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Regole e regolamenti di organizzazione nelle - Magellano

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1. Determinanti al riguardo<br />

sono stati i contributi<br />

forniti da Herbert Simon<br />

allo stu<strong>di</strong>o dei limiti della<br />

razionalità umana e l’analisi<br />

delle decisioni e degli<br />

scopi organizzativi realizzata<br />

da Cyert e March.<br />

2. Un approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />

queste teorie esula da questo<br />

volume. I riferimenti<br />

principali sono gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Alvin Gouldner, P.M.<br />

Blau, Robert Merton e<br />

Michel Crozier.<br />

Secondo questa visione, il funzionario pubblico dovrebbe essere<br />

mosso dalla ricerca <strong>di</strong> adeguatezza tra il suo comportamento e l’insieme<br />

<strong>di</strong> regole predefinite. In virtù della sua posizione, ogni <strong>di</strong>pendente<br />

pubblico dovrebbe costantemente chiedersi “come devo comportarmi<br />

in questa situazione secondo quanto previsto?”. La sua identità <strong>di</strong> funzionario<br />

coincide così con ciò che ci si aspetta da lui. Secondo il<br />

modello burocratico, è quin<strong>di</strong> sufficiente avere buone regole, che<br />

descrivono accuratamente e nel modo più razionale il comportamento<br />

migliore per ogni situazione, e l’<strong>organizzazione</strong> si adeguerà ad esse,<br />

ottimizzando così i propri risultati.<br />

Figura 1 Razionalità e superiorità tecnica della burocrazia secondo Weber<br />

REGOLE<br />

BUROCRATICHE<br />

AZIONE RAZIONALE<br />

RISPETTO ALLO SCOPO<br />

MASSIMIZZAZIONE<br />

EFFICIENZA<br />

Questa teoria, molto rassicurante, per la quale l’azione dei <strong>di</strong>pendenti<br />

all’interno delle organizzazioni si basa sulle regole che ad essi<br />

sono state date, è stata messa in <strong>di</strong>scussione dalla scoperta che, in<br />

realtà, i comportamenti delle persone, anche all’interno <strong>di</strong> organizzazioni<br />

molto strutturate, sono sempre il frutto <strong>di</strong> una libera scelta. Gli<br />

in<strong>di</strong>vidui posti in una data situazione intraprendono le azioni che<br />

meglio possono servire ai propri scopi, sulla base <strong>di</strong> un calcolo. In<br />

altri termini, ciò che decidono <strong>di</strong> fare non risponde alla ricerca della<br />

maggiore uniformità alle regole, ma al raggiungimento <strong>di</strong> ciò che per<br />

essi è il risultato più sod<strong>di</strong>sfacente, sulla base delle proprie aspettative<br />

e preferenze in<strong>di</strong>viduali 1 .<br />

Le regole allora non sono più la guida e il riferimento dell’azione,<br />

ma uno strumento: sono rispettate e ritenute valide solo se funzionali<br />

allo scopo perseguito dai singoli attori all’interno dell’<strong>organizzazione</strong>.<br />

Sulla base <strong>di</strong> questa intuizione, un lungo filone <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> ha <strong>di</strong>mostrato<br />

negli ultimi cinquant’anni come le regole possano generare<br />

delle <strong>di</strong>sfunzioni e degli effetti imprevisti all’interno delle organizzazioni<br />

2 . Paradossalmente, proprio il rispetto delle regole può portare a<br />

deresponsabilizzare chi si limita ad applicarle, può essere oggetto <strong>di</strong><br />

negoziazione e <strong>di</strong> scambio tra <strong>di</strong>pendenti e superiori, può proteggere<br />

o rafforzare il potere <strong>di</strong> un funzionario nei confronti degli altri,<br />

creando forti ostacoli al cambiamento. Insomma, nella realtà il sistema<br />

<strong>di</strong> regole formali che dovrebbe caratterizzare un’<strong>organizzazione</strong><br />

razionale e orientata allo scopo non solo non determina in modo<br />

meccanicistico i comportamenti degli in<strong>di</strong>vidui, ma al contrario può<br />

18 REGOLE E REGOLAMENTI DI ORGANIZZAZIONE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

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