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dalla tedesca Katharina Fritsch. La scelta della galleria romana è comunque peculiare,<br />

orientata verso tipologie espressive che la contraddistinguono da anni –Domenico<br />

Mangano, Daniele Puppi, Luca Vitone, Massimo B<strong>art</strong>olini, Betta Benassi,<br />

Sislej Xhafa, da poco Alessandro Piangiamore – e che qui si fanno ancor più radicali.<br />

Rischiose? “Ma no…”<br />

Un parallelismo con le Fiere italiane è impossibile, prosegue Nicoletti: “L’Art Fair di<br />

Roma? Quella Fiera ha visto premiati molti sforzi, e l’attrattiva dell’apertura di MACRO e<br />

MAXXI è stata trainante, andrà ripetuta questa connessione. The Road sarà difficile<br />

portarla avanti ma io ci spero”; certo i collezionisti che si sono visti a Basilea, da noi: “ è<br />

difficilissimo farli arrivare”, ed è ovvio, dato l’altissimo pr<strong>of</strong>ilo di gallerie internazionali e di<br />

opere che in simili kermesse italiote “non vedi”…<br />

E’ più cauto Umberto Raucci che con il suo socio Carlo è la napoletana Raucci<br />

Santamaria: registra una “crisi innegabile, ma nulla di fermo, qui, solo un po’ più di<br />

rallenty”.<br />

Il segreto per resistere a buriane e sfaldamenti? “Oh, certamente lavorare, lavorare, e<br />

seriamente” afferma Massimo Minini, che sottolinea “l’importanza della qualità sempre,<br />

in ogni capo”, congedandosi dall’intervista presto perché assediato – letteralmente – da<br />

richieste di prezzi (non solo da fruitori italiani).<br />

Cosa si è imposto, in questa Art Basel che più che una Fiera è sembrata un Museo con una<br />

importante e poliedrica collezione di eccellenza? A p<strong>art</strong>e quanto sin qui analizzato, non<br />

troppe novità e una buona presenza italiana, ma sicura, sempre quella, come era<br />

prevedibile; ecco, pertanto, un deciso protagonismo dell’Arte Povera, con Zorio,<br />

Kounellis, Pistoletto, Anselmo e Boetti, e che ha visto primeggiare Penone:<br />

meraviglioso ovunque, tanto primario, poetico, etico (“ecologico!” ha esclamato in tedesco<br />

una ricca signora nel box dell’americana Marian Goodman, estasiata p<strong>ure</strong> di fronte a<br />

Gabriel Orozco); anche Mario Merz ha campeggiato, dalla Fisher di Dusseldorf come<br />

dall’italiana Stein (p<strong>ure</strong> con Zorio) e anche in altre, come diremo…<br />

Andiamo avanti, tra gli stand e le opere esposte, proseguendo in ordine alfabetico,<br />

p<strong>art</strong>endo dalla A. L’Amman di Zurigo non rischia e si concentra essenzialmente su Andy<br />

Warhol di grandi dimensioni ed effetto.<br />

Il napoletano Alfonso Artiaco, ha confermato “fatica e serietà nel lavorare per superare<br />

la crisi” alla quale infatti risponde, tra l’altro, con un’installazione poderosa ma un po’<br />

forzata di Kounellis, molto più adatta a una sala di Macro o Maxxi che a un salotto, per<br />

quanto forse in un open-space privato a Hollywood potrebbe tranquillamente entrare.<br />

Quotazione? “Oltre mezzo milione di euro”.<br />

Nella casella B inseriamo volentieri la Buchmann che, con le due sedi di Lugano e Berlino,<br />

in Fiera opta, oltre che per Laib, B<strong>ure</strong>n, Bettina Pousttchi – in Arte Public, è quella della<br />

foto serigrafata a grandezza naturale dell’orologio di Basel di cui ha editato una tiratura<br />

limitata e da… parete – Fiona Rae etc., per grandi s<strong>cult</strong><strong>ure</strong> di Tony Cragg classiche,<br />

accanto a opere bidimensionali e a parete, quelle di frammenti di plastica composti in<br />

fattezze umane…<br />

La Continua, da San Gimignano, piena di pubblico e di opere, ha allestito un vero bazar<br />

con la presenza di Pistoletto del quale hanno prodotto e proposto, ad Art<br />

Unlimited, un dedalo di c<strong>art</strong>one che racchiude al centro uno specchio-pozzo. Tra le opere<br />

in Fiera, di questa galleria considerata di punta, una s<strong>cult</strong>ura sovradimensionata che ha<br />

destato non poca curiosità: un Bin Laden, formato simil-umano e titolato Am Are, datata<br />

2008, di Sun Yan & Peng Yu. Spettacolare, non c’è che dire, ma<br />

concettualisticamente déjà vu.<br />

Saltando alcune lettere e gallerie, alla G troviamo, da Chicago, una Richard Gray con<br />

nomi ormai da <strong>art</strong>e moderna: Giacometti, Alberts, Bacon, Baselitz, Ed Ruscha, tutti<br />

da museo e con quotazioni vertiginose: una Testa di donna, il Picasso del 1947, è data<br />

a 3 milioni e 800 mila dollari, la Composizione del 1953 di Miró a 20 milioni di dollari; di

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