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- trans-culturali (basate su appropriate skills che modulino<br />
e adeguino la relazione al tipo di malato, cercando di<br />
ridurre le disparità etniche tramite un’adeguata comunicazione<br />
trans-culturale).<br />
La valutazione di tali competenze è molto difficile perché<br />
risulta critica in termini di attendibilità la verifica contemporanea<br />
di fattori molteplici, quali:<br />
- le conoscenze teoriche e l’abilità nella loro applicazione<br />
concreta,<br />
- la capacità di discriminazione e quindi di autovalutazione<br />
dei propri limiti,<br />
- la coscienziosità che si manifesta nella correttezza dell’approccio<br />
relazionale,<br />
- la capacità di autogestione delle emozioni suscitate dalla<br />
relazione interpersonale.<br />
Le competenze metodologiche/metacognitive (cliniche)<br />
consistono nella capacità di organizzare, dirigere e controllare<br />
i processi mentali, adeguandoli alle esigenze del<br />
compito da svolgere. Esse permettono di costruire il<br />
sapere partendo da strategie cognitive ed esperenziali,<br />
elaborate personalmente in base alle conoscenze possedute.<br />
Esse includono competenze generali, quali il ragionamento,<br />
la comunicazione, l’aggiornamento, la professionalità;<br />
e competenze specifiche, tra cui l’analisi, la valutazione,<br />
l’interpretazione, la programmazione, la comunicazione,<br />
l’intervento, nonché lo sviluppo professionale, il<br />
suo mantenimento e trasferimento. In definitiva, quanto<br />
più una persona è cosciente del suo operato e di come<br />
la propria mente lavora, tanto più è in grado di operare<br />
un controllo sui propri processi cognitivi, e conseguentemente<br />
ottiene migliori risultati nelle attività che esegue.<br />
2. Risultato dei lavori di gruppo<br />
2.1 ABILITÀ GESTUALI<br />
Nella discussione preliminare è stato evidenziato come<br />
non sia sempre scontato dove finisca l’abilità gestuale e<br />
dove comincino le altre; infatti, ad esempio, anche alcune<br />
attività prettamente manuali da effettuare sull’assistito,<br />
comportano - nell’esecuzione - la necessità di stabilire un<br />
rapporto con lo stesso e quindi di ricorrere ad abilità<br />
almeno di tipo emotivo-relazionali. Si è ritenuto, nello<br />
svolgimento del mandato, di restringere il campo alla<br />
scelta di tre attività gestuali di terzo livello (che lo studente<br />
deve saper eseguire autonomamente), elencate secondo<br />
una scala di complessità così da poter ragionare in<br />
modo più articolato sulle metodologie didattiche e valutative<br />
necessarie. Esemplificativamente sono state prescelte<br />
le seguenti attività:<br />
Esame obiettivo dell’addome<br />
Misurazione della pressione arteriosa<br />
Applicazione di punti di sutura<br />
E’ stato rilevato come la collocazione curricolare sia<br />
strettamente dipendente dal metodo didattico prescelto,<br />
ma si è comunque convenuto sulla opportunità, per la<br />
maggioranza delle abilità gestuali di terzo livello (e in<br />
particolare per quelle prescelte) di proporne l’insegnamento<br />
il prima possibile, magari nell’ambito delle metodologie<br />
del primo, secondo e terzo anno. Tale scelta è<br />
apparsa opportuna anche alla luce della possibilità di<br />
permettere la reiterazione dell’insegnamento/esercizio<br />
negli anni successivi, stante la necessità del raggiungi-<br />
Le attività didattiche professionalizzanti<br />
mento da parte dello studente dell’autonomia esecutiva<br />
in completa sicurezza ed efficienza. In questo senso<br />
anche le metodologie didattiche, peraltro dipendenti<br />
dalla singola abilità in questione, sono state considerate<br />
nell’ambito di una progressione, riservando all’inizio la<br />
preferenza all’applicazione dell’abilità tra pari (o nel caso<br />
dei punti di sutura all’utilizzo di manichini e/o materiali<br />
vari) per poi passare all’esecuzione, sempre sotto tutoraggio,<br />
sull’assistito. Nello specifico è stato suggerito che l’insegnamento<br />
dovrebbe consistere in tre fasi:<br />
- ricordo dei prerequisiti teorici e/o tecnici,<br />
- dimostrazione passo per passo,<br />
- esecuzione controllata.<br />
E’ stata sottolineata la necessità di salvaguardare sempre<br />
e comunque il rispetto degli attori di volta in volta coinvolti,<br />
siano essi gli studenti (nell’esecuzione tra pari) che<br />
l’assistito. Per quel che concerne la valutazione, anch’essa<br />
ovviamente dipendente dalla tipologia della singola<br />
attività, è stato suggerito l’utilizzo di una griglia con scomposizione<br />
standardizzata degli atti in tappe sequenziali e<br />
valutazione con score dei singoli atti tenendo anche in<br />
considerazione il tempo di esecuzione. L’esito finale della<br />
prova dovrebbe essere valutato in modo digitale del tipo<br />
positivo/negativo a seconda del raggiungimento di una<br />
soglia di score prestabilita; non si è ritenuto infatti utile da<br />
nessun punto di vista una graduazione della capacità di<br />
svolgere abilità considerate irrinunciabili per il conseguimento<br />
della laurea e che comunque per definizione debbono<br />
essere svolte in completa autonomia, sicurezza e in<br />
modo efficiente dallo studente.<br />
2.2 ABILITÀ EMOTIVO-RELAZIONALI<br />
Un giro iniziale di illustrazione delle attività formative<br />
già presenti nelle diverse sedi rappresentate ha messo alla<br />
luce una ricchezza insospettata di iniziative, di diversa<br />
tipologia:<br />
- moduli a impronta cognitiva e culturale, in massima<br />
parte legati ai Corsi Integrati di Scienze Umane e/o di<br />
Metodologia 1 (Introduzione alla <strong>Medicina</strong>),<br />
- corsi seminariali ad hoc, proposti sia al 1° che al 4-5°<br />
anno,<br />
- gruppi di riflessione sulle emozioni vissute durante il<br />
tirocinio (in stile Balint), o sui problemi comunicativi<br />
emersi con i pazienti (come meeting di reparto, anche col<br />
personale infermieristico),<br />
- uso durante le attività professionalizzanti del 5-6° anno<br />
della griglia di valutazione delle abilità comunicative contenuta<br />
nel libretto per l’Esame di Stato.<br />
Nella discussione successiva il gruppo ha convenuto che:<br />
- le attività formative alle abilità emotivo-relazionali<br />
dovrebbero iniziare già dal 1° anno ed estendersi fino al<br />
6°, in un percorso organico e progettato con una serie di<br />
“milestones” che rinforzino e consolidino le abilità individuali,<br />
accompagnando al contempo il percorso di crescita<br />
umana degli studenti;<br />
- le “tecniche di buona comunicazione” possono essere<br />
insegnate/apprese e quindi valutate, soprattutto attraverso<br />
lavoro in piccoli gruppi, role play e griglie di osservazione;<br />
- la dimensione relazionale in senso stretto (empatia,<br />
esplorazione delle proprie emozioni) probabilmente non<br />
Med. Chir. <strong>47</strong>, 2058-2063, 2009<br />
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