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di pensiero. Lui é stato per me come un’introduzione alla <strong>cult</strong>ura occidentale.<br />
M. De L.) Poesia, parola come metafora, musica – collabori da tempo con i<br />
compositori Giorgio Battistelli e Stefano Taglietti – come ha influito la tua <strong>cult</strong>ura<br />
d’origine?<br />
B. B.) Per la prima volta, a luglio, andrò a Teheran su invito di una galleria, per una<br />
conferenza sul Pensiero Magmatico. Da quando sono andato via, nel 1975, non sono più<br />
tornato in Iran. Non sono nostalgico. Se dovessi curare le mie nostalgie non sarei più<br />
proiettato verso il divenire. Penso, infatti, che la nostalgia sia una fase di rallentamento in<br />
cui si viene raggiunti dal tempo. Quanto alla mia <strong>cult</strong>ura d’origine è sicuramente una<br />
domanda che mi sono fatto anch’io, ma dopo aver agito in qualche modo alla probabile<br />
risposta. La cosa é sostanzialmente semplice, per tutti quelli che si trovano in un luogo in<br />
cui nono sono nati, fenomeno sempre più presente nella nostra contemporaneità.<br />
Nell’<strong>art</strong>e, nel lavoro, il limite é molto sottile. Se intenzionalmente si attinge alla propria<br />
<strong>cult</strong>ura come ingrediente – come mettere un po’ di pepe in cucina – si scivola subito nel<br />
folklore. Penso, piuttosto, che questa ci debba attraversare senza che ce ne accorgiamo.<br />
Esce da sé e si mescola alle nuove esperienze.<br />
M. De L.) C<strong>art</strong>apesta, materia lavica, acciaio, bronzo, ferro, alluminio… c’è un<br />
materiale che prediligi?<br />
B. B.) No, l’alluminio non l’ho mai usato perché é leggero. Non sono appassionato del<br />
materiale. Ho un mio immaginario che ha un suo sviluppo quasi di palingenesi, nel senso<br />
che si genera da se stesso. Raramente entrano cose dall’esterno. Può capitare che qualche<br />
elemento – per la sua forma o per caratteristiche che, comunque, non sono legate alla<br />
memoria – attraversa la pelle, ma non c’é un canale di privilegio. Il mio lavoro rimane<br />
costantemente simile. Cambia la forma, ma la sua natura come ordine genetico – il suo<br />
dna – resta uguale.<br />
Immagini:<br />
Ritratto di Bizhan Bassiri, ph Manuela De Leonardis;<br />
Bizhan Bassiri – 120 Erme, 1996-2002, ph courtesy the <strong>art</strong>ist;<br />
Bizhan Bassiri – Evaporazione rossa, Evaporazione notturna 2007, ph courtesy the<br />
<strong>art</strong>ist;<br />
Bizhan Bassiri – La stanza del poeta, 2002, ph courtesy the <strong>art</strong>ist;<br />
Bizhan Bassiri – Caduta delle Meteoriti a Roma 2010, programma dell’evento<br />
Articolo pubblicato su <strong>art</strong> a p<strong>art</strong> <strong>of</strong> <strong>cult</strong>(<strong>ure</strong>): http://www.<strong>art</strong>ap<strong>art</strong><strong>of</strong><strong>cult</strong><strong>ure</strong>.net<br />
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