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Conferenza Permanente dei Presidenti dei CLM in <strong>Medicina</strong> e <strong>Chirurgia</strong><br />
Un’esperienza di peer education nel Corso di Laurea Magistrale in<br />
<strong>Medicina</strong> e <strong>Chirurgia</strong>: gli studenti come risorsa per il soccorso<br />
nelle grandi emergenze in area ospedaliera<br />
Rosa Valanzano, Roberto Miniati, Lorenzo Tattini, Sergio Boncinelli (Firenze)<br />
Introduzione<br />
La peer education è una strategia educativa che consiste<br />
nello scambio di informazioni, valori e comportamenti<br />
tra persone simili per età e/o status<br />
Med. Chir. <strong>47</strong>, 2022-2026, 2009<br />
2022 1 e che contrappone<br />
la tradizionale educazione verticale (professore/studente)<br />
a quella orizzontale (studente/studente) 2 .<br />
Il peer educator, ovvero colui al quale spetta il compito<br />
di trasmettere valori, informazioni e comportamenti,<br />
si appropria della funzione tutoriale attraverso la realizzazione<br />
del programma, oltre che della sua progettazione<br />
e attivazione3 .<br />
A partire dagli anni ’60, in seguito al riconoscimento<br />
dell’importanza nei percorsi di apprendimento della<br />
pragmatica della comunicazione oltre che dei contenuti,<br />
sono andate aumentando le esperienze di tutoraggio<br />
e di insegnamento tra coetanei soprattutto negli Stati<br />
Uniti e più in generale nei paesi anglosassoni, con<br />
applicazioni sia nel contesto della scuola media superiore<br />
che in ambito universitario4 . Le prime applicazioni<br />
in ambito scolastico avevano come scopo il miglioramento<br />
del rendimento degli studenti5 mentre dagli<br />
anni ’70 l’educazione tra pari è stata sempre più impiegata<br />
per ridurre l’incidenza di alcuni comportamenti a<br />
rischio frequentemente messi in atto dagli adolescenti,<br />
quali fumo, consumo di droghe, comportamenti sessuali<br />
a rischio, ecc., utilizzando l’influenza dei coetanei per<br />
facilitare un processo di cambiamento positivo all’interno<br />
del gruppo dei pari.<br />
Peer education è considerato un termine “ombrello” 3<br />
poiché comprende una varietà di situazioni formative,<br />
diverse sia per gli obiettivi prefissati che per i destinatari<br />
a cui esse si rivolgono. Qualora lo scopo che si<br />
intende raggiungere sia di tipo cognitivo, i pari possono<br />
rivestire la funzione di peer tutor , un coetaneo con<br />
buone capacità che aiuta a svolgere compiti e fornisce<br />
istruzioni a compagni con difficoltà di apprendimento,<br />
di peer coach, con funzioni analoghe al peer tutor ma<br />
applicate nell’ambito sportivo, di peer teacher, ovvero<br />
coetanei chiamati a trasmettere informazioni fattuali sia<br />
in un’ottica di prevenzione che di istruzione in generale,<br />
e di peer manager, coetanei che sostengono i pari<br />
nell’inserimento in attività curricolari o extra-curricolari.<br />
Se invece l’obiettivo è quello di modificare atteggiamenti<br />
e comportamenti e agire quindi in un’ottica di<br />
prevenzione e promozione della salute, le definizioni<br />
utilizzate sono quelle di peer educator, peer counselor ,<br />
peer support e peer mentor.<br />
Per quanto riguarda l’ambito universitario, sono state<br />
riportate alcune esperienze di peer education, effettate<br />
principalmente in ambito anglosassone, rivolte agli studenti<br />
di <strong>Medicina</strong> e <strong>Chirurgia</strong>, soprattutto nella forma del<br />
peer tutoring, ovvero utilizzando la modalità educativa<br />
che promuove lo sviluppo di conoscenze e capacità attraverso<br />
il supporto attivo di persone con status uguale6 . Gli<br />
ambiti di applicazione hanno riguardato la pratica clinica<br />
in neurologia7 , la comunicazione con i pazienti8,9 , il<br />
