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Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

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lato ci furono i funzionari dello stato,<br />

capeggiati da Felice Giordano e spalleggiati<br />

da Sella, che volevano un rilevamento<br />

a tappeto che evidenziasse<br />

soprattutto le potenzialità minerarie e<br />

di comunicazione, cioè tutto ciò da cui<br />

lo stato potesse trarre un utile a breve;<br />

per loro i rilevatori più idonei non potevano<br />

che essere gli ingegneri-geologi<br />

del Regio Corpo delle Miniere.<br />

Lodovico Pasini, Schio 1804, Roma 1870<br />

Quintino Sella, Mosso 1827, Bilella 1884<br />

Dall’altro si misero i professori<br />

universitari, capeggiati da Antonio<br />

Stoppani e da Torquato Taramelli, che<br />

volevano rilevamenti selettivi fatti da<br />

loro stessi o dai loro allievi in varie località<br />

considerate chiave al fi ne di illustrare<br />

particolarità paleontologiche o<br />

stratigrafi che o perfi no paesaggistiche.<br />

Di utile immediato ce n’era poco, anche<br />

se l’utilità scientifi ca era elevata.<br />

Felice Giordano,<br />

Torino 1825, Vallombrosa 1892<br />

Torquato Taramelli,<br />

Bergamo 1845, Pavia 1922<br />

Alla fi ne si arrivò a un compromesso:<br />

si fecero anzitutto rilevamenti<br />

in aree ristrette prevalentemente d’interesse<br />

minerario (Sicilia, Elba ecc.).<br />

Intanto, però, erano passati quindici<br />

anni ed era passata anche, per i geologi,<br />

l’occasione di contare <strong>sulla</strong> scena<br />

scientifi ca italiana. La morte di Sella<br />

(1884) non fu propriamente la fi ne<br />

dell’importanza delle scienze <strong>della</strong><br />

Terra in Italia, ma certo non contribuì<br />

ad affermarle presso gli organi di<br />

governo il fatto che nella Mineralogia<br />

avesse preso il sopravvento la Cristallografi<br />

a e nella Geologia la Paleontologia,<br />

entrambe ben lontane da essere<br />

scienze applicate, all’epoca, e certo<br />

non tali da essere ben valutate per lo<br />

sviluppo economico del paese.<br />

Risposte alla seconda domanda<br />

Anche qui, tutto dipenderà da<br />

quando le diverse strutture cesseranno<br />

di essere divise e in concorrenza tra<br />

loro e cominceranno a operare unite<br />

per un solo fi ne concordato.<br />

Resteranno sicuramente monotematici<br />

almeno tre dipartimenti, che<br />

hanno il personale suffi ciente per restare<br />

tali. Tutti gli altri dovranno adattarsi<br />

in qualche forma, diventando<br />

politematici nel modo più razionale<br />

possibile, senza cadere nell’errore di<br />

trovare alleanze puramente fi ttizie,<br />

perché queste saranno alla lunga poco<br />

operative e di breve respiro.<br />

La soluzione possibile è di diventare<br />

dipartimenti territoriali (associandosi<br />

agli ingegneri) oppure ambientali<br />

(associandosi a una parte dei biologi)<br />

oppure – nel malaugurato caso di un<br />

frazionamento – entrare nei dipartimenti<br />

di scienza dei materiali, per i<br />

mineralisti-petrografi -geochimici, e in<br />

quelli di biologia evoluzionistica, per<br />

geologi e paleontologi.<br />

La forza delle scienze <strong>della</strong> Terra<br />

attuali sta nel poter valutare due fattori:<br />

il tempo (geocronologia) e il luogo<br />

(GIS). Questa forza potrebbe essere<br />

aumentata prendendo in considerazione<br />

di più il cambiamento climatico,<br />

cioè la meteorologia.<br />

È ben vero che la Terra per i geologi<br />

è solo la Terra solida, ma si è già<br />

fatta una grossa eccezione allargandosi<br />

alla Terra liquida (Geologia marina<br />

e Oceanografi a fi sica) e potrebbe<br />

essere vantaggioso legarsi in nuove<br />

collaborazioni con chi studia la Terra<br />

gassosa, cioè l’Atmosfera: i meteorologi,<br />

appunto.<br />

Rimane il fatto che i geologi sono<br />

depositari di alcune metodologie che<br />

appaiono insostituibili: ad esempio<br />

quelle che permettono lo studio ottico<br />

delle sostanze solide; per ora queste<br />

sono interpretate essere solo i minerali<br />

(e per di più solo quelli comuni<br />

petrogenetici), ma in un’ottica di so-<br />

Geoitalia 36, 2011 31

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