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San Marco in SyIvis - Istituto studi atellani

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SESSA: IL DUCA, I SUFFEUDI E IL DEMANIO<br />

GIUSEPPE GABRIELI<br />

Sappiamo che il suffeudo era una concessione, non una vendita e nemmeno una<br />

donazione, fatta dal feudatario <strong>in</strong> cambio di prestazioni varie che, negli ultimi tempi si<br />

erano ridotte a prestazioni <strong>in</strong> denaro, «corresponsione di capponi e gall<strong>in</strong>e», fermo<br />

restando «l’adhoa e il relevio» che era una tassa di successione ante litteram.<br />

I suffeudi, all’atto della cessione al R. Demanio, avvenuta nel 1797, erano otto 1 .<br />

Il 24 agosto 1791 compariva nella R. Camera della Sommaria il procuratore del Duca di<br />

Sessa ed esponeva come «prima del 1400 si ritrova(va) alli precedessori del suo<br />

pr<strong>in</strong>cipale conceduto <strong>in</strong> feudo la città e Stato di Sessa e Toraldo e ne riproduceva<br />

PRIVILEGI, <strong>in</strong>vestitura cui si appose espressamente la clausola quod feudatari tenent<br />

feuda <strong>in</strong> territorio dictarum civitatum et terrarum ... quod primibus ricognoscebant a<br />

Regia Curia quod teneantur ex <strong>in</strong>de <strong>in</strong> antea ei recognoscere a dicto duce eiusque<br />

heredibus e successori, siccome si legge dal Privilegio <strong>in</strong> forma spedito, dal Re<br />

Ferd<strong>in</strong>ando il Cattolico nel 1507, lo che si ricava da R. Qu<strong>in</strong>ternioni e propriamente nel<br />

Qu<strong>in</strong>ternione 9 folio 93 2 .<br />

«Fra gli altri suffeudi, adunque, compreso il suddetto Stato di Sessa e che devono<br />

riconoscere la Ducal Camera dello Stato, sono i seguenti:<br />

GAMBASELICE alias ALIASSO<br />

consistente <strong>in</strong> terre campestri ed aratorie di moggia 100, <strong>in</strong> circa, sito nelle pert<strong>in</strong>enze<br />

della città di Sessa e propriamente nel luogo detto Tomacelli e che conf<strong>in</strong>a colli beni<br />

dell’Arcidiaconato di detta città, Cappella delli Pollani, prato del Sem<strong>in</strong>ario, venerabile<br />

Monastero di S. Germano e via Appia, consistente <strong>in</strong> una Corte di moggia 10 <strong>in</strong> circa<br />

sita nelle pert<strong>in</strong>enze della medesima città di Sessa e propriamente nel casale di Cellole,<br />

luogo detto alli Manzi; consiste altresì <strong>in</strong> una terra arbostata e vitata di moggi 3 circa,<br />

sita <strong>in</strong> dette pert<strong>in</strong>enze, nel luogo ove si dice Tavernone.<br />

E f<strong>in</strong>almente <strong>in</strong> un prato di 1/2 moggio nel luogo detto alle Verzechelle di Cellole. Per il<br />

suddetto suffeudo li possessori pro tempore hanno sempre riconosciuto la Ducal<br />

Camera, con pagarne alla medesima non solo l’adoa, ma i relevii che per morte dei<br />

possessori si dovevano e specialmente nel 1705 si pagava il medesimo relevio per detto<br />

suffeudo da Don Giulio Di Paola, Don Giuseppe Jone della Vega, tutore di Francesco<br />

Jone della Vega, crede <strong>in</strong> feudalibus di Don Alonzo suo padre 3 .<br />

RUGLIONI seu MADAMA FRANCA<br />

nelle pert<strong>in</strong>enze medesime dello Stato di Sessa, per la quale, nel 1732, fu pagato relevio<br />

da Donna Antonia De Leo per morte di Don Leonardo 4 .<br />

L’Isola di moggi 100 circa nel casale di <strong>San</strong> Castrese di cui relevio nel 1749 da Don<br />

Bradimante Di Costanzo per morte di Don Arcangelo 5 .<br />

1<br />

G. GABRIELI, La vendita del feudo, Rassegna Storica dei Comuni, 1983, n. 13-14 e <strong>in</strong><br />

Rivista Aurunca, n. 1, 1984.<br />

2<br />

Purtroppo i Qu<strong>in</strong>ternioni andarono distrutti a Nola, durante l’ultima guerra.<br />

3<br />

Nel rogito è def<strong>in</strong>ito Gambaselice alias seu Tomacelli, consistente <strong>in</strong> 4 territori denom<strong>in</strong>ati<br />

Tomacelli, Monticello, Manzi seu S. Benvenuta e Terentici seu Tavernone <strong>in</strong> gestione al<br />

marchese Zatara.<br />

4<br />

Ruglioni è detto anche l’Isola seu Madma Franca: 7 pezzi di terreno con fabbriche.<br />

5<br />

Nel rogito è scritto: l’Isola con fabbriche di Don Giuseppe Orvei.<br />

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