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MAPPAMONDO<br />
COME FUNZIONA? Parte tutto dal Sudamerica.<br />
Finisce con la Terra del Fuoco, che si chiama così<br />
per via degli incendi che gli indigeni provocavano<br />
per spaventare gli spagnoli invasori, ma fa un<br />
freddo cane, poi ci sono un po’ di isole perse nel<br />
mare (tra cui quella di Capo Horn, il posto più<br />
famoso del mondo per chi va in barca) e poi c’è<br />
il mare. Uno dei mari più difficili del mondo essendo<br />
l’incontro-scontro tra oceano Atlantico e<br />
Pacifico. Vanto di ogni marinaio è essersi fatto<br />
frullare da quelle onde mitiche, sulle orme di sir<br />
Chichister o il capitano Joshua Slocum.<br />
Si chiama Passaggio di Drake quel tratto di mare,<br />
nome inglese perché da queste parti chi passava<br />
dava un nome a qualcosa e tradotto in termini<br />
di viaggio vuol dire una cinquantina di ore di<br />
navigazione nel vuoto totale. Perché l’Antartide<br />
è davvero in fondo al mondo, ti dà proprio<br />
l’idea di essere arrivati da dove non si prosegue,<br />
ma si può solo tornare. Il modo per arrivarci,<br />
da scienziato, è quello di far parte di una delle<br />
tante basi internazionali che stanno lì a studiare<br />
questo concentrato di informazioni. Da turistaviaggiatore,<br />
i modi sono pochi. O hai il fegato<br />
di armare una barca e andarci da solo con il tuo<br />
equipaggio come qualcuno fa, oppure ti appoggi<br />
a un tour operator che ha in catalogo il paese<br />
fuori dal mondo.<br />
Il viaggio è stato <strong>org</strong>anizzato dal Tour Operator<br />
Tour 2000 (www.tour2000.it) e siamo partiti con<br />
la Antarctic Dream, una nave di 85 metri, vecchio<br />
cargo-rompighiaccio costruito in Olanda usato<br />
per un po’ dalla marina cilena e rimesso a posto<br />
un paio di anni fa come nave da crociera.<br />
Dove c’erano i containers hanno costruito un<br />
salone in legno e ottoni perfettamente old style<br />
marinaro, ponti e stive sono stati trasformati in<br />
cabine perfettamente equipaggiate e piacevoli<br />
da vivere. 39 in tutto su 4 ponti, tutte con servizi<br />
privati, tv a circuito chiuso. Spazi comuni<br />
come una sala da pranzo per 100 persone, bar,<br />
biblioteca, auditorium, sala proiezioni, eliporto,<br />
palestra, sauna, infermeria con medico a bordo<br />
e boutique.<br />
Il resto è quel che serve dal punto di vista tecnico:<br />
uno scafo a prova di ghiacci, spesso in prua<br />
anche 90 cm in grado di frantumare banchise di<br />
una certa stazza, attrezzature di sopravvivenza<br />
in caso di problemi, tecnologia di navigazione e<br />
propulsori all’avanguardia.<br />
Poi dentro, nella nave, ci sono anche studiosi,<br />
come un ornitologo, un antropologo, un geologo,<br />
perfino un cartografo. C’è un capo spedizione,<br />
ci sono i piloti dei gommoni, ci sono i gommoni.<br />
Poi il vestiario in dotazione (parka, stivali:<br />
portatevi pantaloni, berretti e guanti) per andare<br />
a terra. E tutto questo fa assomigliare straordinariamente<br />
il viaggio a una spedizione.<br />
Certo, quando non si scende a terra uno staff di<br />
cuochi ti fa sentire mollemente coccolato. E così il<br />
continente, in fondo, meno immaginato, sognato,<br />
diventa una realtà, budget permettendo, alla<br />
portata di tutti.<br />
Ci sono anche navi da crociera tipo Caraibi per<br />
intenderci che incontri sulle rotte verso sud,<br />
roba da mille cabine e duemila posti, bazzica<br />
perfino la Queen Mary da queste parti e immagino<br />
che la sera ci siano spettacoli di prestigiatori<br />
e musica ballabile.<br />
Ma lo spirito non è quello giusto e poi l’Antartide<br />
la vedono da lontano. Noi invece ci abbiamo<br />
appoggiato gli stivali, sull’Antartide.