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test di cultura generale e di logica - Istituto di istruzione superiore ...

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conseguenza in presenza <strong>di</strong> malaria i portatori sani muoiono meno degli in<strong>di</strong>vidui che non hanno il gene della<br />

talassemia e trasmettono ai figli la resistenza. Il gene quin<strong>di</strong> aumenta <strong>di</strong> frequenza una generazione dopo l'altra, e<br />

quando vi sono parecchi portatori sani <strong>di</strong>venta più probabile che due <strong>di</strong> essi si sposino e generino un figlio affetto da<br />

talassemia.<br />

Quale delle seguenti informazioni è DEDUCIBILE dal <strong>test</strong>o?<br />

A) I malati <strong>di</strong> malaria sono più esposti alla talassemia<br />

B) I malati <strong>di</strong> talassemia resitono alla malaria che però trasmettono ai figli<br />

C) I portatori del gene della malaria possono trasmetterlo ai figli<br />

D) I portatori del gene della talassemia sono più resistenti alla malaria<br />

E) I portatori del gene della talassemia sono più resistenti alla malaria ma più esposti ad altre malattie<br />

82. In <strong>generale</strong> le gran<strong>di</strong> scimmie antropomorfe (gorilla, orangutan, scimpanzè) sono caratterizzate, rispetto alle<br />

scimmie più lontane dall'uomo, da una maggior tendenza alla innovazione e da una minor ripetitività. Le gran<strong>di</strong><br />

scimmie mostrano inoltre un'elevata tendenza a generalizzare ed a "inventare" risposte originali usando strategie <strong>di</strong> tipo<br />

astratto. Ad esempio le scimmie antropomorfe fanno uso <strong>di</strong> strumenti ru<strong>di</strong>mentali, intuiscono che un bastone può essere<br />

usato per raggiungere del cibo inaccessibile o per minacciare e percuotere un avversario. La capacità <strong>di</strong> ricombinare ed<br />

associare elementi <strong>di</strong>versi e <strong>di</strong> creare nuove soluzioni è una caratteristica dei primati e delle gran<strong>di</strong> scimmie, che<br />

<strong>di</strong>fferiscono quin<strong>di</strong> dalle altre scimmie e mammiferi più per creatività che per le prestazioni raggiunte in con<strong>di</strong>zioni<br />

sperimentali, basate su tecniche <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento o appren<strong>di</strong>mento. Una delle novità più importanti che derivano dal<br />

maggior sviluppo della corteccia cerebrale consiste nella varietà <strong>di</strong> azioni e <strong>di</strong> cose che un animale può compiere con un<br />

oggetto.<br />

Dalla lettura <strong>di</strong> questo brano si evince che una sola è la risposta CORRETTA: quale?<br />

A) Le gran<strong>di</strong> scimmie rivelano in con<strong>di</strong>zioni sperimentali un appren<strong>di</strong>mento decisamente <strong>superiore</strong> a quello delle<br />

scimmie più lontane dall'uomo<br />

B) Le tecniche <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento danno risultati decisamente migliori con le gran<strong>di</strong> scimmie e i primati<br />

C) Le gran<strong>di</strong> scimmie associano l'uso <strong>di</strong> un medesimo strumento a più funzioni<br />

D) Le gran<strong>di</strong> scimmie, pur più evolute delle altre, non sono capaci <strong>di</strong> usare strategie risolutive <strong>di</strong> tipo astratto,<br />

caratteristiche della mente umana<br />

E) La varietà <strong>di</strong> comportamenti non <strong>di</strong>fferisce sostanzialmente tra le gran<strong>di</strong> scimmie e le altre<br />

