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San Marco in SyIvis - Istituto studi atellani

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a Messana. Gli storici antichi li ricordano con vari nomi: gli Equi, i Volsci, gli Ernici, i<br />

Sab<strong>in</strong>i <strong>in</strong> contatto più diretto con Roma; gli Umbri lungo il corso dell'alto Tevere e<br />

sull'Apperm<strong>in</strong>o; i Piceni ed i Pretuzi verso la costa adriatica e, a sud di questi, i Vest<strong>in</strong>i<br />

ed i Marruc<strong>in</strong>i; nelle regioni dell'Appenn<strong>in</strong>o centrale i Marsi, i Peligni, i <strong>San</strong>niti e, verso<br />

la costa tirrenica, i Campani ed i Lucani, verso quella adriatica i Frentani; f<strong>in</strong>almente i<br />

Bruzii nell'attuale Calabria ed i Mamert<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Sicilia. Le iscrizioni italiche, più di<br />

trecento, si distendono su di una grande zona che va da Iguvium a Messana, attraverso il<br />

Picenum, l'Umbria, il Samnium, la Campania, la Lucania, l'Apulia, il Bruttium 4 .<br />

Queste iscrizioni ci permettono di identificare due pr<strong>in</strong>cipali dialetti italici, l'osco e<br />

l'umbro. Il primo parlato e fissato letterariamente dalle popolazioni che, diffuse nel<br />

territorio abitato dagli opikòi (lat<strong>in</strong>o opsci > osci) 5 , ne assunsero il nome; il secondo<br />

proprio di quegl'Italici che, seguendo i precedenti, si stanziarono nella regione tra il<br />

Tevere ed il Tup<strong>in</strong>o s<strong>in</strong>o alla valle del Nera, dove probabilmente si sovrapposero, a<br />

genti liguri (gli Ambrones) da cui trassero il nome.<br />

Delle iscrizioni osche, più di trecento, trovate specialmente nei territori di Capua, Nola,<br />

Pompei, le pr<strong>in</strong>cipali sono:<br />

- Il Cippo di Abella conservato nel Sem<strong>in</strong>ario di Nola. La pietra, <strong>in</strong>cisa nel recto e nel<br />

verso, contiene, <strong>in</strong> 58 righe <strong>in</strong> grafia osca, una specie di trattato fra le città di Nola e di<br />

Abella per il comune godimento di un tempio dedicato ad Ercole e del territorio<br />

adiacente.<br />

- La Tavola Bant<strong>in</strong>a che si trova nel Museo di Napoli. Contiene, nel verso, gli<br />

ord<strong>in</strong>amenti della città di Bantia <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua osca trascritta con caratteri lat<strong>in</strong>i; nel recto<br />

una legge romana dell'epoca dei Gracchi.<br />

- La Tavola di Agnone conservata nel Museo Britannico. Contiene un elenco di parti<br />

susseguentisi nel rec<strong>in</strong>to sacro o nelle sue adiacenze, dist<strong>in</strong>te da costruzioni dedicate<br />

ciascuna a s<strong>in</strong>gole div<strong>in</strong>ità.<br />

La Defixio contro Pacio Clovatio conservata nel Museo di Napoli. Contiene tredici<br />

righe di testo <strong>in</strong> caratteri oschi e rappresenta il tipo italico delle defixiones o tavole di<br />

esecrazione.<br />

Inf<strong>in</strong>e sono da ricordare il gruppo delle ventidue iscrizioni votive dette iuvilas<br />

conservate le più nel Museo Campano, alcune nel Museo di Napoli, altre nel Municipio<br />

di S. Maria di Capua, una nel British Museum. Si tratta di iscrizioni votive di varia<br />

lunghezza, trovate nei pressi di uno dei più antichi santuari capuani, nel fondo della<br />

famiglia Patturelli e nelle vic<strong>in</strong>anze 6 .<br />

Accenni riguardanti la l<strong>in</strong>gua osca<br />

Gli Osci avevano una l<strong>in</strong>gua piuttosto rozza, tanto che gli scrittori greci e lat<strong>in</strong>i solevano<br />

dire «parlar osco» per significare un l<strong>in</strong>guaggio semibarbaro. Questa l<strong>in</strong>gua sopravvisse<br />

4 G. Bottiglioni, Manuale dei dialetti italici (Bologna, 1954) passim.<br />

5 G. Alessio, o. c., p. 252. «L'etnico O(p)sci, connesso con il medioevale Opis, l'odierna Opi<br />

(L'Aquila), designa gli abitanti delle convalli campane (cfr. basco 'obi' = concavidad), nato <strong>in</strong><br />

contrapposizione a quello dei Volsci (dalla base 'vel-' «essere alto») designante gli abitanti della<br />

regione montuosa immediatamente a nord della Campania».<br />

6 G. BOTTIGLIONI, o. c., p. 4.<br />

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