inviare lettere,<br />

commenti, suggerimenti, testi lunghi o corti è: rivista@geoitalia.org.<br />

Cesare Roda<br />

<strong>Un</strong> <strong>discorso</strong> <strong>epistemologico</strong><br />

<strong>sulla</strong> <strong>complessità</strong><br />

<strong>nelle</strong> <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra<br />

ANTONIO PRATURLON<br />

Dipartimento di <strong>Scienze</strong> Geologiche, <strong>Un</strong>iversità ROMA 3<br />

Non è agevole affrontare questo tema, perché analisi di<br />

questo tipo si compiono normalmente in una prospettiva storica.<br />

Non è certo da molto tempo che si parla di <strong>complessità</strong><br />

nel campo delle <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra, che sono rimaste fi nora<br />

abbastanza fuori dal dibattito sempre più vivace che ha<br />

caratterizzato gli ultimi decenni di rifl essione <strong>della</strong> scienza<br />

su sé stessa, sui suoi limiti, sui suoi obiettivi, sui suoi fondamenti.<br />

Lo sforzo di revisione, riunifi cazione e nuova sintesi delle<br />

diverse discipline geologiche, cui sono stati costretti i cultori<br />

di <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra dall’irrompere di teorie unifi canti<br />

quali la Tettonica Globale, e la necessità quasi affannosa, in<br />

tempi ancora più recenti, di procedere ad un confronto sistematico<br />

dei propri dati con quelli offerti dalle scienze confi -<br />

nanti, per contribuire allo sforzo comune di dare un signifi<br />

cato ai Cambiamenti Globali di oggi e del passato, hanno<br />

fi nora distolto i geologi dal rifl ettere criticamente su ciò che<br />

andavano facendo e sul signifi cato del Sistema Terra, anche<br />

se paradossalmente andavano essi stessi accumulando gli<br />

elementi sperimentali e culturali necessari per poterlo fare.<br />

Non è quindi un caso se fi nora le rifl essioni epistemologiche<br />

e <strong>sulla</strong> scienza in generale abbiano coinvolto soprattutto<br />

biologi e fi sici, matematici ed astronomi, oltre ovviamente<br />

agli amici fi losofi .<br />

Possiamo anche comprendere come mai ad esempio<br />

l’ipotesi di Gaia, estrema concezione <strong>della</strong> Terra come sistema<br />

organico, non sia stata elaborata da un geologo. La<br />

nostra generazione è stata fi nora impegnata in altre direzioni:<br />

materie prime, rischi geologici, esplorazione degli oceani,<br />

indagini geofi siche, ma naturalmente anche un mare di<br />

indagini <strong>sulla</strong> storia <strong>della</strong> Terra sotto tutti i suoi aspetti, da<br />

quelli biologici a quelli strutturali, come è nella tradizione<br />

geologica da sempre.<br />

Bisogna tener presente che, in aperto contrasto con le<br />

vedute che avevano ispirato l’opera dei fondatori <strong>della</strong> geologia<br />

moderna, in particolare tra Settecento e Ottocento,<br />

almeno la prima metà del Novecento è stata caratterizzata<br />

<strong>nelle</strong> <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra da una polverizzazione specialistica<br />

di stampo riduzionista, che non costituiva certo un terreno<br />

fertile per discorsi epistemologici sul settore, tantomeno<br />

<strong>sulla</strong> <strong>complessità</strong> dei sistemi analizzati.<br />

Concezioni come quella avanzata dal grande Hutton, il<br />

geologo scozzese di fi ne Settecento (1726-1797), teorizzatore<br />

dei grandi cicli naturali, convinto assertore che la Terra<br />

fosse un gigantesco sovraorganismo e che andasse studiata<br />

con le metodologie <strong>della</strong> fi siologia, non potevano certo<br />

trovare continuatori convinti. Gli ultimi appelli al mantenimento<br />

<strong>della</strong> profonda unitarietà delle <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra,<br />

seguendo le orme di Von Humboldt (1769-1859) e di Suess<br />

(1831-1914), sono dell’inizio del Novecento. Da allora, nonostante<br />

qualche pensatore isolato, come lo stesso Holmes,<br />

Vernadsky (1863-1945) e pochi altri, che tentavano di ricondurre<br />

ad unità il pensiero geologico, mantenendo approcci di<br />

tipo olistico, la deriva specialistica spezzettò tutto il campo.<br />

Cessarono di colloquiare geologi strutturali con vulcanologi<br />

e geofi sici, geografi e geomorfologi iniziarono una loro<br />

strada. separata, i sedimentologi si differenziarono dagli<br />

stratigrafi , i micropaleontologi dai paleontologi, i mineralisti<br />

dai petrografi . I geologi applicati presero le distanze dai<br />

ricercatori di stampo naturalista, visti quasi come residuati<br />

storici, e così via.<br />

Questo spiega facilmente come mai il teorico di Gaia, di<br />

una Terra come organismo vivente, sia stato un biochimico-<br />

Geoitalia 36, 2011 5

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