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L'idea di Dio nel Cristianesimo delle origini - Dott. Faustino Nazzi

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fanno parte dei perfetti, senza per questo essere fuori della Chiesa: è segno che non hanno<br />

dominato le passioni (Ivi, p. 262 n. 1). Sarà questa la prassi della chiesa orientale nei confronti<br />

del clero: «unius uxoris vir» (I Tit. 3,2), cioè sposato una sola volta.<br />

Una dossologia finale: «Quia igitur Salvator Creatoris est filius, in commune Patrem<br />

Filiumque laudemus, cuius lex, cuius et templum est, cui est gloria et imperium in saecula<br />

saeculorum. Amen» (Om. XVIII, /p. 270). Cercare Cristo significa scrutare le scritture per<br />

scoprirvi il senso spirituale (Om XIX, /p. 276 n. 2).<br />

«E poiché Giuseppe e Maria non avevano ancora raggiunta la pienezza della fede...». Pur<br />

avendo la pienezza della grazia che comunica tutta la virtù non è segno <strong>di</strong> imperfezione<br />

progre<strong>di</strong>re <strong>nel</strong>la intelligenza della fede, anzi la perfezione <strong>delle</strong> creature consiste in un<br />

incessante progresso <strong>nel</strong>la contemplazione permanente del Logos (Om XX, /p. 282 n. 1. «Et quia<br />

necdum plenam fidem Ioseph et Maria habebant...".). Gesù soggetto a Giuseppe è il modello della<br />

soggezione. «Ba<strong>di</strong> dunque ciascuno come spesso accada che sia preposto a dei soggetti più<br />

qualificati uno che è loro inferiore, sicché il sottoposto sia migliore <strong>di</strong> colui che è stato<br />

preposto. Per cui quegli che si vede promosso ad un ruolo d'importanza, non insuperbisca<br />

credendosi migliore, ma sappia che il più perfetto gli è sottoposto come il Cristo lo era a<br />

Giuseppe" (OM XX, /p. 286. «Videat ergo unusquisque, quod saepe melioribus praepositus sit inferiore et<br />

nonumquam accidat ut ille, qui subiectus est, melior sit eo, qui sibi videtur esse praepositus. Quod cum<br />

intellexerit <strong>di</strong>gnitate sublimior, non elevabitur superbia ex eo quod maior est, sed sciet ita sibi meliorem esse<br />

subiectum, quomodo et Jesus subiectus fuit Joseph»). L'insegnamento ha <strong>di</strong> mira il «superiore» <strong>di</strong><br />

grado!<br />

La natura umana si definisce per la sua partecipazione al Logos, per cui i pagani sono<br />

paragonati a «lapides» che convertendosi acquisiscono una natura spirituale, «rationabilis<br />

natura», <strong>di</strong>ventando così uomini (Om XXII, /p. 311 n. 2). Forse con questo intende <strong>di</strong>re che i<br />

semina verbi e l'universalità della redenzione <strong>di</strong>viene cosciente grazie al messaggio cristiano.<br />

Secondo Origene <strong>Dio</strong> non interviene <strong>di</strong>rettamente <strong>nel</strong> giu<strong>di</strong>zio universale per giu<strong>di</strong>care le<br />

anime, ma ricorre al ministero degli angeli buoni e cattivi; questi ultimi sarebbero i<br />

pubblicani. Tale teoria passa sotto il nome <strong>di</strong> «dottrina des télonies», pubblicani che<br />

rassomigliano ai demoni.<br />

La gerarchia ecclesiastica visibile è il segno della gerarchia invisibile <strong>nel</strong> regno <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>,<br />

dove il Cristo è in definitiva il vero vescovo. Il vescovo visibile è l'antitipo terrestre<br />

dell'angelo della chiesa (Ivi, p. 210 n. 2). Origene s'immagina il para<strong>di</strong>so circondato da un fiume<br />

<strong>di</strong> fuoco e le anime saranno purificate da questo fuoco (p. 326 n. 1). I testi eucaristici sono<br />

applicati alla manducazione della Parola e l'eucaristia è figura sacramentale del Verbo che<br />

nutre le anime (Om XXVIII, /p. 358 n. 2). «Il Padre mi mandò ad evangelizzare i poveri. I poveri<br />

corrispondono alle nazioni: queste infatti sono povere non possedendo alcunché, non <strong>Dio</strong>,<br />

non la legge, non i profeti, non la giustizia e le altre virtù» (Om XXXII, /p. 382. «Evangelizzare<br />

pauperibus misit me. Pauperes nationes significat: istae enim erant pauperes nihil omnino possidentes, non<br />

Deum, non legem, non prophetas, non justitiam reliquasque virtutes»). Esprime una concezione del tutto<br />

negativa sui pagani, evidentemente fedele al testo che sta leggendo <strong>nel</strong> contesto <strong>di</strong> un<br />

simbolismo che non gli permette <strong>di</strong> rilevare qualcosa <strong>di</strong> buono negli "altri". Dossologia:<br />

«Laudemus Deum in Patre et Filio et Spiritu Sancto» (Ivi, p. 440).<br />

«Coloro che saranno come angeli ebbene <strong>di</strong>verranno angeli... Ugualmente bisogna sapere<br />

che gli angeli non si sposano. Qui invece, dove si muore ci si sposa e sono necessari i figli;<br />

dove invece vige l'immortalità non vi è necessità <strong>di</strong> sposarsi né <strong>di</strong> generare figli» (Om XXXIX, /<br />

p. 450. "Qui erunt sicut angeli, utique angeli erunt... Simulque <strong>di</strong>scendum, quod angeli connubia non habeant.<br />

Hic vero, ubi mors, et nuptiae et liberi necessarii sunt; ubi autem immortalitas, nec coniugio opus est nec<br />

filiis»). La con<strong>di</strong>zione celeste viene suggerita, come anticipazione, agli esemplari sulla terra.<br />

Omelie su Giovanni (BLANC 1966). Confuta le tesi valentiniane, monarchiche, modaliste e<br />

gnostiche. Unità <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, personalità <strong>di</strong>stinta del Figlio e sua <strong>di</strong>vinità, unità della rivelazione A<br />

e NT, unità della natura umana, la <strong>di</strong>versità spirituale <strong>di</strong> psichici ed ilici per libera scelta (Ivi, p.<br />

10). L'ascesi porta il credente da servitore a <strong>di</strong>scepolo, <strong>di</strong> figlio e fratello <strong>di</strong> Gesù. Al centro<br />

della pre<strong>di</strong>cazione cristiana è la persona del Cristo e la risurrezione. Il pensiero dei greci<br />

spiritualisti come Pitagora, Platone e Plotino può essere una buona preparazione al

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