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47 - Medicina e Chirurgia

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Massimo Casacchia et Al.<br />

- assunzione motivata di decisioni per la soluzione di problemi<br />

(soprattutto clinici, ma non solo),<br />

- esercizio dell’attitudine empatica nelle relazioni,<br />

- considerazione delle componenti etiche nell’affrontare<br />

problemi clinici (ma anche biologici, ecologici, socio-economici,<br />

ecc.).<br />

Quando tre anni or sono la Conferenza dei Presidenti<br />

ha posto all’ordine del giorno della sua 84° riunione il<br />

problema della ADP, si è data come obiettivo a termine<br />

medio-breve quello di correggere e completare nel “core<br />

curriculum” l’elenco delle UDE pratiche e delle UDE<br />

metodologiche attinenti agli ambiti culturali clinici.<br />

Nello svolgere questo compito si è presa coscienza di<br />

alcuni elementi: innanzi tutto, essendo unico il profilo<br />

professionale del medico neoformato, è necessario un<br />

certo grado di omogeneità tra i diversi CdLM. Tuttavia,<br />

l’autonomia didattica consente (e richiede) a ogni CdLM<br />

una propria pianificazione delle “ADP” in relazione alla<br />

“mission” specifica e alle risorse reali disponibli; inoltre,<br />

è auspicabile il contributo delle esperienze locali e la loro<br />

circolazione nazionale per migliorare il progetto di “core”<br />

e la sua applicazione. Infine, è utile la definizione condivisa<br />

di un livello minimo comune di apprendimento delle<br />

abilità professionali essenziali e irrinunciabili (quelle di<br />

3° livello); ma in questa operazione serve molto realismo<br />

e molta concretezza: ogni CdLM deve fare i conti con le<br />

proprie risorse effettive, e tutti i CdLM debbono inserire<br />

nei loro programmi solo le ADP che possono far conseguire<br />

le abilità essenziali (di livello 3) che sono in grado<br />

d’insegnare e di far apprendere in modo ottimale.<br />

Di fatto in questi tre anni - dal 2006 ad oggi - è stata proposta<br />

la diminuzione oculata del numero delle abilità pratiche<br />

di 3° livello e si è iniziato a proporre un elenco<br />

ancora incompleto di abilità metodologiche. Si è avvertita<br />

inoltre la necessità di collegare le abilità pratiche e<br />

quelle metodologiche alle UDE cognitive teoriche pertinenti<br />

del “core”, così da conseguire un’auspicabile integrazione<br />

degli obiettivi formativi. Infatti è assolutamente<br />

necessario conferire significato unitario a ogni atto medico,<br />

che è il versante professionale della <strong>Medicina</strong>, nonché<br />

considerare le abilità professionalizzanti come strumenti<br />

da integrare nell’atto medico per la soluzione dei problemi<br />

clinici. E allora l’ADP, oltre a far apprendere le abilità<br />

pratiche, deve anche facilitare la sintesi in una visione<br />

unitaria e funzionale tra conoscenze teoriche e abilità<br />

pratiche da utilizzare nell’esercizio professionale. Il fine<br />

ultimo concreto dell’operazione è quello di mettere il<br />

futuro medico nelle condizioni di rispondere alle domande<br />

proprie di ogni atto clinico: “Come devo interpretare<br />

quello che vedo, ascolto, tocco usando la semeiotica, e di<br />

conseguenza cosa debbo o posso fare a fini diagnostici,<br />

terapeutici, preventivi, ecc. nella cura di questo paziente?”<br />

Ma tutto questo ancora non basta: infatti bisogna collocare<br />

le differenti ADP nei luoghi e nei tempi appropriati<br />

con la scansione dei momenti di insegnamento, apprendimento<br />

e valutazione. E infine è necessario individuare<br />

le modalità d’insegnamento e di valutazione dell’apprendimento<br />

per le UDE corrispondenti alle “ADP” (pratiche<br />

+ metodologiche).<br />

2062 Med. Chir. <strong>47</strong>, 2058-2063, 2009<br />

Proprio durante i lavori di questa Conferenza si è rilevata<br />

l’opportunità che la Commissione del “core curriculum”<br />

e quella per l’innovazione didattica lavorino di concerto<br />

nello sviluppo della pianificazione delle ADP. Fin<br />

d’ora sembra opportuno sottoporre all’attenzione delle<br />

due Commissioni alcune ipotesi di lavoro.<br />

In primo luogo la proposta di distribuzione temporale<br />

delle ADP lungo i sei anni di corso che, recependo anche<br />

i risultati dei lavori di gruppo, potrebbe avere la seguente<br />

articolazione:<br />

ADP per abilità pratica essenziali (liv. 3): primo apprendimento<br />

nel corso pertinente; rinforzo continuo nei tirocini<br />

clinici, in ospedale e negli ambulatori della <strong>Medicina</strong><br />

generale.<br />

ADP metodologiche professionalizzanti (= cliniche): dal<br />

terzo anno (C.I. Metodologia clinica), con rinforzi continui<br />

per il mantenimento; consolidamento nei C.I. di<br />

<strong>Medicina</strong> interna e <strong>Chirurgia</strong> generale.<br />

ADP per abilità relazionali: da pianificare sui 6 anni,<br />

purché monitorate dai docenti competenti (per es.,<br />

Psicologia clinica); perfezionamento finale con la collaborazione<br />

dei Medici di <strong>Medicina</strong> generale.<br />

ADP per abilità pratiche non essenziali (liv. 1 e 2): in<br />

coincidenza con i loro corsi teorici.<br />

Coerentemente con quanto sopra proposto, i singoli<br />

CdLM dovrebbero decidere e attuare un piano didattico<br />

che preveda - per ogni abilità professionale essenziale<br />

(liv.3) da far conseguire - un progetto del tipo: “l’abilità<br />

X viene insegnata per la prima volta in coincidenza dell’insegnamento<br />

Y, che ne garantisce una prima verifica<br />

del grado iniziale d’apprendimento; questo apprendimento<br />

viene rinforzato e approfondito durante i periodi 6, 7,<br />

10, ....... grazie al contributo dei docenti F, M, R, .....; il<br />

mantenimento della performance finale soddisfacente ai<br />

fini professionali viene verificato nel periodo 12, cioè nell’ultimo<br />

semestre”.<br />

Più complessa è la proposta per la programmazione<br />

della valutazione delle ADP e per l’integrazione di questa<br />

con la valutazione delle competenze cliniche nel loro<br />

complesso. La verifica certificativa dell’apprendimento<br />

delle abilità pratiche di 3° livello potrebbe/dovrebbe<br />

venire effettuata nei seguenti momenti successivi:<br />

contestualmente all’esame del corso di primo apprendimento<br />

(purché venga effettuata in condizioni “realistiche”,<br />

anche se simulate);<br />

con certificazione dei tutori durante i tirocini clinici e in<br />

medicina generale;<br />

con metodologia “OSCE” al termine del cursus studiorum;<br />

con certificazione dei valutatori alla fine del tirocinio per<br />

l’Esame di Stato.<br />

Il fine evidente e primario di questa iterazione valutativa<br />

è quello di garantire il raggiungimento, ma anche il<br />

mantenimento effettivo delle abilità essenziali.<br />

A proposito della valutazione finale con la metodologia<br />

OSCE, questa dovrebbe riguardare la verifica del conseguimento<br />

di 10-12 abilità gestuali e relazionali essenziali<br />

(di 3° livello), sorteggiate di volta in volta tra tutte quelle<br />

inserite nel “core curriculum” del singolo CdLM; è peraltro<br />

indispensabile che per ciascuna delle abilità testate sia

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