07.06.2013 Views

Scarica | Download - art a part of cult(ure)

Scarica | Download - art a part of cult(ure)

Scarica | Download - art a part of cult(ure)

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

esperienza può avere sulla personalità e da come può trasformare l’identità di chi si<br />

sposta.<br />

ISTRUZIONE<br />

1995 Si la<strong>ure</strong>a presso l’Istituto di Bella Art di Caen<br />

1993 Trascorre un anno allo Ulster College <strong>of</strong> Art di Belfast<br />

FDF: 2. Nel tuo lavoro fai spesso riferimento ad architettura e struttura. Che tipo<br />

di relazione ha l’architettura con il tuo fare <strong>art</strong>istico?<br />

CL: 2. Amo gli spazi che tendono verso l’alto, rimodellare lo spazio o un oggetto. Questo<br />

fa p<strong>art</strong>e della domanda che rivolgo al pubblico di osservatori così da fornire una<br />

situazione, un’impostazione mentale. Credo che l’architettura sia un punto di riferimento<br />

per il modo in cui si sceglie di vivere la propria vita, il che è probabilmente il significato<br />

principale dell’architettura stessa. Ma quando si tratta di pensare ad una mostra, ad un<br />

oggetto o ad una struttura intesa come elemento s<strong>cult</strong>oreo l’architettura pensata come<br />

impostazione mentale rappresenta il modo per rivolgere un quesito all’osservatore.<br />

FDF: 3. Il tuo lavoro non si limita a video installazioni o performance. Ti occupi<br />

anche di video, pittura, s<strong>cult</strong>ura. C’è tra questi un medium che prediligi?<br />

CL: 3. Non ne sono sicuro. E’ un pò come la vita ed i suoi cicli. Da quando mi sono<br />

trasferito i Inghilterra la gente mi chiede che tipo di <strong>art</strong>ista sono, un pittore o… A me piace<br />

rispondere che uso diversi linguaggi, e i linguaggi non sono che modi diversi di esprimersi.<br />

La pittura è probabilmente la prima sorta di linguaggio a cui mi sono dedicato sin da<br />

ragazzo. I miei primi lavori erano dei dispositivi o delle installazioni totali in cui io stesso<br />

avevo un ruolo attivo, così come il pubblico che coinvolgevo. Sceglievo spesso il tema del<br />

‘desiderio’ mettendo il corpo in relazione con delle forme architettoniche opp<strong>ure</strong> oggetti,<br />

ed osservavo il comportamento delle persone che si trovavano intorno al mio lavoro. Mi<br />

sono spesso occupato di video realizzati con delle registrazioni di serate di apertura di un<br />

evento opp<strong>ure</strong> di performance. Presentando il mio lavoro in continenti e contesti <strong>cult</strong>urali<br />

diversi ho imparato a far sì che il mio lavoro raggiungesse l’obiettivo preposto. La<br />

conoscenza di determinate realtà sociali e <strong>cult</strong>urali mi ha permesso di realizzare dei lavori<br />

più leggeri dal punto di vista tecnico e fisico. Utilizzo diverse tecniche per servire le mie<br />

idee. Concepisco prima l’idea, poi seleziono il medium più adatto a concretizzarla.<br />

FDF: 4. Parlami di una delle tue mostre o performance all’estero.<br />

CL: 4. Nel 2002 fui invitato a Roma per una performance nel convento sconsacrato di<br />

Sant’ Ambrogio nel qu<strong>art</strong>iere ebraico. Se sei in Italia e ti interessi di pittura non puoi<br />

metterla da p<strong>art</strong>e. La mia performance si intitolava Ceiling Painting in riferimento alla<br />

Cappella Sistina che per molti è uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi. Si trattava di<br />

una performance relativa al desiderio di intimità, di sessualità. E’ un tema che ritorna<br />

spesso nei miei lavori. La performance coinvolgeva un pubblico di pochi intimi. Io avevo<br />

una piccola tela e me ne stavo tra la gente. S<strong>of</strong>fiavo sulla fronte delle persone e s<strong>of</strong>fiare in<br />

faccia comportava una forte invasione della loro intimità. Provavo a catturare lo sguardo<br />

del pubblico ma alcuni mi evitavano. Aspettai fino a che qualcuno mi guardasse negli occhi<br />

consentendomi di portare avanti la mia azione. Scelsi una giovane donna anche se una<br />

p<strong>art</strong>e di me avrebbe preferito un uomo. Ero steso sul pavimento dipingendo sulla mia tela,<br />

che era appoggiata contro il pube della donna, ciò che immaginavo si trovasse dietro la<br />

tela stessa. Anche ad Helsinki ho svolto dei lavori di pittura. Ottenni delle impalcat<strong>ure</strong> a<br />

sette piattaforme e per tutto un pomeriggio ritrassi le sette persone che occupavano le<br />

piattaforme stesse. Si tratta di un progetto che non si è ancora concluso, infatti fino ad<br />

oggi ho realizzato trentasette dipinti di donne e uomini. Ho bisogno di continuare questa<br />

serie in virtù della ricchezza cromatica che apporta al corpus del mi lavoro, anche se<br />

preferisco tenere nascosta la mia opera pittorica.<br />

FDF: 5. Come hai concepito la performance intitolata Technotrans<br />

(Technologie/Transports), e che ruolo vi ha svolto l’organizzazione <strong>art</strong>istica<br />

Collectif La Valise?

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!