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Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

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l’Italia <strong>della</strong> valorizzazione delle<br />

<strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra.<br />

In altre parole, anche se gli studiosi<br />

valenti non mancavano di certo,<br />

sembra che proprio mancasse in gran<br />

parte del nostro Paese l’humus favorevole<br />

per poter impiantare e diffondere<br />

iniziative penetranti e diffuse a favore<br />

<strong>della</strong> geologia (e quindi di quanto essa<br />

potesse rappresentare a vantaggio <strong>della</strong><br />

giovane Italia).<br />

Antonio Stoppani, Lecco 1824, Milano 1891<br />

Mi pare che sia già tanto, e che rappresenti<br />

un enorme risultato, il fatto<br />

che i nostri geologi/politici siano riusciti<br />

a fondare un Servizio Geologico<br />

effi ciente e avviare con energia e mezzi<br />

una valida cartografi a del territorio.<br />

Risposte alla seconda domanda<br />

Il secondo quesito posto dal moderatore<br />

è di stretta attualità, e qui<br />

esprimo quello che non è solo un mio<br />

parere, ma il pensiero di tantissimi colleghi.<br />

Sono stati già posti in evidenza<br />

i problemi gravissimi <strong>della</strong> carenza<br />

dell’informazione, <strong>della</strong> comunicazione,<br />

<strong>della</strong> visibilità. Mi occuperò<br />

invece ora di quello che in un quadro<br />

generale può essere considerato un<br />

problema minore, ma che in questo<br />

momento sembra il pericolo più minaccioso,<br />

cioè la quasi scomparsa in<br />

Italia di Dipartimenti ben caratterizzati<br />

di <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra.<br />

In sintesi, ritengo che la riforma<br />

Gelmini, per quanto riguarda in ge-<br />

nerale gli interventi sui Dipartimenti,<br />

e in particolare <strong>sulla</strong> loro dimensione<br />

minima, farà solo grossi danni. Danni<br />

alla ricerca, alla didattica e anche economici<br />

(i Dipartimenti saranno meno<br />

agili nella gestione, meno “visibili”<br />

alle committenze). Causerà soprattutto<br />

una enorme perdita di tempo per<br />

tutti, già in atto, e creerà una ulteriore<br />

burocratizzazione del sistema, con<br />

il rafforzamento previsto del sistema<br />

di governance centrale e una perdita<br />

inevitabile di autonomia reale dei Dipartimenti.<br />

Il sistema universitario tuttavia<br />

tende a comportarsi, e non è certo la<br />

prima volta, come ogni sistema complesso<br />

(ne ha in realtà alcune caratteristiche:<br />

autoreferenziato, autopoietico,<br />

autorganizzato…), un tipo di sistema<br />

cioè che in momenti di crisi è preoccupato<br />

soprattutto <strong>della</strong> propria sopravvivenza.<br />

Possiamo quindi scommettere che<br />

l’<strong>Un</strong>iversità italiana si difenderà nel<br />

tempo dall’impatto <strong>della</strong> riforma annullando<br />

con ogni mezzo possibile le<br />

perturbazioni che ne derivano, come<br />

fanno tutti i sistemi complessi, al limite<br />

disposti, come sappiamo, a far sì<br />

che tutto cambi purchè/perché nulla<br />

cambi. Dò quindi per scontato che assisteremo<br />

in giro per i nostri Atenei a<br />

molte operazioni di facciata: con una<br />

certa similitudine con quanto si sta<br />

verifi cando per le Provincie nei confronti<br />

delle Regioni, vedremo nascere<br />

in tutta Italia enormi Dipartimenti<br />

suddivisi in Sezioni (e secondo certi<br />

Statuti in grado di articolarsi in Centri<br />

di Ricerca autonomi), tutto insomma<br />

verrà riorganizzato in modo tale che<br />

tutti continuino a fare quello che facevano<br />

prima. Magari addirittura con<br />

maggiori possibilità di interazione con<br />

colleghi di altri gruppi, e forse anche<br />

con piccoli vantaggi, ad esempio per<br />

la didattica.<br />

Questa sarà la situazione tutto<br />

sommato più indolore. E’ chiaro che<br />

si perderà un po’ di immagine, ma sostanzialmente<br />

i gruppi di ricerca oggi<br />

esistenti manterranno la loro identità e<br />

potranno continuare a svolgere una attività<br />

anche didattica, nei nostri Corsi<br />

di Laurea specifi ci, omogenea ed effi -<br />

cace, soprattutto non eterodiretta.<br />

<strong>Un</strong> po’ più complicata, ma possibile,<br />

anche la via <strong>della</strong> federazione tra<br />

Atenei, che consentirebbe altri tipi di<br />

accorpamenti abbastanza indolori.<br />

Il problema invece che vedo più<br />

serio, e che rischia di frantumare Dipartimenti<br />

dotati di elevate competenze<br />

ma privi di un forte collante interno<br />

(per vari motivi), è rappresentato da<br />

quelle situazioni in cui interi gruppi<br />

di ricerca cercheranno di confl uire in<br />

ordine sparso in settori affi ni: paleontologi<br />

coi biologi; geofi sici coi fi sici;<br />

geologi applicati e geotecnici con gli<br />

ingegneri, e cose del genere.<br />

In questi casi la riforma sarà solo la<br />

miccia che farà saltare equilibri faticosi,<br />

farà (fa!) esplodere contrasti e divisioni<br />

interne fi nora sopportate nell’interesse<br />

generale o semplicemente per<br />

quieto vivere, per l’impossibilità di<br />

trovare soluzioni alternative alla rivoluzione.<br />

Ḕ evidente che in questi casi l’identità<br />

originaria del vecchio Dipartimento<br />

andrà sicuramente perduta, e non<br />

sarà possibile nemmeno riottenere<br />

quell’equilibrio di competenze e attività<br />

organizzative che sono necessarie<br />

per mantenere un buon Corso di Laurea<br />

in <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> Terra.<br />

Si può osservare che non è detto<br />

che a lungo termine gli esiti di questa<br />

diaspora siano necessariamente tutti<br />

negativi. Ḕ un fatto riconosciuto che le<br />

aree più fertili <strong>della</strong> ricerca sono le interfacce<br />

tra le aree scientifi che (prendiamo<br />

ad esempio ciò che è avvenuto<br />

da noi con Geochimica e Geofi sica),<br />

per cui la presenza di nuclei di validi<br />

geologi confl uiti in Dipartimenti tipo<br />

<strong>Scienze</strong> Ambientali, Architettura, Archeologia<br />

e tantissimi altri che ognuno<br />

di noi può immaginare, potrebbe<br />

portare o sicuramente porterà ad interazioni<br />

e sinergie di alto livello. Bisognerà<br />

vedere se a lungo termine il<br />

Geoitalia 36, 2011 33

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