il monumento naturale palude di torre flavia, un ... - WWF Italia
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Capitolo 3<br />
40<br />
si sarebbero più verificati ma per fort<strong>un</strong>a la <strong>palude</strong>, miracolosamente, riuscì a<br />
sopravvivere a quei tempi <strong>di</strong> “integralismi”.<br />
Per m<strong>il</strong>lenni, forse dal riscaldamento del clima alla fine dell’era glaciale, a partire<br />
da 11.000 anni fa, le zone umide me<strong>di</strong>terranee f<strong>un</strong>gono da luoghi <strong>di</strong> sosta e<br />
<strong>di</strong> rifoc<strong>il</strong>lamento degli uccelli migratori <strong>di</strong>retti nel Nord Europa. Forse prima le<br />
migrazioni si limitavano tra l’Africa e l’Europa meri<strong>di</strong>onale. Con <strong>il</strong> progressivo ritiro<br />
dei ghiacci gli uccelli iniziarono a spingersi sempre più a nord, anno dopo<br />
anno, in cerca <strong>di</strong> cibo, vegetale o animale che doveva essere abbondante nelle<br />
zone libere dai ghiacci. Moltissimi animali migrano, compresi mammiferi ed insetti,<br />
ma le migrazioni più spettacolari sono quelle degli uccelli. Se ci ren<strong>di</strong>amo<br />
in qualche modo conto degli spostamenti dei gran<strong>di</strong> volatori, magari osservandoli<br />
nelle loro formazioni lieneari o a “V”, meno evidenti ci appaiono gli spostamenti<br />
dei piccoli migratori, uccellini <strong>di</strong> pochi grammi che, come l’averla, possono<br />
volare dal tramonto all’alba, magari attraversando l<strong>un</strong>ghi tratti <strong>di</strong> mare, ad<br />
<strong>un</strong>a velocità costante <strong>di</strong> 50 Km/h. E sono proprio questi piccoli pro<strong>di</strong>gi della natura<br />
gli abituali frequentatori della nostra Palude, dove trovano cibo, rifugio e<br />
in molti casi luoghi adatti alla ni<strong>di</strong>ficazione.<br />
Gli uccelli della “Palude <strong>di</strong> Torre Flavia”<br />
<strong>di</strong> Francesco Maria Mantero<br />
Date le limitate <strong>di</strong>mensioni della Palude è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e <strong>di</strong>videre le presenze fa<strong>un</strong>istiche<br />
in relazione alla zonizzazione degli habitat presenti. Tuttavia, come hanno<br />
r<strong>il</strong>evato sia le ricerche effettuate nel corso della l<strong>un</strong>ga attività della stazione <strong>di</strong><br />
inanellamento <strong>di</strong> Torre Flavia, sia gli stu<strong>di</strong> e le ricerche effettuate durante la redazione<br />
<strong>di</strong> tesi <strong>di</strong> settore, l’area risulta essere <strong>un</strong> sito ricchissimo in termini <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità<br />
animale, nello specifico in relazione all’avifa<strong>un</strong>a: ad ottobre 2005 risultavano<br />
censite 169 specie cui si devono aggi<strong>un</strong>gere 6 specie alloctone non naturalizzate<br />
sfuggite alla cattività, osservate in modo occasionale nell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e<br />
la cui ni<strong>di</strong>ficazione nel Lazio non è stata accertata. 97 fra queste (59,88%) sono<br />
non Passeriformi, inoltre 41 (25,31%) rientrano nell’Allegato I della Direttiva<br />
92/43/CEE.<br />
L’area è stata infatti oggetto <strong>di</strong> ricerche attuate attraverso la stesura <strong>di</strong> varie<br />
tipologie <strong>di</strong> analisi conoscitive: dalla mappatura delle specie ni<strong>di</strong>ficanti, alla verifica<br />
delle presenze attraverso transetti territoriali e me<strong>di</strong>ante <strong>il</strong> censimento specifico<br />
degli anati<strong>di</strong> e degli ardei<strong>di</strong>, ricerche tutte coor<strong>di</strong>nate dalla Provincia <strong>di</strong> Roma<br />
e dalla Stazione <strong>di</strong> Inanellamento.<br />
La “Palude <strong>di</strong> Torre Flavia” è innanzi tutto <strong>il</strong> piccolo regno dei piccoli uccelli<br />
del canneto. Tra i passeriformi <strong>di</strong> questo ambiente troviamo l’Usignolo <strong>di</strong> fiume<br />
(Cettia cetti), presente tutto l’anno, la Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), <strong>il</strong> Forapaglie<br />
(Acrocephalus schoenobaenus) che frequenta le palu<strong>di</strong> dell’Europa Centro<br />
Orientale e della Scan<strong>di</strong>navia, ma è presente anche nelle zone umide del versante<br />
Tirrenico come Torre Flavia, <strong>il</strong> Cannareccione (Acrocephalus ar<strong>un</strong><strong>di</strong>naceus),<br />
questi ultimi presenti dalla primavera. Tra le altre specie che frequentano <strong>il</strong> canneto<br />
<strong>il</strong> Migliarino <strong>di</strong> <strong>palude</strong> (Emberiza schoeniclus). Anche <strong>il</strong> Forapaglie castagnolo<br />
(Acrocephalus melanopogon) è <strong>un</strong> frequentatore del canneto dove sverna tra<br />
canne e cespugli. Tra le specie accidentali in Europa è stata osservata a Torre Flavia<br />
la Cannaiola <strong>di</strong> Jerdon (Acrocephalus agricola), specie <strong>di</strong>ffusa in Asia e nella