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L'idea di Dio nel Cristianesimo delle origini - Dott. Faustino Nazzi

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caelos novos et terram novam et non erunt in memoria priorum et non ascendent priora» (Is<br />

65,17). Si tratta ancora <strong>di</strong> ipotesi, ma da Girolamo e Giustiniano gli è attribuita in forma<br />

apo<strong>di</strong>ttica da cui le accuse <strong>di</strong> eresia (Ivi, p. 99). Origene sostiene in vari testi la dannazione<br />

eterna del <strong>di</strong>avolo e del fuoco eterno, dove si nega ogni riscatto. Bisogna tuttavia ripetere che<br />

il suo pensiero è una ricerca e propone spesso opinioni antitetiche: demoni salvati e no, la<br />

scomparsa dei corpi o corporeità eterea, la Trinità la sola incorporale (Ivi, p. 102).<br />

Il vero problema è captare l'esatta fase evolutiva del significato <strong>di</strong> questi termini come<br />

l'eternità <strong>di</strong> fronte all'accezione corrente. La piattaforma "mobile" è la concezione del «sopra<br />

dell'essere» per nulla svanita dalla filosofia dell'epoca e per nulla estranea ad Origene, dove<br />

tutte le cosiddette qualità umane e <strong>delle</strong> cose mondane non possono essere pre<strong>di</strong>cate <strong>di</strong> <strong>Dio</strong><br />

compresa quella dell'essere. Eternità è estensione infinita del tempo a parte ante e a parte<br />

post, perfettamente dedotta dal tempo. È l'infinitesimo che gli antichi imbrigliavano con l'uno,<br />

il punto, l'istante, l'atomo e via <strong>di</strong>cendo e ricorrendo alla proporzione quantitativa e qualitativa<br />

per gestire il significativo pertinente. <strong>Dio</strong> essere, natura, persona, intelligenza, volontà, amore,<br />

giustizia e via <strong>di</strong>cendo sono antropomorfismi che sopportano solo un'attribuzione debole<br />

secondo un linguaggio semplice, ma che assunto secondo la taratura metafisica avrebbe creato<br />

più problemi <strong>di</strong> quelli che pretendeva <strong>di</strong> risolvere. Sarà il travaglio doloroso <strong>delle</strong> <strong>di</strong>atribe<br />

ereticali già presenti <strong>nel</strong>la <strong>di</strong>alettica dei rapporti interpersonali e che che d'ora in poi<br />

assumeranno la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> verità apo<strong>di</strong>ttiche <strong>di</strong>scriminanti fino a sterilizzare le tre virtù<br />

teologali della fede, speranza e carità cristiane.<br />

Sull'astrologia ritorneremo: basti <strong>di</strong>re che gli astri sono segni, in<strong>di</strong>cano, non producono gli<br />

eventi; dunque nessun fatalismo ma affermazione del libero arbitrio. Riconosce che le stelle<br />

hanno un'anima ragionevole e libera al modo platonico: gli astri pregano <strong>Dio</strong> e ricevono dei<br />

comandamenti. Il sole è il ministro della conoscenza <strong>di</strong> Gesù, il Sole <strong>di</strong> giustizia (Comm Jud I,<br />

28 (24) 175, /p. 107). L'importante è sapere che Origine si trova <strong>di</strong> fronte a queste riflessioni,<br />

condottovi dai passi scritturistici che sta commentando: tutto quello che <strong>di</strong>ce e teorizza lo<br />

ricava dalla Scrittura, cercando e non sempre riuscendo ad armonizzare il tutto. Da ricordare<br />

poi che quello che si è salvato della sua immensa produzione è ben poca cosa.<br />

Il Figlio governa il mondo con la sua Potenza e con la sua Ragione, come per un'anima<br />

unica. L'azione <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> si estende a tutto l'universo (si pensi alla mano del Padre <strong>nel</strong>l'altare<br />

cividalese che spunta <strong>di</strong> tra le nubi ad in<strong>di</strong>care il Padre come azione energia). La materia <strong>di</strong><br />

cui è composto il mondo è una sorte <strong>di</strong> substrato amorfo, capace <strong>di</strong> ricevere qualità <strong>di</strong>verse e<br />

<strong>di</strong> cambiarsi, perché esso non si fissa in modo definitivo in alcuna forma. Tuttavia Origene<br />

rifiuta la materia increata platonica e stoica: <strong>Dio</strong> ha creato dal nulla (Ivi, p. 127) con i limiti che<br />

si è detto. Il curatore Crouzel, <strong>nel</strong> commento a Gregorio Taumaturgo, ripete che Origene<br />

esprimeva esplicitamente la creazione ex nihilo (CROUZEL 1969, p. 35). Tuttavia pensiamo che<br />

sia necessario sorvegliare le oscillazioni e le innumerevoli particolarità del suo pensiero che<br />

suppongono un contesto plastico per quanto riguarda la <strong>di</strong>mensione dogmatica definitiva. E<br />

sarebbe bene che gli esegeti ne tenessero conto.<br />

La redenzione <strong>di</strong> Cristo, sulla linea paolina, ha un valore universale, cosmico ed<br />

ipercosmico, efficace anche per le creature celesti: un solo sacrificio con efficacia celeste e<br />

terrestre (Ivi, p. 230).<br />

Lo Spirito Santo «ab ipso Patre proce<strong>di</strong>t» (Gv 15,26) è <strong>di</strong>ventata formula tecnica dalla<br />

seconda metà del IV secolo e forse risente della traduzione ad meliorandum <strong>di</strong> Rufino. In<br />

realtà Origene non sa come esprimere l'origine dello Spirito Santo. Vede in lui il più elevato<br />

degli esseri che hanno un'origine per mezzo del Figlio, attribuendogli tutte le prerogative<br />

<strong>di</strong>vine (Comm Gv II 10, 73, /p. 56).<br />

Il peccato non può sopprimere fondamentalmente la partecipazione dell'anima umana a<br />

<strong>Dio</strong>. Supporre che la corruzione possa intaccare la sostanza dell'anima è bestemmiare contro il<br />

Figlio <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, immagine <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, secondo la quale l'uomo è stato creato. Insomma <strong>Dio</strong> non è<br />

onnipotente perché si ven<strong>di</strong>ca in eterno, ma perché perdona fosse pure d'aspettare un'eternità!<br />

C'è da <strong>di</strong>re che forse solo una simile idea <strong>di</strong> eternità è un concetto rispettoso <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> e<br />

dell'uomo; quello dell'infinità del tempo è una patologia del pensiero umano elevata ad

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