03.06.2013 Views

Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Come si ottiene quella che noi chiamiamo<br />

una “giusta” temperatura<br />

“La Terra si trova esattamente alla distanza dal Sole necessaria<br />

per rimanere nell’intervallo di temperatura favorevole<br />

alla vita’’. Questa affermazione più volte ribadita è<br />

in parte vera e in parte falsa. È vera nel senso che è stato<br />

calcolato che la zona abitabile attorno al Sole è compresa<br />

tra 0,95 e 1,01 unità astronomiche, per cui se la Terra fosse<br />

più vicina al Sole di 7,5 milioni di km, oggi assomiglierebbe<br />

a Venere, mentre se fosse più lontana di 1,5 milioni di<br />

km somiglierebbe a Marte. Ḕ falsa se consideriamo che la<br />

temperatura media che spetterebbe alla superfi cie terrestre,<br />

ricavata da semplici calcoli sull’equilibrio radiativo, risulta<br />

di 255 K, cioè circa 18 gradi centigradi sotto zero, e pertanto<br />

non è tale da rendere il pianeta abitabile.<br />

Senza l’effetto serra dovuto all’atmosfera, la temperatura<br />

media terrestre sarebbe infatti ben lontana, inferiore di circa<br />

33 gradi, da quella attuale. E questa situazione viene evidentemente<br />

mantenuta in equilibrio da qualche miliardo di anni.<br />

Il meccanismo di autoregolazione termica deve essere<br />

estremamente preciso ed effi cace. Se l’effetto serra si riduce<br />

(ad esempio per variazioni nella composizione e nella<br />

concentrazione dei gas serra, quali l’anidride carbonica o la<br />

stessa acqua, o per diminuzione <strong>della</strong> radiazione solare), tutta<br />

l’acqua del pianeta rischia di convertirsi in breve tempo<br />

in ghiaccio. Se l’effetto serra aumenta, l’acqua degli oceani<br />

evapora lentamente e il pianeta si avvolge di nubi soffocanti<br />

come quelle di Venere, a dispetto <strong>della</strong> sua posizione astronomica<br />

privilegiata.<br />

Pochi gradi centigradi in più o in meno signifi cano caldo<br />

umido o freddo secco su tutta la Terra, ma già dieci gradi in<br />

più o in meno possono signifi care lo scompenso degli equilibri<br />

che regolano la vita. Stiamo quindi attenti a non giocherellare<br />

con il termostato <strong>della</strong> Terra.<br />

L’effetto serra è costellato di meccanismi a retroazione<br />

sia positiva che soprattutto negativa, alcuni dei quali chiariti,<br />

altri ancora da decifrare.<br />

Come esempio di meccanismo a retroazione negativa si<br />

può citare quello relativo al processo di emissione previsto<br />

dalla legge di Stefan-Boltzmann, che stabilisce che la quantità<br />

di radiazione emessa dalla superfi cie unitaria di un corpo<br />

nero nell’unità di tempo è proporzionale alla quarta potenza<br />

<strong>della</strong> temperatura di emissione del corpo nero stesso (la<br />

Terra non è proprio un corpo nero, ma ci si avvicina). Il che<br />

vuol dire che, più l’atmosfera si riscalda, più radiazione essa<br />

emette verso lo spazio, per cui il sistema tende a stabilizzarsi<br />

abbastanza presto ad una temperatura di poco più elevata di<br />

quella iniziale.<br />

Come processo a retroazione positiva si può ricordare<br />

quello ben noto ai glaciologi del Quaternario, per cui un<br />

aumento temporaneo di temperatura nel corso di una fase<br />

glaciale, che causi una diminuzione <strong>della</strong> superfi cie terrestre<br />

ricoperta dai ghiacci, fa diminuire l’albedo planetaria, cioè<br />

la percentuale di energia solare rifl essa direttamente nello<br />

spazio. Ciò causa un ulteriore aumento di temperatura che<br />

accelera la fusione dei ghiacci e il processo si autoeccita<br />

sempre più velocemente fi nché non rimangono quasi più<br />

ghiacci da fondere.<br />

<strong>Un</strong> altro meccanismo a retroazione positiva avviato<br />

dall’aumento dell’effetto serra si innesca con l’aumento del<br />

contenuto atmosferico in vapore acqueo conseguente ad una<br />

più intensa evaporazione alla superfi cie degli oceani. Il processo<br />

prosegue con un ulteriore incremento dell’effetto serra<br />

a causa del maggiore assorbimento <strong>della</strong> radiazione infrarossa<br />

da parte di una aumentata quantità di vapor d’acqua<br />

nell’atmosfera. Il conseguente incremento di temperatura<br />

causa una evaporazione ancora più intensa, e così via in accelerazione<br />

progressiva. In realtà il <strong>discorso</strong> a questo punto<br />

si fa complicato, perché l’aumento di vapore acqueo provoca<br />

anche sicuramente un aumento dell’indice di nebulosità,<br />

il quale causa a sua volta:<br />

• un aumento dell’albedo planetaria, e quindi effetti non<br />

trascurabili di raffreddamento del sistema climatico, con<br />

ritorno alle condizioni di evaporazione precedenti (retroazione<br />

negativa); ma anche<br />

• un incremento dell’effetto serra legato all’aumentata<br />

presenza delle nubi, che trattengono il fl usso uscente<br />

di radiazione infrarossa, con aumento di temperatura e<br />

conseguente ulteriore aumento dell’indice di nebulosità<br />

(retroazione positiva).<br />

Pare che i due meccanismi possano fornire effetti complessivi<br />

di segno opposto a seconda <strong>della</strong> quota a cui si formano<br />

le nubi.<br />

Sarebbe troppo lungo analizzare i diversi e talora contrastanti<br />

meccanismi che regolano l’effetto serra terrestre, ma<br />

una cosa è certa: una volta (auto)regolato il termostato <strong>sulla</strong><br />

temperatura necessaria per avere <strong>sulla</strong> Terra acqua liquida e<br />

tiepida in abbondanza (e si tenga conto che nei primi 2 miliardi<br />

di anni di vita del Sistema Solare, pare che il Sole riscaldasse<br />

la Terra molto meno di oggi, all’incirca un quarto<br />

in meno), da qualche miliardo di anni l’effetto serra “spontaneo’’<br />

è stato in grado di bilanciare l’incremento graduale<br />

di radiazione e soprattutto di contrastare qualsiasi tentativo<br />

di perturbazione termica eccessiva, da qualsiasi parte<br />

provenisse: catastrofi cosmiche, irregolarità astronomiche a<br />

varia ciclicità, emissione eccessiva di gas vulcanici, mutamenti<br />

profondi nella confi gurazione di oceani e continenti e<br />

chissà quanti altri eventi ancora tutti da scoprire.<br />

Approfi ttiamo comunque dell’occasione per avvertire<br />

che questo non ci autorizza a cessare di preoccuparci per le<br />

variazioni dell’effetto serra indotte dalle attività antropiche:<br />

non è alla scala <strong>della</strong> vita umana che si ristabiliscono gli<br />

equilibri perturbati.<br />

Questo è un esempio del tipo di risposte che si possono<br />

Geoitalia 36, 2011 13

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!