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San Marco in SyIvis - Istituto studi atellani

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Capito che gli assediati avrebbero venduto cara la pelle «per tutto il resto di quella notte<br />

le mire degli assass<strong>in</strong>i si rivolsero <strong>in</strong> altre parti» sempre tenendo uom<strong>in</strong>i «appiattati a<br />

menar delle fucilate contro la sudetta casa Furitano».<br />

Nel frattempo andarono «a dare il sacco ed <strong>in</strong>cendio alla casa del PATROCINATORE<br />

D. Antonio Torchiano «uccidendone la moglie». Saccheggiarono «la Casa<br />

dell’USCIERE D. Giuseppe Billitteri, la Casa dell’USCIERE D. Francesco Garaffi, la<br />

Casa di D. V<strong>in</strong>cenzo Mosca, la Casa di NOTAR D. Mariano Leone» e tra l’una impresa<br />

e l’altra corsero ad ubriacarsi nelle varie cant<strong>in</strong>e del paese.<br />

All’alba il giudice cercò nuovamente di <strong>in</strong>viare un altro messo al Comandante la truppa,<br />

ma il tentativo fallì ancora una volta perché «era talmente dai Rivoltuosi sorvegliata<br />

ogni strada, ed ogni sentiero il più solitario».<br />

Questa volta, però, si contentarono di distruggere il messaggio.<br />

Allora la turba, composta di oltre quaranta <strong>in</strong>dividui, di cui il Barone fa i nomi, visto che<br />

la truppa non <strong>in</strong>terveniva, si decise a caricare <strong>in</strong> massa.<br />

«Introducendosi tutti gli assalitori, il Baronello PER NON DARE LORO LA<br />

SODDISFAZIONE DI DARSI VIVO ... SI UCCISE DA SE’ CON UN COLPO DI<br />

PISTOLA. Il Giudice la di lui moglie, D. Francesco Sivera restarono uccisi, Francesco<br />

dell’Orto e moglie al servizio del Furitano pure, nonché D. Domenico Marotta (o<br />

Marolda o Merolda) e il gendarme Ambra ... e f<strong>in</strong>almente facendo pria uscire quasi<br />

semiviva la vecchia Baronessa Madre di Don Antonio, la moglie del Baronello, numero<br />

quattro Ragazzi, le sorelle, e madre della medesima e li tre ragazzi del Giudice di unita<br />

alla cameriera e cuc<strong>in</strong>iera del Furitano, diedero il sacco alla casa, term<strong>in</strong>ato il quale, gli<br />

appiccarono il fuoco, così violento, quantoche <strong>in</strong> un batter d’occhio sprofondarono i<br />

pavimenti, e crollando i tetti andò totalmente <strong>in</strong> rov<strong>in</strong>a».<br />

Il barone «brancolando su i tetti della crollante casa, gli riuscì di buttarsi <strong>in</strong> un vicolo»<br />

dove fu assalito da alcuni fac<strong>in</strong>orosi, ma, grazie all’<strong>in</strong>tervento di alcune persone e di un<br />

sacerdote «<strong>in</strong> nulla l’offesero».<br />

Pareva che si fosse «saziata l’ira dei Rivoltuosi» <strong>in</strong>vece «accorsero forsennati alla casa<br />

del PERCETTORE cavaliere D. Vespasiano Caracciolo, la saccheggiarono,<br />

massacrarono lui e il figlio E QUASI TUTTI I SUOI SUBALTERNI, e dé loro cadaveri<br />

fecero mille strazi conducendone le teste ad un palo, come avevano fatto col cadavere<br />

del Baronello, e ne bruciarono i corpi. Commisero altri eccidi di particolari Individui, e<br />

f<strong>in</strong>almente tali Scellerati per compiere i fatti di quella matt<strong>in</strong>a si rivolsero ad eseguire<br />

nel più barbaro modo i funerali d’un tale D. Stefano Scozzano, VILLANO DI FRESCO<br />

INGENTILITO, giovane dabbene, ma parente dei pr<strong>in</strong>cipali fac<strong>in</strong>orosi, ed autori della<br />

rivolta e «portatori dello istesso di lui cognome».<br />

Costui era morto di colera quattro giorni prima, ma siccome «dovea dirsi veleno, vanno<br />

i Rivoltosi forsennatamente a dissotterrare il cadavere ... sepolto nel nuovo Cimitero<br />

fuori l’abitato, e senza curare che venivano nel Comune ad <strong>in</strong>trodurre vie più il<br />

contaggio, come <strong>in</strong>fatti risultò, <strong>in</strong> trionfo lo conducono nel Paese, entrandolo a viva<br />

forza nella Madre Chiesa fra il suono delle campane ed <strong>in</strong>di da energumeni scagliandosi<br />

contro l’abitazione del Protomedico D. Ignazio Cerlotti medico che aveva curato lo<br />

Scozzano (o Scozzaro), e che non aveva potuto preservarlo dalla morte, lo accusano di<br />

prop<strong>in</strong>ato veleno, gli saccheggiano la casa e la <strong>in</strong>cendiano. A nulla valgono i consigli di<br />

desistere».<br />

Avendo trovato dei colori che dovevano servire per alcuni lavori di att<strong>in</strong>tatura, decidono<br />

trattarsi di veleno e di doversi «dar morte al Protomedico».<br />

Nel frattempo «un rogo acceso di diversi cadaveri di gentiluom<strong>in</strong>i ... fu alzato <strong>in</strong>nanti la<br />

casa del defunto Scozzano come ultima soddisfazione dell’offesa famiglia».<br />

Saziata la furia bellu<strong>in</strong>a, com<strong>in</strong>ciarono a temere l’arrivo della truppa; si riunirono,<br />

perciò, «nella Chiesa collaterale nom<strong>in</strong>ata di Maria di tutte le Grazie, formarono da loro<br />

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