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il monumento naturale palude di torre flavia, un ... - WWF Italia

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zione e la conseguente impermeab<strong>il</strong>izzazione<br />

<strong>di</strong> ettari ed ettari <strong>di</strong> territorio che hanno influito<br />

sull’equ<strong>il</strong>ibrio idrogeologico, l’abbassamento<br />

delle falde idriche, l’eccessivo em<strong>un</strong>gimento<br />

<strong>di</strong> acque dai pozzi, la canalizzazione dei corsi<br />

d’acqua e, particolarmente grave per la Palude<br />

<strong>di</strong> Torre Flavia, l’interramento del canale<br />

che la <strong>un</strong>iva al Fosso Zambra, rifornendola <strong>di</strong><br />

acque dolci: l’attuale <strong>palude</strong> costituisce quin<strong>di</strong>,<br />

anche idrogeologicamente <strong>un</strong> sistema relitto,<br />

pressoché isolato dalla circolazione idrica<br />

superficiale.<br />

Approfon<strong>di</strong>mento: CARATTERISTICHE LITOLOGICHE DELLA SPIAGGIA<br />

La <strong>di</strong>fferenza tra i due tipi <strong>di</strong> sabbie, quelle “su<strong>di</strong>ste” portate dal Tevere e quelle<br />

che vengono dai piccoli <strong>torre</strong>nti che scendono giù dalle colline retrostanti<br />

(in primis <strong>il</strong> Fosso Vaccina) è ben evidente: le sabbie <strong>di</strong> Ostia o Fregene, sono<br />

chiare, leggere, fatte soprattutto <strong>di</strong> granuli quarzosi originati dall’erosione delle<br />

rocce se<strong>di</strong>mentarie del bacino del Tevere; sabbie invece nere, pesanti, grossolane,<br />

quelle frutto della demolizione <strong>di</strong> rocce vulcaniche che si accumulano in<br />

alc<strong>un</strong>i settori della spiaggia <strong>di</strong> Torre Flavia .<br />

La particolare natura mineralogica dei granuli che compongono la spiaggia <strong>di</strong><br />

Torre Flavia, ricchi <strong>di</strong> magnetite, <strong>di</strong>ede origine nel periodo dell’autarchia fascista<br />

ad <strong>un</strong> impianto <strong>di</strong> estrazione del minerale ad opera della Società Terni ancora<br />

attivo nei primi anni ‘60, che contribuì in modo non trascurab<strong>il</strong>e alla scomparsa<br />

della d<strong>un</strong>a e al processo <strong>di</strong> erosione del litorale.<br />

L’azione erosiva, asportando l’es<strong>il</strong>e livello <strong>di</strong> sabbie che costituivano la spiaggia,<br />

le famose sabbie “ferrose”, ha messo a nudo, soprattutto prima della realizzazione<br />

del “pennello” <strong>di</strong> Torre Flavia, gli strati sottostanti con <strong>un</strong>a scarpatella <strong>di</strong><br />

erosione alta a tratti 1-1,5 m: per primo <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> fanghi e arg<strong>il</strong>le palustri, grigiastro,<br />

ricco <strong>di</strong> sostanza organica, testimone <strong>di</strong> <strong>un</strong>a passata estensione molto<br />

maggiore della <strong>palude</strong>.<br />

Sotto questo livello è comparso <strong>il</strong> bancone terroso, rossiccio per ossidazione, dei<br />

fanghi a Cerastoderma. Questo mollusco bivalve (Cerastoderma edulis) conosciuto<br />

come “cuore”, dalla conchiglia globosa (<strong>di</strong>mensioni 46 x 35 mm) percorsa<br />

da <strong>di</strong>verse strie r<strong>il</strong>evate (fino a 24) vive infossato nel limo <strong>di</strong> ambienti prossimi<br />

alla costa scavandolo con <strong>il</strong> grosso “piede” <strong>di</strong> colore arancio vivo alla ricerca<br />

<strong>di</strong> particelle alimentari che vengono “catturate” da appositi “pettini branchiali”.<br />

In superficie rimangono solo i sifoni che permettono all’animale la respirazione.<br />

Il bancone, spesso qualche metro, testimonia la presenza <strong>di</strong> <strong>un</strong> ambiente<br />

costiero-lag<strong>un</strong>are, salmastro, vecchio <strong>di</strong> qualche migliaio <strong>di</strong> anni, perfettamente<br />

coerente con la ricostruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> litorale basso, costellato <strong>di</strong> lag<strong>un</strong>e<br />

e stagni salmastri. Il progressivo interramento <strong>di</strong> questi specchi d’acqua dovuto<br />

soprattutto all’accumularsi <strong>di</strong> resti organici della vegetazione palustre è testimoniato<br />

dai livelli, più o meno sott<strong>il</strong>i, <strong>di</strong> limi fluvio-lacustri scuri ricchi <strong>di</strong> sostanza<br />

organica ancora riconoscib<strong>il</strong>e che poggiano <strong>di</strong>rettamente sullo strato a Cerastoderma.<br />

Cordone<br />

artificiale<br />

<strong>di</strong> Torre<br />

Flavia,<br />

Foto LN<br />

21

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