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Un discorso epistemologico sulla complessità nelle Scienze della

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Lo studio <strong>della</strong> sismicità<br />

storica per conoscere<br />

il rischio sismico<br />

DARIO SLEJKO<br />

OGS Istituto Nazionale di Oceanografi a<br />

e Geofi sica Sperimentale<br />

Caratteristiche <strong>della</strong> sismologia storica<br />

Sismicità storica e sismicità strumentale contribuiscono<br />

con pari dignità alla conoscenza delle caratteristiche sismiche<br />

di una regione. La sismicità storica, tramite il recupero di informazioni<br />

macrosismiche sui sismi avvenuti prima del 1900,<br />

inizio delle registrazioni sismografi che nel mondo, contribuisce<br />

in maniera determinante alla costruzione di un catalogo di<br />

terremoti, fonte principale per tutte le analisi di sismicità regionale.<br />

La sismicità strumentale, d’altra parte, rappresenta la<br />

fonte più precisa per lo studio delle caratteristiche sismotettoniche<br />

di una regione in quanto permette, talvolta, associazioni<br />

tra terremoti e faglie. Sismicità storica e strumentale sono,<br />

dunque, due facce molto diverse del processo sismogenetico,<br />

ma nessuno studio fi nalizzato a comprendere la sismicità di<br />

una regione può prescindere da una delle due.<br />

La sismologia storica si basa strettamente su due componenti:<br />

quella sismologica e quella storica. L’esperto storico,<br />

meglio addirittura se specializzato sul periodo storico<br />

nel quale il sisma è avvenuto, è capace di individuare gli<br />

archivi, e negli archivi i repertori da cui è possibile attingere<br />

informazioni sull’evento studiato. Allo storico, ancora,<br />

è richiesta la capacità di tradurre in informazioni attuali le<br />

descrizioni lasciate da testimoni lontani nel passato e di contestualizzarle<br />

in funzione degli avvenimenti di quel tempo.<br />

A titolo di esempio, possiamo dire che l’entità del danno<br />

causato da un terremoto può essere dedotta dalla lettura di<br />

documenti disparati quali i verbali dell’autorità comunale<br />

preposta alla ricostruzione dell’edifi cato, mentre l’impatto<br />

sociale può essere ricavato anche dal libro parrocchiale dei<br />

morti. Ma l’individuazione delle fonti utili per descrivere un<br />

terremoto possono essere le più svariate e, talvolta, il loro<br />

reperimento risulta del tutto casuale. Chi potrebbe andare a<br />

cercare, per esempio, notizie di un terremoto in un libro sacro?<br />

Ed invece, in una Bibbia è stata trovata la nota di un ecclesiastico<br />

che, avvertendo il terremoto del 1511 a Cividale,<br />

ha scritto quanto accadeva intorno a lui. Anche da capitelli<br />

e lapidi è possibile avere notizie. La ricostruzione di edifi ci<br />

monumentali viene spesso testimoniata da una lapide che<br />

ricorda ai posteri l’opera compiuta e le motivazioni dell’intervento,<br />

con ampio riconoscimento all’esecutore.<br />

Lo studio dei terremoti del passato richiede metodologie di indagine particolari<br />

che necessitano l’esperienza di esperti storici, oltre che quella<br />

di sismologi. Sono studi piuttosto onerosi sia in termini di tempo che in<br />

termini di fondi da destinare. Il risultato è spesso importantissimo per<br />

la conoscenza <strong>della</strong> sismicità regionale, poiché regioni come l’Italia sono<br />

caratterizzate da sismi forti con un periodo di ritorno molto lungo, anche<br />

diversi secoli. Tali eventi sono raramente corredati da registrazioni<br />

strumentali, che in Italia sono iniziate solo alla fi ne del diciannovesimo<br />

secolo, e solo lo studio macrosismico può aiutare nell’individuazione dei<br />

parametri focali del terremoto, informazione di base per qualsiasi studio<br />

fi nalizzato alla conoscenza del rischio sismico.<br />

Oltre a tutto questo, il terremoto lascia tracce talvolta nei<br />

manufatti stessi. Ecco, allora, che la ricostruzione dell’evento<br />

non può prescindere dalla consulenza di architetti ed ingegneri,<br />

che sono in grado di riconoscere gli interventi di<br />

ricostruzione o restauro e di datare le diverse parti dell’edifi<br />

cio. Questa operazione permette talvolta di evidenziare i<br />

probabili danni subiti in un certo periodo: ne può derivare<br />

l’associazione con un fenomeno sismico, sempre tenendo in<br />

giusta considerazione i margini di errore insiti in un’operazione<br />

di questo tipo.<br />

Figura 1 – Veduta <strong>della</strong> Tor Grande di fronte al porto di Trieste (tratta<br />

da Scussa e Kandler, 1863). Sulla lapide sotto l’orologio si legge: ”MA-<br />

XIMILLIANVS CAESAR TVRRIM VENETIS PRIUS MACHINIS CONCVSSAM<br />

TERRAEMOTV DEINDE HORRIBILI PENE DESTRVCTAM CIVITATI BENEME-<br />

RENTI RESTAVRARI IVSSIT. ANNO SALVTIS MDXVII”.<br />

<strong>Un</strong> esempio in tal senso è relativo al forte terremoto che<br />

nel 1117 sconvolse gran parte <strong>della</strong> Pianura Padana. Per esso è<br />

Geoitalia 36, 2011 37

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