il monumento naturale palude di torre flavia, un ... - WWF Italia
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Approfon<strong>di</strong>mento: PROBLEMI DI EROSIONE ACCELERATA DELLE COSTE<br />
Approfon<strong>di</strong>mento: PROBLEMI DI EROSIONE ACCELERATA DELLE COSTE<br />
Sulle <strong>di</strong>namiche costruttive della spiaggia influiscono notevolmente i regimi<br />
stagionali dei venti e i conseguenti andamenti del mare. Nel nostro caso in<br />
inverno si ha la prevalenza <strong>di</strong> venti da NE i cui effetti sono parzialmente mitigati<br />
dalla presenza dei vicini r<strong>il</strong>ievi Tolfetano-Ceriti, seguiti dai venti da NW; in primavera<br />
e aut<strong>un</strong>no prevalgono venti sciroccali (SE); l’estate è la stagione dei venti<br />
da Sud e da SW (venti <strong>di</strong> libeccio) che accentuano gli effetti sulla vegetazione<br />
della già mancata evapotraspirazione. Le mareggiate <strong>di</strong> scirocco possono raggi<strong>un</strong>gere<br />
e superare forza 6 (scala Beaufort) con conseguenze importanti sull’ambiente<br />
della <strong>palude</strong> in quanto le ondate possono scavalcare fac<strong>il</strong>mente la<br />
già ridotta spiaggia e l’es<strong>il</strong>e r<strong>il</strong>ievo “d<strong>un</strong>are” ed investire lo specchio d’acqua interno.<br />
Durante le mareggiate invernali <strong>il</strong> moto ondoso aggre<strong>di</strong>sce la spiaggia,<br />
strappandole la sabbia, che va a depositarsi sui fondali antistanti, facendo arretrare<br />
la linea <strong>di</strong> costa.<br />
Se da <strong>un</strong> lato questo trasporto fa arretrare la spiaggia, dall’altro, formando delle<br />
“secche” a poca <strong>di</strong>stanza dalla sponda, l’energia delle mareggiate seguenti<br />
tende a smorzarsi sulle secche stesse, <strong>di</strong>minuendo la pressione sulla spiaggia:<br />
<strong>un</strong> vero e proprio meccanismo <strong>di</strong> auto<strong>di</strong>fesa della spiaggia. In estate <strong>il</strong> moto ondoso<br />
ha minore energia, ma è com<strong>un</strong>que sufficiente, in con<strong>di</strong>zioni “naturali”,<br />
a riempire <strong>il</strong> vuoto lasciato dall’ erosione invernale e la spiaggia riacquista <strong>il</strong> suo<br />
prof<strong>il</strong>o.<br />
Questo meccanismo basato sugli equ<strong>il</strong>ibri naturali è stato purtroppo, come abbiamo<br />
già accennato, messo in crisi dall’intervento dell’uomo.<br />
L’azione <strong>di</strong> trasporto del Tevere oggi si fa sentire poco, per le alterazioni apportate<br />
dall’uomo, e nella costruzione delle spiagge locali hanno la prevalenza i materiali<br />
trasportati dai corsi d’acqua che scendono a mare dalle pen<strong>di</strong>ci occidentali<br />
dei vicini r<strong>il</strong>ievi vulcanici Sabatini (Fossi Vaccina, Zambra, Sanguinara) che costituiscono,<br />
tutti assieme <strong>un</strong> bacino <strong>di</strong> circa 240 kmq.<br />
Il gioco delle correnti marine, peraltro assai deboli, fa si che <strong>il</strong> trasporto <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti,<br />
in questo tratto <strong>di</strong> litorale, avvenga da nord verso sud, con l’eccezione<br />
<strong>di</strong> qualche piccola limitata inversione nelle imme<strong>di</strong>ate a<strong>di</strong>acenze dei promontori<br />
<strong>di</strong> Torre Flavia e Macchiatonda.<br />
Osservando vecchie carte nautiche o topografiche o le foto aeree <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i decenni<br />
fa all’altezza del rudere <strong>di</strong> Torre Flavia era ben evidente <strong>un</strong> promontorio,<br />
o più esattamente <strong>un</strong> “saliente” alquanto pron<strong>un</strong>ciato che interrompeva, assie-<br />
Canali<br />
all’interno<br />
dell’area<br />
protetta<br />
e ai margini,<br />
Foto DM<br />
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