066 - Tesi completa - Arpat
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-sufficiente stabilità di molti taxa, sui substrati in cui essi vivono, e quindi<br />
capacità di riflettere con immediatezza le condizioni di qualità delle acque e dei<br />
sedimenti;<br />
-facilità di raccolta rispetto ad altri gruppi e identificazione accessibile anche a<br />
occhio nudo;<br />
-sono cibo preferenziale per i pesci e costituiscono una componente<br />
fondamentale della catena alimentare dei fiumi e degli ambienti ad essi<br />
limitrofi, nelle varie forme del ciclo biologico (Fig. 1.16).<br />
Figura 1.16 - Composizione % dei macroinvertebrati nel regime alimentare della trota. A: adulti di<br />
insetti acquatici e terrestri caduti in acqua. C: coleotteri. D: ditteri. E: efemerotteri. G: gammaridi. P:<br />
plecotteri. T: tricotteri [da TACHET et al., 2000, modificato]<br />
Il metodo di monitoraggio biologico fino ad oggi più utilizzato in Italia è<br />
stato l’Indice Biotico Esteso, che comincia ad essere adottato verso la fine degli<br />
anni ’70, nella sua versione originale elaborata da WOODWISS (1978) e adattata<br />
alla realtà italiana da GHETTI (1981). A partire da tale periodo, si moltiplicano le<br />
esperienze di applicazione del metodo, che consentono di affinarlo e adattarlo<br />
sempre più alla realtà italiana, fino ad essere universalmente riconosciuto con<br />
l’attuale acronimo (IBE, GHETTI, 1997).<br />
L’IBE è un metodo che studia le comunità dei macroinvertebrati e trae<br />
informazioni sia dal valore di indicatore di alcuni taxa, più sensibili agli<br />
inquinanti, sia da una stima della diversità rilevata nella comunità.<br />
Il metodo tiene conto del fatto che:<br />
-la ricchezza in specie aumenta fino a certi livelli in funzione del contenuto di<br />
sali nutritivi;<br />
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