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44<br />
HOBBY E PASSIONI<br />
di Felice Minoletti<br />
foto Maurizio Pattoglio<br />
Alla continua ricerca di nuove “sfide”<br />
ed avventure, alcuni decenni fa, venuti<br />
a conoscenza di un canyon in Francia<br />
a circa 450 km da Torino che si poteva<br />
scendere in canoa affrontando una<br />
serie di rapide, decidiamo di partire.<br />
Detto fatto, cartina alla mano e via. Monginevro,<br />
Gap, Vallon Pont d’Arc e quindi<br />
dopo una serie di curve interminabili<br />
finalmente l’arrivo a Pont St. Esprit, la<br />
porta dell’Ardéche.<br />
Proprio come i protagonisti del film ci<br />
troviamo in mezzo alla provincia più<br />
profonda in cui il tempo sembra essersi<br />
fermato.<br />
Riusciamo ad accordarci e l’indomani<br />
all’alba caricati su un pulmino senza<br />
tempo guidato da un reduce di Woodstock,<br />
con le canoe al seguito, veniamo<br />
trasportati in cima al fiume.<br />
Senza tanti preamboli ci mollano sulla<br />
riva, ci vengono affidati una canoa tipo<br />
indiana in vetroresina e due bidoni in<br />
cui mettere vestiti di ricambio, un po’<br />
di sussistenza per il tragitto ed acqua a<br />
volontà.<br />
Cominciamo a pagaiare in una grossa<br />
pozza verde smeraldo passando sotto<br />
un maestoso arco di roccia naturale dirigendoci<br />
verso un canalone delimitato<br />
da pareti altissime di roccia bianca e<br />
calcarea che hanno la caratteristica di<br />
rimandare lungo il percorso, nei mesi<br />
LA DISCESA<br />
DELL’ ARDÈCHE<br />
Un tranquillo<br />
week end di ....Emozioni!!!<br />
Jon Voight, Felice Minoletti, Burt Reynolds, Maurizio Pattoglio. Cos’hanno<br />
in comune questi noti attori americani e l’autore ed il fotografo di questo servizio?<br />
Tutti hanno vissuto un memorabile “tranquillo week-end”, gli attori “di paura”<br />
(cfr. film del 1972) noi invece di: “emozioni” ed è appunto di questo che voglio raccontare.<br />
estivi, un simpatico calore che giustifica<br />
la grande provvista d’acqua.<br />
Di colpo, da dietro una svolta sentiamo<br />
un rumore sordo che ci fa correre un<br />
brivido lungo la schiena: la prima di una<br />
serie di rapide che ci accompagneranno<br />
lungo il percorso lungo circa una tren-<br />
tina di chilometri. Balliamo, rischiamo<br />
di ribaltarci da un momento all’altro ma<br />
passiamo con un urlo liberatorio, poi<br />
via un’altra e un’altra ancora e proprio<br />
quando pensiamo di averle domate<br />
pluff: ci ribaltiamo.<br />
Pagaie da una parte, bidoni dall’altra e<br />
canoa sommersa. Procediamo al recupero<br />
di tutto e via di nuovo per altri bagni<br />
ed altre cavalcate.<br />
L’ultimo tratto è un lungo e tranquillo<br />
canalone che ci consente di riprendere<br />
le forze e di rilassarci per approdare<br />
all’arrivo stremati ma eccitatissimi e<br />
pronti a rifarlo.<br />
Siamo tornati varie volte con condizioni<br />
di acqua diverse e, per goderne appieno,<br />
abbiamo deciso di scendere in due<br />
giorni bivaccando a metà percorso in<br />
un’area attrezzata dove alla sera l’odore<br />
delle grigliate, la musica delle chitarre<br />
che spuntano da chissà dove, i cori di<br />
ragazzi di vari paesi e il vino che scorre<br />
a…… fiumi – per rimanere in tema –, ci<br />
danno delle emozioni che ci porteremo<br />
dentro fino alla prossima volta.<br />
Dalla nostra prima esperienza molte<br />
cose sono cambiate. L’<strong>org</strong>anizzazione è<br />
migliorata così come l’assistenza facendo<br />
sì che quest’avventura sia alla portata<br />
di chiunque sia dotato di un minimo<br />
di acquaticità e spirito sportivo e cerchi<br />
emozioni non preconfezionate senza<br />
però correre rischi inutili.<br />
Adesso salutiamo perché dobbiamo <strong>org</strong>anizzare<br />
il raid di quest’anno.<br />
Ciao a tutti: Mino e Patt.