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Massimo Casacchia et Al.<br />
- assunzione motivata di decisioni per la soluzione di problemi<br />
(soprattutto clinici, ma non solo),<br />
- esercizio dell’attitudine empatica nelle relazioni,<br />
- considerazione delle componenti etiche nell’affrontare<br />
problemi clinici (ma anche biologici, ecologici, socio-economici,<br />
ecc.).<br />
Quando tre anni or sono la Conferenza dei Presidenti<br />
ha posto all’ordine del giorno della sua 84° riunione il<br />
problema della ADP, si è data come obiettivo a termine<br />
medio-breve quello di correggere e completare nel “core<br />
curriculum” l’elenco delle UDE pratiche e delle UDE<br />
metodologiche attinenti agli ambiti culturali clinici.<br />
Nello svolgere questo compito si è presa coscienza di<br />
alcuni elementi: innanzi tutto, essendo unico il profilo<br />
professionale del medico neoformato, è necessario un<br />
certo grado di omogeneità tra i diversi CdLM. Tuttavia,<br />
l’autonomia didattica consente (e richiede) a ogni CdLM<br />
una propria pianificazione delle “ADP” in relazione alla<br />
“mission” specifica e alle risorse reali disponibli; inoltre,<br />
è auspicabile il contributo delle esperienze locali e la loro<br />
circolazione nazionale per migliorare il progetto di “core”<br />
e la sua applicazione. Infine, è utile la definizione condivisa<br />
di un livello minimo comune di apprendimento delle<br />
abilità professionali essenziali e irrinunciabili (quelle di<br />
3° livello); ma in questa operazione serve molto realismo<br />
e molta concretezza: ogni CdLM deve fare i conti con le<br />
proprie risorse effettive, e tutti i CdLM debbono inserire<br />
nei loro programmi solo le ADP che possono far conseguire<br />
le abilità essenziali (di livello 3) che sono in grado<br />
d’insegnare e di far apprendere in modo ottimale.<br />
Di fatto in questi tre anni - dal 2006 ad oggi - è stata proposta<br />
la diminuzione oculata del numero delle abilità pratiche<br />
di 3° livello e si è iniziato a proporre un elenco<br />
ancora incompleto di abilità metodologiche. Si è avvertita<br />
inoltre la necessità di collegare le abilità pratiche e<br />
quelle metodologiche alle UDE cognitive teoriche pertinenti<br />
del “core”, così da conseguire un’auspicabile integrazione<br />
degli obiettivi formativi. Infatti è assolutamente<br />
necessario conferire significato unitario a ogni atto medico,<br />
che è il versante professionale della <strong>Medicina</strong>, nonché<br />
considerare le abilità professionalizzanti come strumenti<br />
da integrare nell’atto medico per la soluzione dei problemi<br />
clinici. E allora l’ADP, oltre a far apprendere le abilità<br />
pratiche, deve anche facilitare la sintesi in una visione<br />
unitaria e funzionale tra conoscenze teoriche e abilità<br />
pratiche da utilizzare nell’esercizio professionale. Il fine<br />
ultimo concreto dell’operazione è quello di mettere il<br />
futuro medico nelle condizioni di rispondere alle domande<br />
proprie di ogni atto clinico: “Come devo interpretare<br />
quello che vedo, ascolto, tocco usando la semeiotica, e di<br />
conseguenza cosa debbo o posso fare a fini diagnostici,<br />
terapeutici, preventivi, ecc. nella cura di questo paziente?”<br />
Ma tutto questo ancora non basta: infatti bisogna collocare<br />
le differenti ADP nei luoghi e nei tempi appropriati<br />
con la scansione dei momenti di insegnamento, apprendimento<br />
e valutazione. E infine è necessario individuare<br />
le modalità d’insegnamento e di valutazione dell’apprendimento<br />
per le UDE corrispondenti alle “ADP” (pratiche<br />
+ metodologiche).<br />
2062 Med. Chir. <strong>47</strong>, 2058-2063, 2009<br />
Proprio durante i lavori di questa Conferenza si è rilevata<br />
l’opportunità che la Commissione del “core curriculum”<br />
e quella per l’innovazione didattica lavorino di concerto<br />
nello sviluppo della pianificazione delle ADP. Fin<br />
d’ora sembra opportuno sottoporre all’attenzione delle<br />
due Commissioni alcune ipotesi di lavoro.<br />
In primo luogo la proposta di distribuzione temporale<br />
delle ADP lungo i sei anni di corso che, recependo anche<br />
i risultati dei lavori di gruppo, potrebbe avere la seguente<br />
articolazione:<br />
ADP per abilità pratica essenziali (liv. 3): primo apprendimento<br />
nel corso pertinente; rinforzo continuo nei tirocini<br />
clinici, in ospedale e negli ambulatori della <strong>Medicina</strong><br />
generale.<br />
ADP metodologiche professionalizzanti (= cliniche): dal<br />
terzo anno (C.I. Metodologia clinica), con rinforzi continui<br />
per il mantenimento; consolidamento nei C.I. di<br />
<strong>Medicina</strong> interna e <strong>Chirurgia</strong> generale.<br />
ADP per abilità relazionali: da pianificare sui 6 anni,<br />
purché monitorate dai docenti competenti (per es.,<br />
Psicologia clinica); perfezionamento finale con la collaborazione<br />
dei Medici di <strong>Medicina</strong> generale.<br />
ADP per abilità pratiche non essenziali (liv. 1 e 2): in<br />
coincidenza con i loro corsi teorici.<br />
Coerentemente con quanto sopra proposto, i singoli<br />
CdLM dovrebbero decidere e attuare un piano didattico<br />
che preveda - per ogni abilità professionale essenziale<br />
(liv.3) da far conseguire - un progetto del tipo: “l’abilità<br />
X viene insegnata per la prima volta in coincidenza dell’insegnamento<br />
Y, che ne garantisce una prima verifica<br />
del grado iniziale d’apprendimento; questo apprendimento<br />
viene rinforzato e approfondito durante i periodi 6, 7,<br />
10, ....... grazie al contributo dei docenti F, M, R, .....; il<br />
mantenimento della performance finale soddisfacente ai<br />
fini professionali viene verificato nel periodo 12, cioè nell’ultimo<br />
semestre”.<br />
Più complessa è la proposta per la programmazione<br />
della valutazione delle ADP e per l’integrazione di questa<br />
con la valutazione delle competenze cliniche nel loro<br />
complesso. La verifica certificativa dell’apprendimento<br />
delle abilità pratiche di 3° livello potrebbe/dovrebbe<br />
venire effettuata nei seguenti momenti successivi:<br />
contestualmente all’esame del corso di primo apprendimento<br />
(purché venga effettuata in condizioni “realistiche”,<br />
anche se simulate);<br />
con certificazione dei tutori durante i tirocini clinici e in<br />
medicina generale;<br />
con metodologia “OSCE” al termine del cursus studiorum;<br />
con certificazione dei valutatori alla fine del tirocinio per<br />
l’Esame di Stato.<br />
Il fine evidente e primario di questa iterazione valutativa<br />
è quello di garantire il raggiungimento, ma anche il<br />
mantenimento effettivo delle abilità essenziali.<br />
A proposito della valutazione finale con la metodologia<br />
OSCE, questa dovrebbe riguardare la verifica del conseguimento<br />
di 10-12 abilità gestuali e relazionali essenziali<br />
(di 3° livello), sorteggiate di volta in volta tra tutte quelle<br />
inserite nel “core curriculum” del singolo CdLM; è peraltro<br />
indispensabile che per ciascuna delle abilità testate sia