Regole e regolamenti di organizzazione nelle - Magellano
Regole e regolamenti di organizzazione nelle - Magellano
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La regola è il tipico strumento in cui l’offerta alimenta la domanda.<br />
Infatti, l’offerta <strong>di</strong> regole, troppo <strong>di</strong>sinvolta e a buon mercato, può<br />
avere l’effetto <strong>di</strong> far crescere la richiesta <strong>di</strong> altre regole (vi sono molti<br />
casi in cui regole, generano nuove regole che vanno a precisare e a<br />
specificare le precedenti).<br />
Buone regole sono dunque quelle che risolvono problemi e non<br />
ne creano <strong>di</strong> nuovi.<br />
Sono quelle che, a partire da bisogni e problemi dell’<strong>organizzazione</strong>,<br />
conosciuti a fondo in tutte le loro implicazioni e guidate da una<br />
consapevole strategia, danno un contributo alla loro soluzione. Al<br />
contrario, regole che nascono solo come mero adempimento (il regolamento<br />
sull’or<strong>di</strong>namento degli uffici e servizi è un obbligo per tutti<br />
gli enti!) rischiano <strong>di</strong> “vivere” solo nell’or<strong>di</strong>ne formale del <strong>di</strong>ritto.<br />
Porre attenzione all’ambivalenza della regola vuol <strong>di</strong>re, concretamente:<br />
• privilegiare soluzioni normative semplici, <strong>di</strong> facile applicazione,<br />
rinunciando, se necessario, a regolare situazioni che la regola non<br />
riesce ad affrontare con “semplicità”;<br />
• valutare preventivamente l’opportunità <strong>di</strong> agire attraverso lo strumento<br />
normativo e valutare le alternative alle regole.<br />
Nella valutazione della opportunità <strong>di</strong> intervenire o meno con lo<br />
strumento normativo occorre considerare:<br />
• primo: se la regola è adeguata alla complessità dei problemi; si<br />
verifica spesso, infatti, che ci sia una sottovalutazione dei problemi<br />
da affrontare attraverso la regola: ad esempio, non si percepiscono<br />
fino in fondo i nessi politici tra i <strong>di</strong>versi attori, la rilevanza degli<br />
interessi in campo, la <strong>di</strong>stanza tra i modelli astratti preconizzati<br />
nella regola e le prassi consolidatesi nel tempo;<br />
• secondo: se la regola presenta un eccessivo livello <strong>di</strong> astrattezza<br />
rispetto alle prassi consolidate: è inutile infatti imporre modelli normativi<br />
astratti, secondo una visione potestativa del <strong>di</strong>ritto, completamenti<br />
estranei alle prassi e molto <strong>di</strong>stanti dalle evidenze empiriche;<br />
• terzo: se non esistano strumenti alternativi alla regola, più efficaci<br />
a risolvere i problemi al centro dell’attenzione; ad esempio: per<br />
risolvere un conflitto <strong>di</strong> competenza tra due uffici, forse è più utile<br />
organizzare una riunione tra i responsabili degli uffici, in cui si<br />
parli con franchezza e si negozino le soluzioni.<br />
L’introduzione <strong>di</strong> nuove regole va sempre accompagnata<br />
da altre azioni manageriali<br />
Quasi sempre, le regole, da sole, non risolvono i problemi organizzativi,<br />
se non sono accompagnate da altre azioni a supporto. La produzione<br />
<strong>di</strong> regole è solo una parte <strong>di</strong> un lavoro molto più complesso e<br />
ad ampio raggio.<br />
Il manager delle regole deve, dunque, preoccuparsi non solo <strong>di</strong><br />
“definire le regole”, con le procedure legittimanti previste per la loro<br />
“approvazione”, ma anche <strong>di</strong> comunicarle, <strong>di</strong> farle conoscere, <strong>di</strong> favo-<br />
28 REGOLE E REGOLAMENTI DI ORGANIZZAZIONE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE