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L’approccio a Bacon di Franz<br />

Krauspenhaar è di tipo immersivo: “Ecco, io penso che la letteratura non possa spiegare –<br />

perlomeno non lo può fare facilmente – simili passaggi di senso, o non senso. E’ la<br />

commistione di carne e fantasia che porta in alcuni casi alla perversione (…) e allora<br />

perchè non vedere in molte opere baconiane questi sc<strong>art</strong>i del pensiero acceso e<br />

surriscaldato? Il corpo di Dreyer, il modello preferito, è il ricettacolo degli impulsi più puri<br />

e anche più biechi; in tale modo molti di questi quadri esprimono l’amore, sempre<br />

ambivalente, sempre sospeso tra divinazione e repulsione, dell’<strong>art</strong>ista verso il suo<br />

soggetto”.<br />

La riflessione della propria poetica narrativa deve attingere al reale: l’incipit del libro è la<br />

visita alla mostra di Bacon per scrivere di lui e immediatamente dopo affiora l’immagine di<br />

una bocca “di una donna con la quale volevo, detto con l’ironia dei non puri di cuore,<br />

carnalmente congiungermi”. Franz Kraspenhaar attinge a strumenti del cinema porno<br />

perchè impossibilitato ad esprimere ciò che prova dinanzi ad un quadro di Bacon<br />

esclusivamente con gli strumenti della pur contemporanea ma tradizionale retorica in 2 D<br />

ed irrompe a bucare la pagina con la verga della sua sessualità dirompente: “Ecco, che lo<br />

si dica: la mia bramosa voglia di sesso, ancorchè di tipo ed espressione eterosessuale, è<br />

spiccatamente baconiana”.<br />

Un processo analogo a quello proposto dall’analisi filos<strong>of</strong>ica definita pop porno o<br />

pornos<strong>of</strong>ia di Regazzoni “La decostruzione delle barriere tra fiction e realtà: come in quella<br />

scena di Videodrome di Cronesberg dove la TV inizia a pulsare e poi diventa la bocca di<br />

una donna che inghiotte lo spettatore”.<br />

La bocca è l’oralità, ma è molto di più, è un orifizio che succhia nutrimento e dispensa<br />

effusioni eterosessuali, omosessuali: è il polimorfo per eccellenza. La scrittura e la<br />

narrazione di Franz Krauspenhaar in questo suo bel libro scelgono questa<br />

transunstanzanziazione (secondo l’Empirismo eretico di Pier Paolo Pasolini) narrattiva,<br />

fatta di carne, inchiostro e sogno: il piano è reale, poetico, pittorico. Una poliformia<br />

semantica per poter esprimere un calarsi nell’opera baconiana su cui il nostro autore è

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