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47 - Medicina e Chirurgia

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ze fra il 1° e il 3° anno (cosa anche ovvia e aspettata),<br />

il dato del 3° anno appare piuttosto emblematico e<br />

sicuramente deludente. In considerazione del fatto che<br />

il 50% del compito era riservato a domande caratterizzanti<br />

di MED/<strong>47</strong> e che tutte le domande di ogni SSD<br />

vertevano su argomenti fondamentali e imprescindibili<br />

nelle conoscenze di un professionista ostetrico/a, l’auspicio<br />

era quello di un raggiungimento al 3° anno di<br />

una percentuale di risposte esatte totali variabile fra l’80<br />

e il 90%. In realtà, al 3° anno tutte le sedi si sono attestate<br />

su una percentuale di risposte esatte complessive<br />

di circa il 60%, con la sede di Ferrara che, fra tutte le<br />

sedi, ha presentato il miglior score, anche se al di sotto<br />

dell’80% auspicato;<br />

b) osservando i dati comparati dei tre anni sede per<br />

sede, risulta chiaramente in tutte le sedi l’esistenza di<br />

un variabile, ma netto miglioramento delle conoscenze<br />

fra il 1° e il 2° anno. Tuttavia, mentre in un gruppo di<br />

sedi (Bologna, Ferrara, Napoli SUN e Perugia) la percentuale<br />

delle risposte esatte fra il 2° e il 3° anno varia<br />

molto poco, per le sedi di Caserta e Salerno la progressione<br />

fra il 2° e 3° anno è molto più evidente. In quest’<br />

ultimo caso, è da segnalare, che entrambe partono con<br />

un dato del 1° anno più basso rispetto all’altro gruppo<br />

di sedi.<br />

Semplificando il nostro ragionamento, si potrebbe<br />

ipotizzare che nel primo gruppo di sedi gli studenti già<br />

al primo anno raggiungono un buon 40% di risposte<br />

esatte, migliorano abbastanza al secondo anno, ma progrediscono<br />

pochissimo al terzo anno; le due sedi del<br />

secondo gruppo, invece, partono da un livello più<br />

basso rispetto agli studenti del primo gruppo, ma recuperano<br />

progressivamente questo gap sia nel secondo<br />

che nel terzo anno. È possibile che nell’analisi del risultato<br />

del primo anno e delle sue conseguenze negli anni<br />

successivi sia anche necessario considerare il fattore<br />

della qualità dei pregressi studi scolastici. Riteniamo<br />

questa l’ipotesi più plausibile per spiegare alcuni risultati<br />

del primo anno nelle sedi di Salerno e Caserta che<br />

pure condividono con la sede di Napoli SUN (appartenente<br />

invece all’altro gruppo) molti dei docenti del<br />

primo anno. Questo dato inaspettato riguardante il<br />

primo anno può ancora di più accrescere la validità del<br />

Progress Test per i suoi possibili risvolti riguardanti<br />

anche la scolarità di origine.<br />

Al di là di questo aspetto variegato che riguarda il 1°<br />

anno e il passaggio al 2°, esiste la chiara evidenza che<br />

il 3° anno contribuisce meno in termini di conoscenza<br />

e che gran parte della preparazione si consolida al 2°<br />

anno.<br />

Considerando anche il “rumore di fondo” del 21%<br />

legato al concetto di “familiarità” del livello di conoscenza<br />

dello studente, il quadro generale deve indurre<br />

a una seria riflessione sulla necessità di un ripensamento<br />

e rimodulazione dell’offerta didattica globale dei tre<br />

anni.<br />

E’ possibile ipotizzare che l’attuale strutturazione del<br />

curriculum non riesce adeguatamente a raggiungere gli<br />

obiettivi che si prefigge in quanto i nostri studenti delle<br />

lauree triennali, stretti da una moltitudine di esami integrati,<br />

rincorrono affannosamente gli esami e il loro voto<br />

e non hanno tempo di approfondire e assorbire delle<br />

conoscenze. Senza il tempo necessario per una progressiva<br />

sedimentazione delle nozioni non è possibile<br />

un ulteriore salto nel Sapere. Troppe cose in poco<br />

tempo.<br />

Progress Test nei CL delle Professioni Sanitarie<br />

Viceversa, bisogna anche sottolineare che, con poche<br />

eccezioni specifiche di SSD/sede, globalmente non<br />

sono state notate grossolane perdite nelle conoscenze<br />

durante gli anni. Semplificando, quindi, è come se l’attuale<br />

organizzazione didattica ostetrica cristallizzi in<br />

qualche modo entro il secondo anno una serie di conoscenze<br />

senza però permettere né un loro progressivo<br />

sviluppo né un loro decadimento. Gli studenti alla fine<br />

apprendono bene un relativamente limitato bagaglio di<br />

conoscenze senza poterlo poi migliorare e sviluppare.<br />

La domanda che bisogna porsi è se questo blocco/ritardo<br />

nell’ ulteriore progressione culturale è in ogni caso<br />

adeguato o meno al fine che il corso di Laurea si prefigge<br />

relativamente all’acquisizione di competenze e<br />

non solo di conoscenze.<br />

Il dato ottenuto osservando i grafici dei risultati complessivi<br />

ritorna evidente anche andando ad analizzare i<br />

dati ottenuti nel caratterizzante MED/<strong>47</strong> (Fig. 5) che ha<br />

rappresentato il 50% delle domande. Anche in questo<br />

caso si riscontra il fenomeno descritto in precedenza:<br />

nel primo gruppo di sedi (Bologna, Ferrara, Napoli<br />

SUN e Perugia) la progressione delle caratterizzanti<br />

conoscenze ostetriche incrementa bene fra il 1° e 2°<br />

anno, ma non più fra il 2° e il 3°. Nel secondo gruppo<br />

(Caserta e Salerno) questo incremento è più progressivo<br />

negli anni partendo da un dato del 1° anno più<br />

basso rispetto al primo gruppo.<br />

Per quanto riguarda il dato ottenuto dall’altro SSD<br />

caratterizzante MED/40 (Fig. 6) i dati sono stati più<br />

variabili: la sede di Ferrara ha confermato il buon livello<br />

raggiunto, che però si attesta sempre al di sotto<br />

dell’80% delle risposte esatte aspettate; nelle sedi di<br />

Napoli SUN e Perugia l’incremento conoscitivo negli<br />

anni è evidente, anche considerando il passaggio fra il<br />

Fig. 5<br />

Fig 6.<br />

Med. Chir. <strong>47</strong>, 2046-2051, 2009<br />

2049

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