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il monumento naturale palude di torre flavia, un ... - WWF Italia

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Pennello<br />

antiflutti<br />

in blocchi;<br />

gent<strong>il</strong>e<br />

concessione<br />

Pro Loco<br />

La<strong>di</strong>spoli<br />

54<br />

te dalle associazioni ambientaliste e dall’amministrazione provinciale giornate ecologiche<br />

finalizzate alla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> questo spazio <strong>naturale</strong> attraverso <strong>il</strong> coinvolgimento<br />

della citta<strong>di</strong>nanza locale, giornate in cui vennero rimosse gran<strong>di</strong> quantità<br />

<strong>di</strong> rifiuti e messe a <strong>di</strong>mora specie vegetali autoctone. La definizione <strong>di</strong> interventi<br />

istituzionali <strong>di</strong> riqualificazione, basati sulla ricostruzione f<strong>il</strong>ologica estrapolata<br />

da fonti storiche con particolare attenzione alla conservazione del nucleo ancora<br />

esistente della “Palude <strong>di</strong> Torre Flavia”, avvenne in seguito alla pubblicazione del<br />

volume monografico dal titolo “Tra Acqua e Terra” e<strong>di</strong>to a cura della Provincia <strong>di</strong><br />

Roma nel 1986 e de<strong>di</strong>cato in particolare alla Palude. Fu proprio questo lavoro che<br />

spinse le amministrazioni ad attuare <strong>il</strong> progetto <strong>di</strong> riqualificazione, la cui esecuzione<br />

venne effettuata a più riprese negli anni ‘90. Il primo progetto venne redatto<br />

dal <strong>WWF</strong> <strong>Italia</strong> su incarico dell’amministrazione provinciale, mentre la seconda<br />

fase progettuale fu messa a p<strong>un</strong>to dai tecnici della Provincia stessa. Nella fase esecutiva<br />

è stata dapprima rimossa <strong>un</strong>a grande quantità <strong>di</strong> rifiuti (concentrata nell’area<br />

<strong>di</strong> accesso) al fine, in primo luogo, <strong>di</strong> evitare potenziali forme <strong>di</strong> inquinamento<br />

della falda, in secondo luogo per raggi<strong>un</strong>gere <strong>il</strong> pieno recupero paesaggistico.<br />

In seguito si è proceduto alla realizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> cordone d<strong>un</strong>are artificiale<br />

con f<strong>un</strong>zioni <strong>di</strong> schermo anti-<strong>di</strong>sturbo l<strong>un</strong>go la strada asfaltata che costeggia la<br />

Palude; su questo accumulo sono state impiantate nel 2001 specie arbustive autoctone<br />

(Tamarix gallica) a formare <strong>un</strong>a fascia verde, f<strong>il</strong>tro in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e per mantenere<br />

la tranqu<strong>il</strong>lità interna al sito.<br />

Altri interventi limitati e localizzati sono stati effettuati al fine <strong>di</strong> mantenere<br />

in f<strong>un</strong>zione <strong>il</strong> sistema idrico superficiale, come la realizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a condotta <strong>di</strong><br />

adduzione <strong>di</strong> acque dolci provenienti dalle aree a monte della <strong>palude</strong> che permette<br />

<strong>il</strong> mantenimento dell’ambiente palustre evitando la completa salinizzazione delle<br />

acque dell’intero sistema palustre (la Provincia <strong>di</strong> Roma, come precedentemente<br />

detto, acquista dal Consorzio <strong>di</strong> Bonifica per Euro 10.000 l’anno l’acqua necessaria<br />

per tale operazione). È stato inoltre deciso <strong>di</strong> conservare l’impianto <strong>di</strong> acquacoltura<br />

e <strong>di</strong> allevamento avannotti presente nella parte centrale della <strong>palude</strong>.<br />

Tale scelta è stata determinata da fattori <strong>di</strong> varia natura: in primo luogo la considerazione<br />

che proprio questo impianto aveva evitato nel tempo la completa bonifica<br />

dell’area, in seconda istanza <strong>il</strong> fatto che l’itticoltura ha nell’area, come abbiamo<br />

visto, ra<strong>di</strong>ci antiche.<br />

La costruzione del pennello antiflutti in blocchi a tutela della <strong>torre</strong> omonima,<br />

intervento non afferente alla riqualificazione<br />

naturalistica, ha tuttavia determinato <strong>un</strong>a<br />

inversione <strong>di</strong> tendenza nella <strong>di</strong>namica erosiva<br />

del litorale del settore ricadente nella porzione<br />

in territorio <strong>di</strong> La<strong>di</strong>spoli, territorio in cui si nota<br />

<strong>un</strong> recupero dell’aren<strong>il</strong>e con conseguente formazione<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong>a piccola d<strong>un</strong>a colonizzata da interessanti<br />

fitocenosi. L’erosione sembra essere<br />

ancora accentuata, per contro, l<strong>un</strong>go <strong>il</strong> litorale<br />

ceretano; si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong> settore purtroppo interessato<br />

ancora da fenomeni <strong>di</strong> degrado costituiti<br />

da stab<strong>il</strong>imenti balneari in concessione demaniale<br />

marittima, la cui espansione incontrollata<br />

determina grave preoccupazione per la conservazione<br />

del delicato ecosistema.

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