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San Marco in SyIvis - Istituto studi atellani

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SESSA AURUNCA<br />

IL DEPUTATO SALVATORE MORELLI<br />

GIUSEPPE GABRIELI<br />

II PARTE<br />

Tutti quelli che hanno scritto di Salvatore Morelli, hanno lamentato l'impossibilità di<br />

reperire i suoi articoli ... a noi è capitata la fortuna di trovare sei copie sequestrate che,<br />

ben meditate, ci danno un'esatta dimensione delle vedute politiche e soprattutto sociali<br />

di questo dimenticato precursore.<br />

Il n. 3, <strong>in</strong> data 16 luglio e regolarmente sequestrato commentava: «Quei ribaldi che ora<br />

si danno <strong>in</strong> campagna per ricattare ed assass<strong>in</strong>are sono quegli stessi cittad<strong>in</strong>i che nel<br />

1860 acclamarono Garibaldi, festeggiarono la monarchia costituzionale, sorrisero alla<br />

libertà, vollero di cuore l'Unità, accolsero fraternamente con le palme di ulivo i<br />

piemontesi. Or donde procede che quegli stessi cittad<strong>in</strong>i, dopo tre anni, si son fatti briganti<br />

per dar la caccia a coloro che essi appellano fratelli? Non si può dire che sia per<br />

odio alla libertà perché se accolsero ilari e festosi la libertà fanciulla ed improduttiva<br />

dovrebbero amarla di più adesso ch'è fatta adulta. Non si può dire che sia per deferenza<br />

monarchica perché nei primi momenti della rivoluzione quando potevano salvare la<br />

causa borbonica, l'abbandonarono per acclamare l'Unità d'Italia sotto lo scettro di Casa<br />

Savoia. Se dunque si ribellarono è perché veggono il m<strong>in</strong>istero ribellato alla legge<br />

fondamentale, negando la giustizia ed il benessere proposto nel concetto della<br />

rivoluzione e girato nelle sue promesse riparatrici» 1 .<br />

Il n. 19 del 24 giugno 1864 era stato sequestrato per via di due articoli: Opposizione <strong>in</strong><br />

Parlamento e Ricostruiamo il Comune; nel primo il questore vi aveva ravvisato<br />

«adesione ad una forma di Governo diverso dall'ord<strong>in</strong>e Monarchico costituzionale<br />

(nonché) voto e m<strong>in</strong>accia per la distruzione di questa». «La condotta dei così detti<br />

deputati radicali - scriveva Morelli - che <strong>in</strong> Parlamento siedono sui banchi della s<strong>in</strong>istra,<br />

diventa ogni giorno più riprovevole e vergognosa. Briachi di ammirazione per le<br />

istituzioni monarchiche, aspiranti solo a scalzare alcuni <strong>in</strong>dividui per sostituirvi le loro<br />

miserabili personalità, essi non fanno della politica del paese un'alta questione di<br />

pr<strong>in</strong>cipi, ma una semplice questione di <strong>in</strong>teresse di consorteria. Giacché, ci affrettiamo a<br />

dichiararlo, noi consideriamo come una consorteria, tanto il branco di quelli animali<br />

parassiti che suggono i milioni dello stato, quanto coloro che fanno opposizione al<br />

governo, solo nell'<strong>in</strong>tendimento di sostituirsi ad esso.<br />

Gli sforzi che fanno i così detti deputati dell'opposizione costituzionale per separare<br />

Garibaldi da Mazz<strong>in</strong>i, e dalla democrazia militante sono <strong>in</strong>f<strong>in</strong>iti. Loro scopo sarebbe<br />

quello di far regalare dal governo al gran Nizzardo un bonetto da generale d'armata, o da<br />

vice Ammiraglio, sperando con ciò di riuscire a rimorchiarlo nella loro politica, che<br />

consiste nel far guerra di assalto agli scanni m<strong>in</strong>isteriali. Garibaldi che conosce il f<strong>in</strong>e<br />

mesch<strong>in</strong>o di questi pigmei vestiti da Alcide, sdegna scendere con loro a trattative ben<br />

sapendo che non è coll'aspirare a un cencio di portafoglio che si salva l'onore d'Italia.<br />

Egli sa che il mozzo Garibaldi vale di più che un Garibaldi Ammiraglio; egli sa che,<br />

donatore di regni, si abbasserebbe ad accettare da un Re un titolo ridicolo, egli sa ormai<br />

che da certi uom<strong>in</strong>i, da certe istituzioni, da certe transazioni bisogna separarsi<br />

decisamente: egli sa che <strong>in</strong> Aspromonte l'Italia fu ferita a morte e sa contemporaneamente<br />

chi fu che caricò i fucili, che i soldati di Pallavic<strong>in</strong>i scaricarono contro<br />

petti italiani.<br />

1 G. GABRIELI, Salvatore Morelli, op. cit.<br />

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