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In Italia, dal punto di vista sociologico,<br />
la televisione è il mezzo di comunicazione<br />
più diffuso ed è anche il<br />
più discusso. Ci sono persone che non<br />
riuscirebbero a vivere senza la tv e c’è<br />
chi ne fa un utilizzo parsimonioso.<br />
Sicuramente la tv riempie molte solitudini,<br />
in particolar modo agli anziani,<br />
che tengono nella loro abitazione il televisore<br />
acceso durante il giorno come<br />
forma di compagnia. Per i bambini la tv<br />
è diventata un intrattenimento ludico e<br />
per i genitori una presenza rassicurante,<br />
che permette loro di svolgere altre<br />
faccende domestiche mentre i piccoli<br />
sono impegnati.<br />
Al di là della scelta dei programmi, peraltro<br />
molto discutibile per la fruizione<br />
passiva dello spettatore che spesso<br />
segue senza una riflessione critica ciò<br />
che sta vedendo in tv, il pericolo preponderante<br />
non è solo l’emulazione di<br />
comportamenti e di personaggi purtroppo<br />
diventati “famosi”, ma ciò che<br />
la tv impedisce di fare.<br />
La maggior parte delle famiglie italiane<br />
si riunisce durante l’ora del desinare<br />
proprio perché gli impegni di lavoro<br />
spesso non permettono di incontrarsi<br />
o incrociarsi durante il giorno e la sera<br />
è il momento in cui genitori e figli si<br />
trovano finalmente tutti<br />
insieme per raccontarsi<br />
la giornata e confrontarsi<br />
su quanto accaduto a ciascuno.<br />
Ecco, questo scenario<br />
idilliaco da famiglia<br />
stile “mulino bianco” è<br />
drasticamente sconvolto<br />
da una presenza inquietante:<br />
il televisore acceso<br />
in cucina!<br />
A volte è il padre che dice<br />
di fare silenzio perché deve ascoltare<br />
il telegiornale quando non la partita,<br />
a volte i figli che stanno seguendo un<br />
programma che fa ridere o che obnubila<br />
la mente.<br />
La comunicazione nelle famiglie è<br />
strettamente legata alla dipendenza<br />
televisiva: più la tv è protagonista e<br />
meno si comunica.<br />
Invito i lettori e fruitori attivi di questo<br />
articolo ad una nuova sfida: provate per<br />
una sera alla settimana a tenere spento<br />
il televisore durante la cena e vedete<br />
cosa accade. Certo ci saranno tensioni<br />
e liti da sedare ma se siete decisi e determinati<br />
a superare questa ardua prova,<br />
coinvolgendo i vostri cari, vedrete<br />
che nuovi stimoli e parole dimenticate<br />
torneranno ad affacciarsi sulle vostre<br />
labbra.<br />
Questa prova possiamo definirla superiore<br />
a quelle proposte dai programmi<br />
tipo “L’isola dei famosi” e non solo…<br />
ascoltando cosa ha da raccontarci la<br />
nostra sorellina o il fratello più grande<br />
avrete uno spaccato di vita sociale coinvolgente<br />
ancor più dei racconti dei protagonisti<br />
de “Il grande fratello”, perché<br />
quella persona che cerca di parlare e<br />
non è ascoltata con la dovuta attenzione<br />
e partecipazione, fa parte della<br />
vostra famiglia!<br />
COMUNICAZIONE E IMMAGINE<br />
di Emanuela Truzzi<br />
La comunicazione<br />
e la televisione<br />
Non è quindi la tv ad essere insidiosa<br />
ma il ruolo che le affidiamo e il tempo<br />
che le dedichiamo. E come dice Jean<br />
Luc Godard “la televisione crea l’oblio, il<br />
cinema ha sempre creato dei ricordi”.<br />
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giugno 2010 | Plus Magazine <strong>14</strong> | COMUNICAZIONE 45