83. ... due emigranti, due conta<strong>di</strong>ni, traversavano l'oceano su un piroscafo traballante. Uno <strong>di</strong> questi conta<strong>di</strong>ni dormiva<br />

nella stiva, l'altro stava sul ponte e si accorgeva che c'era una gran burrasca con delle onde altissime e che il piroscafo<br />

oscillava. E allora questo conta<strong>di</strong>no, impaurito, domanda ad un marinaio: "Ma siamo in pericolo?" E questo <strong>di</strong>ce: "Se<br />

continua questo mare, tra mezz'ora il bastimento affonda". Allora lui corre nella stiva e <strong>di</strong>ce: "Beppe! Beppe! Beppe!"<br />

"Che c'è?" "Se continua questo mare, tra mezz'ora il bastimento affonda!" Quello allora: "Che m'importa? Non è mica<br />

mio!". (Pietro Calamandrei)<br />

Una sola delle interpretazioni qui proposta è CORRETTA: con quest'apologo Pietro Calamandrei ammonisce a<br />

considerare :<br />

A) il dramma dell'emigrazione conta<strong>di</strong>na<br />

B) la stupi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> chi dorme in viaggio<br />

C) la scarsa solidarietà tra i <strong>di</strong>seredati<br />

D) l'angoscia <strong>di</strong> chi teme il mare<br />

E) l'insensatezza dell'indefferentismo politico<br />

84. La morte verrà dal computer. Sarà lui a decidere se il paziente deve morire. Non è fantascienza, ma la controversa<br />

idea del Primario del reparto <strong>di</strong> Terapia Intensiva - nel quale si praticano cure molto complesse, tecno<strong>logica</strong>mente<br />

avanzate, ma molto costose e nel quale la mortalità è ancora elevata - <strong>di</strong> un ospedale lon<strong>di</strong>nese. Il me<strong>di</strong>co in questione -<br />

secondo l'inviato a Londra della Stampa (25/8/94) - avrebbe deciso che in futuro la <strong>di</strong>agnosi definitiva, con una<br />

valutazione delle probabilità <strong>di</strong> sopravvivenza del paziente, dovrebbe essere elettronica: chiunque poi risultasse avere<br />

meno <strong>di</strong> tre mesi <strong>di</strong> vita davanti a sé, dovrebbe essere subito abbandonato al suo destino. Per ottenere una valutazione <strong>di</strong><br />

questo genere basta fornire alla macchina una lunga lista <strong>di</strong> dati sui precedenti del paziente e sulle sue attuali<br />

con<strong>di</strong>zioni, più una serie <strong>di</strong> parametri fissi (dai dati fisici all'età) e in pochi attimi il computer valuterà le possibilità<br />

statistiche della sua salvezza.<br />

Dalle prove eseguite risulterebbe che il computer azzecca le valutazioni nel 95/96% dei casi. Il programma per il<br />

computer esiste già ed è stato messo a punto negli Stati Uniti, ma per aiutare i me<strong>di</strong>ci nel loro lavoro, fornendo un<br />

supporto statistico al trattamento che essi intraprendono, e per non condannare i casi più gravi. È un coro <strong>di</strong> pro<strong>test</strong>e -<br />

prosegue l'articolo - quello che si è levato dai me<strong>di</strong>ci dello stesso ospedale dove è stata fatta la proposta, della British<br />

Me<strong>di</strong>cal Association e soprattutto dai pazienti che un giorno potrebbero finire in terapia intensiva. Secondo il<br />

quoti<strong>di</strong>ano, gli argomenti adotti a sua <strong>di</strong>fesa dall'autore <strong>di</strong> questa controversa proposta sono innanzitutto <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne<br />

finanziario: le economie che gli sono state imposte lo costringerebbero a scegliere tra la riduzione del numero <strong>di</strong><br />

pazienti e la limitazione della lunghezza delle cure. Alla domanda "e quel rimanente 4 o 5% dei casi con previsione<br />

sbagliata, quei condannati che potrebbero invece salvarsi?", la risposta sarebbe stata: "è uno scarto minimo, decisamente<br />

inferiore al possibile errore dei me<strong>di</strong>ci." Al <strong>di</strong>rettore finanziario dell'ospedale, che tagliando corto, aveva affermato "le

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