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testo, aggiungendo particolari che inducevano al<br />
riso; anche caricature dei professori (ahimé!…). Era<br />
già evidente la mia vena, accompagnata da senso<br />
della prospettiva e del movimento.<br />
Come ha influenzato il suo percorso il surrealismo<br />
di Magritte?<br />
Le dirò, io non sono un intellettuale: anzi, come<br />
spesso ripeto, la mia grande forza è non aver mai<br />
capito niente. Tuttavia, Magritte è stata una scoperta:<br />
in un certo senso mi ha liberato dalla…forza di<br />
gravità. Tutto può fluttuare nell’aria, essere scomposto<br />
o guardato dall’interno, anche il corpo umano,<br />
le cui parti sezionate faccio vivere autonomamente.<br />
Evasione, lenta ma sicura, da schemi che un po’<br />
mi impedivano i movimenti. Ciò ha favorito anche<br />
la mia vena poetica, sempre più presente con la maturità<br />
(maturo io? Mah…). Una volta, uno mi definì<br />
“post-moderno”: a me, che sono un pre-antico?<br />
Ha fonti particolari d’ispirazione quando crea<br />
un’illustrazione umoristica o una vignetta?<br />
L’osservazione della realtà, tutto lì. Ma ci si deve<br />
anche concentrare, eh, perché spesso l’idea la senti<br />
e l’avverti soltanto, ma non ne sei ancora sicuro;<br />
allora ti metti sulle sue tracce, scarabocchiando:<br />
fino ad acciuffarla e farla tua sulla carta. Se rido<br />
sonoramente, vuol dire che è una buona idea!<br />
La sua più grande passione è diventata anche il<br />
suo mestiere, che sensazione prova?<br />
Gratitudine. Verso il Padreterno, che mi ha dotato<br />
di un dono divino; verso i miei, che mai mi hanno<br />
ostacolato (ma neanche osannato: ha presente<br />
quelle famiglie tutte strette intorno al genietto di<br />
casa? Ecco, l’opposto). Poi un certo stupore: riuscire<br />
a stare a galla facendo quel che piace, beh, non<br />
lo trova un miracolo?<br />
So che si dedica anche a incontri col pubblico…<br />
E’ stata la mia esperienza televisiva (1987-1997)<br />
ad aver favorito quel passo. Parlo e intrattengo il<br />
pubblico su di un tema (la comunicazione, la donna,<br />
la famiglia…) aiutandomi con una lavagna luminosa<br />
e uno schermo alle mie spalle: una mano<br />
corre veloce, un disegno nasce in pochi secondi,<br />
una battuta lo conclude e il buonumore zampilla<br />
come una s<strong>org</strong>ente. Il pubblico mi piace, ma va<br />
rispettato; niente satira greve, doppi sensi o trivialità,<br />
che hanno allontanato molti e altrettanti han<br />
messo sulla difensiva. Impugni un fioretto, non<br />
una scure! Garbo e discrezione, invece: ma è così<br />
difficile capirlo?<br />
Come affronta il suo lavoro?<br />
Ho uno studio in zona precollinare. Essere solo è<br />
condizione necessaria per concentrarmi: solo con<br />
PROTAGONISTI<br />
i miei pensieri e le mie ossessioni (ma pure le ossessioni, sole con me,<br />
non è che se la passino meglio); raramente ascolto la radio, che commento<br />
ad alta voce. Spesso parlo da solo e faccio i rumori delle cose che<br />
sto disegnando: un’auto, un aereo, la folla…; chiunque dovesse vedermi<br />
di nascosto, chiamerebbe immediatamente la neuro.<br />
Esiste un percorso (di studi o altro) per diventare un disegnatore<br />
umorista? Ci sono possibilità per i giovani?<br />
Guardi, io non ho neppure fatto l’Accademia; spesso rifletto: mi avrebbe<br />
poi favorito? Son domande senza risposta. Il senso dell’umorismo<br />
è come il coraggio di Don Abbondio: se uno non ce l’ha, non se lo può<br />
dare. E non è neanche detto che troppa cultura lo favorisca, sa; qui, non<br />
ci sono regole. Se all’interno di te stesso c’è un “humor” che è anche “vis<br />
durans”, forza propulsiva, allora possiedi un motore per fare strada e,<br />
forse, anche per decollare. Ma si può benissimo fare l’umorista (e vincere<br />
concorsi) anche svolgendo altri lavori: dipende da mille varianti.<br />
So che sta preparando una mostra dedicata ai bancari o ai banchieri…<br />
ci vuole anticipare qualcosa?<br />
Destino fatale, questo mio imbattermi in Banchieri & Finanzieri: doveva<br />
succedere! Avendo io sempre considerato l’economia come un mezzo,<br />
la modernità me l’ha imposta come un fine: vedo un Chiostri/Dante che<br />
scende all’Inferno scortato da un Pound/Virgilio…<br />
Sulla Banca, sono indeciso: la ringrazio perché custodisce il mio gruzzoletto?<br />
O l’accuso per i “costi-addebiti-competenze-bolli vari” distribuiti<br />
generosamente nell’E/Conto?<br />
Infine, le rivelo un segreto: mia sorella ha sposato un bancario. Ah, ahi,<br />
ahi, la legge del contrappasso!<br />
giugno 2010 | Plus Magazine <strong>14</strong> | PROTAGONISTI 31