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il monumento naturale palude di torre flavia, un ... - WWF Italia

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Inoltre citiamo i risultati <strong>di</strong> due ricerche particolarmente significative, in quanto<br />

danno in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong>rette sulla gestione delle zone umide.<br />

Il primo stu<strong>di</strong>o a cui facciamo riferimento è stato condotto dai ricercatori<br />

dell’Ufficio Ambiente della Provincia <strong>di</strong> Roma, del Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia Comparata<br />

dell’Istituto Nazionale della Sanità e della Stazione Romana Osservazione<br />

e Protezione Uccelli, (C. Battisti, C. Aglitti, A. Sorace, M. Trotta). In Tale stu<strong>di</strong>o si<br />

è potuto verificare che gli spostamenti degli uccelli migratori l<strong>un</strong>go le loro rotte<br />

possono essere influenzati da molteplici fattori, soprattutto da quelli climatici: forti<br />

tempeste ad esempio possono spostare interi gruppi <strong>di</strong> uccelli su rotte nuove<br />

mentre perio<strong>di</strong> prol<strong>un</strong>gati <strong>di</strong> siccità possono determinare forti variazioni nella presenza<br />

<strong>di</strong> determinate specie. A tal proposito è interessante sottolineare <strong>il</strong> ruolo<br />

che la “Palude <strong>di</strong> Torre Flavia” ha rivestito come laboratorio <strong>di</strong> osservazioni rispetto<br />

agli effetti della prol<strong>un</strong>gata siccità del 2002 sulla presenza <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e specie <strong>di</strong><br />

migratori. In quegli anni si passò da più <strong>di</strong> 1000 mm <strong>di</strong> pioggia nell’inverno 2001<br />

ai 40-60 mm dell’inverno 2002, con l’essiccamento <strong>di</strong> buona parte dell’area palustre.<br />

Nella primavera del 2001 furono osservate 17 specie, in quella del 2002<br />

scesero ad 11 per la scomparsa <strong>di</strong> Tachybaptus ruficollis, Ixobrychus minutus, Gallinula<br />

chloropus, Fulica atra, Acrocephalus ar<strong>un</strong><strong>di</strong>naceus, Serinus serinus.<br />

In particolare, eccetto Anas platyrhynchos e Acrocephalus scirpaceus, tutte<br />

le specie esclusive dei canneti e degli habitat acquatici erano assenti nella primavera<br />

2002. Una riduzione significativa <strong>di</strong> biomassa è stata registrata tra <strong>il</strong> primo<br />

ed <strong>il</strong> secondo anno <strong>di</strong> osservazione. Al <strong>di</strong> là dei dati connessi al particolare evento<br />

lo stu<strong>di</strong>o ha evidenziato che fonti naturali <strong>di</strong> stress per gli ecosistemi (come la<br />

mancanza <strong>di</strong> precipitazioni) o antropici (eccesso <strong>di</strong> prelievi per le irrigazioni) possono<br />

costituire <strong>un</strong>a minaccia per le popolazioni animali già provate dalla riduzione<br />

dei loro contingenti, dall’isolamento degli habitat, dall’“effetto barriera” costituito<br />

dagli ambienti fortemente urbanizzati o dalla competizione con specie opport<strong>un</strong>iste<br />

(la mancanza <strong>di</strong> acqua favorisce, tra l’altro, l’accesso dei predatori, come<br />

volpi e cani, nei luoghi <strong>di</strong> sosta e ni<strong>di</strong>ficazione). Ciò sembra tanto più preoccupante<br />

nelle aree me<strong>di</strong>terranee, dove <strong>il</strong> prelievo sconsiderato <strong>di</strong> acque ed <strong>il</strong> cambiamento<br />

climatico mettono a rischio l’intero ciclo idrogeologico con effetti potenzialmente<br />

<strong>di</strong>sastrosi sugli habitat e sulla fa<strong>un</strong>a.<br />

La seconda ricerca a cui facciamo riferimento è <strong>un</strong>a ricerca complementare<br />

alla prima (C. Battisti, A. Sorace, E. De Angelis, C. Galimberti, N. Trucchia) riguardante<br />

gli effetti dell’andamento delle piogge e della variazione artificiale delle acque<br />

sull’abbondanza degli uccelli acquatici, in particolar modo sulla presenza <strong>di</strong><br />

ardei<strong>di</strong> e anati<strong>di</strong>, in <strong>un</strong>’area umida residua come quella <strong>di</strong> Torre Flavia.<br />

Nel 2002 la Provincia <strong>di</strong> Roma, stipulò con <strong>il</strong> Consorzio <strong>di</strong> bonifica Tevere ed<br />

Agro Romano la fornitura <strong>di</strong> 100,000 m 3 /anno <strong>di</strong> acqua per stab<strong>il</strong>izzare <strong>il</strong> livello<br />

d’acqua nella <strong>palude</strong>.<br />

Nel 2003 <strong>il</strong> livello delle acque nella <strong>palude</strong> fu mantenuto costante sia dalle<br />

piogge abbondanti sia per l’apporto artificiale <strong>di</strong> acque necessario, tra l’altro, alla<br />

conduzione <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> piscicoltura. L’elevato livello <strong>di</strong> acque consentì in quell’anno<br />

<strong>un</strong> incremento significativo della presenza <strong>di</strong> anatre ed aironi, ripristinando<br />

la f<strong>un</strong>zione della <strong>palude</strong> come area <strong>di</strong> sosta per le migrazioni. La ricerca ha<br />

messo in evidenza <strong>il</strong> fatto che attività tra<strong>di</strong>zionali sostenib<strong>il</strong>i, come la pescicoltura<br />

praticata con meto<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionali in <strong>un</strong> ambiente semi<strong>naturale</strong>, possono essere<br />

compatib<strong>il</strong>e, anzi favorire le attività <strong>di</strong> conservazione.<br />

Il gruppo <strong>di</strong> lavoro impegnato negli stu<strong>di</strong> sopra citati è costituito da: Corra-

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