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47 - Medicina e Chirurgia

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- trans-culturali (basate su appropriate skills che modulino<br />

e adeguino la relazione al tipo di malato, cercando di<br />

ridurre le disparità etniche tramite un’adeguata comunicazione<br />

trans-culturale).<br />

La valutazione di tali competenze è molto difficile perché<br />

risulta critica in termini di attendibilità la verifica contemporanea<br />

di fattori molteplici, quali:<br />

- le conoscenze teoriche e l’abilità nella loro applicazione<br />

concreta,<br />

- la capacità di discriminazione e quindi di autovalutazione<br />

dei propri limiti,<br />

- la coscienziosità che si manifesta nella correttezza dell’approccio<br />

relazionale,<br />

- la capacità di autogestione delle emozioni suscitate dalla<br />

relazione interpersonale.<br />

Le competenze metodologiche/metacognitive (cliniche)<br />

consistono nella capacità di organizzare, dirigere e controllare<br />

i processi mentali, adeguandoli alle esigenze del<br />

compito da svolgere. Esse permettono di costruire il<br />

sapere partendo da strategie cognitive ed esperenziali,<br />

elaborate personalmente in base alle conoscenze possedute.<br />

Esse includono competenze generali, quali il ragionamento,<br />

la comunicazione, l’aggiornamento, la professionalità;<br />

e competenze specifiche, tra cui l’analisi, la valutazione,<br />

l’interpretazione, la programmazione, la comunicazione,<br />

l’intervento, nonché lo sviluppo professionale, il<br />

suo mantenimento e trasferimento. In definitiva, quanto<br />

più una persona è cosciente del suo operato e di come<br />

la propria mente lavora, tanto più è in grado di operare<br />

un controllo sui propri processi cognitivi, e conseguentemente<br />

ottiene migliori risultati nelle attività che esegue.<br />

2. Risultato dei lavori di gruppo<br />

2.1 ABILITÀ GESTUALI<br />

Nella discussione preliminare è stato evidenziato come<br />

non sia sempre scontato dove finisca l’abilità gestuale e<br />

dove comincino le altre; infatti, ad esempio, anche alcune<br />

attività prettamente manuali da effettuare sull’assistito,<br />

comportano - nell’esecuzione - la necessità di stabilire un<br />

rapporto con lo stesso e quindi di ricorrere ad abilità<br />

almeno di tipo emotivo-relazionali. Si è ritenuto, nello<br />

svolgimento del mandato, di restringere il campo alla<br />

scelta di tre attività gestuali di terzo livello (che lo studente<br />

deve saper eseguire autonomamente), elencate secondo<br />

una scala di complessità così da poter ragionare in<br />

modo più articolato sulle metodologie didattiche e valutative<br />

necessarie. Esemplificativamente sono state prescelte<br />

le seguenti attività:<br />

Esame obiettivo dell’addome<br />

Misurazione della pressione arteriosa<br />

Applicazione di punti di sutura<br />

E’ stato rilevato come la collocazione curricolare sia<br />

strettamente dipendente dal metodo didattico prescelto,<br />

ma si è comunque convenuto sulla opportunità, per la<br />

maggioranza delle abilità gestuali di terzo livello (e in<br />

particolare per quelle prescelte) di proporne l’insegnamento<br />

il prima possibile, magari nell’ambito delle metodologie<br />

del primo, secondo e terzo anno. Tale scelta è<br />

apparsa opportuna anche alla luce della possibilità di<br />

permettere la reiterazione dell’insegnamento/esercizio<br />

negli anni successivi, stante la necessità del raggiungi-<br />

Le attività didattiche professionalizzanti<br />

mento da parte dello studente dell’autonomia esecutiva<br />

in completa sicurezza ed efficienza. In questo senso<br />

anche le metodologie didattiche, peraltro dipendenti<br />

dalla singola abilità in questione, sono state considerate<br />

nell’ambito di una progressione, riservando all’inizio la<br />

preferenza all’applicazione dell’abilità tra pari (o nel caso<br />

dei punti di sutura all’utilizzo di manichini e/o materiali<br />

vari) per poi passare all’esecuzione, sempre sotto tutoraggio,<br />

sull’assistito. Nello specifico è stato suggerito che l’insegnamento<br />

dovrebbe consistere in tre fasi:<br />

- ricordo dei prerequisiti teorici e/o tecnici,<br />

- dimostrazione passo per passo,<br />

- esecuzione controllata.<br />

E’ stata sottolineata la necessità di salvaguardare sempre<br />

e comunque il rispetto degli attori di volta in volta coinvolti,<br />

siano essi gli studenti (nell’esecuzione tra pari) che<br />

l’assistito. Per quel che concerne la valutazione, anch’essa<br />

ovviamente dipendente dalla tipologia della singola<br />

attività, è stato suggerito l’utilizzo di una griglia con scomposizione<br />

standardizzata degli atti in tappe sequenziali e<br />

valutazione con score dei singoli atti tenendo anche in<br />

considerazione il tempo di esecuzione. L’esito finale della<br />

prova dovrebbe essere valutato in modo digitale del tipo<br />

positivo/negativo a seconda del raggiungimento di una<br />

soglia di score prestabilita; non si è ritenuto infatti utile da<br />

nessun punto di vista una graduazione della capacità di<br />

svolgere abilità considerate irrinunciabili per il conseguimento<br />

della laurea e che comunque per definizione debbono<br />

essere svolte in completa autonomia, sicurezza e in<br />

modo efficiente dallo studente.<br />

2.2 ABILITÀ EMOTIVO-RELAZIONALI<br />

Un giro iniziale di illustrazione delle attività formative<br />

già presenti nelle diverse sedi rappresentate ha messo alla<br />

luce una ricchezza insospettata di iniziative, di diversa<br />

tipologia:<br />

- moduli a impronta cognitiva e culturale, in massima<br />

parte legati ai Corsi Integrati di Scienze Umane e/o di<br />

Metodologia 1 (Introduzione alla <strong>Medicina</strong>),<br />

- corsi seminariali ad hoc, proposti sia al 1° che al 4-5°<br />

anno,<br />

- gruppi di riflessione sulle emozioni vissute durante il<br />

tirocinio (in stile Balint), o sui problemi comunicativi<br />

emersi con i pazienti (come meeting di reparto, anche col<br />

personale infermieristico),<br />

- uso durante le attività professionalizzanti del 5-6° anno<br />

della griglia di valutazione delle abilità comunicative contenuta<br />

nel libretto per l’Esame di Stato.<br />

Nella discussione successiva il gruppo ha convenuto che:<br />

- le attività formative alle abilità emotivo-relazionali<br />

dovrebbero iniziare già dal 1° anno ed estendersi fino al<br />

6°, in un percorso organico e progettato con una serie di<br />

“milestones” che rinforzino e consolidino le abilità individuali,<br />

accompagnando al contempo il percorso di crescita<br />

umana degli studenti;<br />

- le “tecniche di buona comunicazione” possono essere<br />

insegnate/apprese e quindi valutate, soprattutto attraverso<br />

lavoro in piccoli gruppi, role play e griglie di osservazione;<br />

- la dimensione relazionale in senso stretto (empatia,<br />

esplorazione delle proprie emozioni) probabilmente non<br />

Med. Chir. <strong>47</strong>, 2058-2063, 2009<br />

2059

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