primo soccorso, il BLS10,11,12,13 e le patologie muscoloscheletriche14<br />
. In alcuni casi queste esperienze sono state<br />
avviate in considerazione delle scarse abilità pratiche<br />
acquisite dagli studenti 11 nel corso degli studi mentre, in<br />
altri casi, in base all’insoddisfazione che gli studenti stessi<br />
riferivano per alcuni aspetti, soprattutto pratici, della<br />
loro formazione 10,14 . Altre esperienze sono state avviate<br />
a causa della necessità di guardare a nuove forme educative<br />
a fronte dei tagli alle risorse 15 . In un caso, invece, lo<br />
scopo è stato quello di aumentare il numero di persone<br />
addestrate al BLS che fossero in grado di intervenire tempestivamente<br />
in caso di emergenza 12,13 . Effetti positivi,<br />
riconducibili a questa forma di insegnamento, sono stati<br />
individuati sia per i peer tutor che per i loro allievi (tutee).<br />
Le prestazioni nei test finali, rese dagli studenti sottoposti<br />
alla formazione tra pari, risultavano equivalenti a quelle<br />
del gruppo formato da personale esperto 7,9,16,17 , se non<br />
in un caso addirittura superiori 11 . Al termine della formazione<br />
tra pari, gli allievi riferivano di avere più fiducia<br />
nelle proprie capacità 10, 14, 18 e che la parità di status<br />
aveva contribuito a renderli meno ansiosi, inibiti e stressati,<br />
favorendo così la creazione di un’atmosfera ideale<br />
per l’apprendimento 10,15,18 . La stessa modalità di insegnamento<br />
impiegata dai peer tutor consentiva infatti una<br />
maggiore comprensione dei diversi argomenti affrontati,<br />
perché veicolati ad un livello appropriato, mediante<br />
anche il ricorso a strategie mnemoniche 19 . Benefici sono<br />
stati riscontrati anche nei peer tutor: l’addestramento<br />
impartito ai pari consentiva loro di approfondire le competenze<br />
e di migliorare l’autostima, le abilità di comunicazione<br />
e quelle sociali in genere 7 . Tra le motivazioni per<br />
diventare tutor sono emersi il desiderio di aiutare i compagni,<br />
la possibilità di rivedere le proprie abilità cliniche<br />
e sociali, come ad esempio la capacità di parlare in pubblico<br />
18, 20 o, semplicemente, l’opportunità di migliorare le<br />
proprie conoscenze 19 . Due studi hanno inoltre riportato<br />
l’andamento nel tempo di queste esperienze di peer tutoring:<br />
lo studio di Perkins et Al. del 1999 fa riferimento a<br />
1000 studenti che hanno partecipato a lezioni sul BLS e a<br />
77 studenti che sono diventati peer tutor in 4 anni.<br />
Nell’esperienza di Aslan et Al. del 2006, i peer tutor formati<br />
sono stati 60 e questi hanno cominciato ad organizzare<br />
programmi di formazione sul primo soccorso per i<br />
loro pari. Quest’ultimo aspetto mette in evidenza la natura<br />
ricorsiva della peer education che consente l’avvio di<br />
un ciclo continuo di formati-formatori.<br />
Una esperienza di peer education multidisciplinare<br />
Nell’a.a. 2008-2009 il Corso di Laurea Specialistica in<br />
<strong>Medicina</strong> e <strong>Chirurgia</strong> dell’Università degli studi di<br />
Firenze ha recepito e inserito nel curriculum di studio<br />
degli studenti una proposta didattica formativa sotto<br />
forma di Attività Didattica Elettiva – ADE dal titolo “Il<br />
soccorso nelle grandi emergenze in area ospedaliera”,<br />
basata sulla metodologia della peer education. Lo<br />
scopo è stato quello di fornire agli studenti le conoscenze<br />
e le competenze basilari per essere soggetti attivi<br />
e rappresentare così una risorsa ed un supporto utili<br />
per la gestione di una grande emergenza determinatasi<br />
in una struttura ospedaliera. Il corso ha avuto come<br />
obiettivo quello di formare studenti capaci di coadiuvare<br />
tutte quelle azioni relative al soccorso sanitario