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test di cultura generale e di logica - Istituto di istruzione superiore ...

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B) parziale<br />

C) spassionato<br />

D) autonomo<br />

E) universale<br />

100. Si immagini <strong>di</strong> percorrere, in auto, una strada rettilinea in un bosco. La velocità e la <strong>di</strong>rezione del moto si possono<br />

dedurre dall'osservazione del movimento apparente delle piante del bosco: nella <strong>di</strong>rezione del moto gli alberi sembrano<br />

<strong>di</strong>vidersi gli uni dagli altri, in <strong>di</strong>rezione perpen<strong>di</strong>colare al moto sembrano scorrere all'in<strong>di</strong>etro e, infine, nella <strong>di</strong>rezione<br />

dalla quale si proviene, gli alberi sembrano ricongiungersi. Lo stesso avviene nel nostro caso, anche se l'analogia è più<br />

complessa in quanto le stelle, a <strong>di</strong>fferenza degli alberi, possiedono un loro proprio moto: il calcolo statistico dei moti<br />

in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> tutte le singole stelle rende appunto possibile mettere chiaramente in evidenza il fenomeno.<br />

La similitu<strong>di</strong>ne riportata tende ad illustrare il movimento:<br />

A) delle stelle<br />

B) <strong>di</strong> un auto<br />

C) delle piante<br />

D) della galassia<br />

E) del sole<br />

101. Un giorno, ero allora liceale, un professore <strong>di</strong>sse: "quando sarete innamorati, scriverete lettere bellissime". Se<br />

l'affermazione del professore fosse fondata, la storia della letteratura sarebbe in primo luogo formata da epistolari<br />

amorosi; invece non è così. Che strano. Nella vita ci si innamora da una a 12 volte, ma gli epistolari memorabili, quelli<br />

da tesi <strong>di</strong> laurea, da premio Nobel, saranno qualche decina, mettendo assieme tutte le letterature del mondo. (...) In<br />

realtà, chiunque abbia conosciuto innamorati - e capita a tutti - e si ricorda <strong>di</strong> se medesimo amoroso o amorosa, sa<br />

benissimo che chi è trafitto d'amore è un personaggio monotono, ripetitivo, dall'aggettivazione scialba e iterativa,<br />

emotivamente instabile, solipsita, convinto che l'oggetto del suo amore sia <strong>di</strong> interesse <strong>generale</strong>, e più stupito che irritato<br />

se nota una certa tendenza alla noia nei più cari e pazienti sodali. L'innamorato è socialmente una peste, un <strong>di</strong>luvio<br />

innocente, un farneticante, un ossessivo, e sebbene tutto ciò sia assai nobile e fondamentale dal punto <strong>di</strong> vista della<br />

storia psico<strong>logica</strong> specifica, non è cre<strong>di</strong>bile che costui sia in grado <strong>di</strong> produrre <strong>test</strong>i letterari interessanti. (...) Gli<br />

epistolari amorosi letterariamente eccitanti o erano scritti da perfetti mentitori, o erano opera <strong>di</strong> scrivani pagati per<br />

esprimere pene d'amore. Se qualcuno mi pagasse in modo esorbitante credo che potrei scrivere un epistolaria decente;<br />

forse meglio sarebbe scrivere le lettere <strong>di</strong> entrambi gli innamorati. (...) L'idea <strong>di</strong> fondo, cioè che "l'innamorato scrive<br />

troppo e male" mi pare sana. E non è solo probabile, ma pressoché certo che tutti gli epistolari siano o falsi o infinti:<br />

scritti da altri o scritti da una gelida anima letteraria. (...) Se ad esempio, a Carlo Bo, a Geno Pampaloni, ed a me, una<br />

lettera amorosa sembra bella, buona, letterariamente rimarchevole, al cuore amante della persona a cui è destinata<br />

restano poche soluzioni: viaggio per mare, convento, o porto d'armi, o quanto meno stiletto. A meno che non si tratti <strong>di</strong><br />

qualcuno che si è affidato alla complicità <strong>di</strong> un onesto estraneo; un tale che scrive d'amore per sol<strong>di</strong>. Che è l'unica<br />

ragionevole ragione per scrivere d'amore, come sanno tutti i romanzieri. (da Giorgio Manganelli, Il rumore sottile della<br />

prosa, Adelphi, 1994)<br />

Questo <strong>di</strong>vertente e paradossale elzeviro <strong>di</strong> Manganelli è fondato su <strong>di</strong> una precisa concezione dei caratteri<br />

propri <strong>di</strong> un'opera letteraria. Identificate, tra le affermazioni sopra riportate, quella che NON è in accordo con le<br />

riflessioni dell'autore:<br />

A) la sincerità del sentimento è un ostacolo quasi insormontabile per chi si esprime con intenzioni letterarie<br />

B) la sincerità e la spontaneità non sono cre<strong>di</strong>bilmente caratteri <strong>di</strong> opere letterarie <strong>di</strong> valore<br />

C) si ha bene ragione <strong>di</strong> dubitare fortemente che Francesco Petrarca sia stato veramente innamorato <strong>di</strong> Laura<br />

D) gli innamorati tanto più sono sinceri ed appassionati, tanto più risultano poveri e ripetitivi nelle loro espressioni<br />

E) l'avi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> denaro <strong>di</strong>fficilmente può ispirare opere che esprimano efficacemente profon<strong>di</strong> sentimenti<br />

102. Un giorno, ero allora liceale, un professore <strong>di</strong>sse: "quando sarete innamorati, scriverete lettere bellissime". Se<br />

l'affermazione del professore fosse fondata, la storia della letteratura sarebbe in primo luogo formata da epistolari<br />

amorosi; invece non è così. Che strano. Nella vita ci si innamora da una a 12 volte, ma gli epistolari memorabili, quelli<br />

da tesi <strong>di</strong> laurea, da premio Nobel, saranno qualche decina, mettendo assieme tutte le letterature del mondo. (...) In<br />

realtà, chiunque abbia conosciuto innamorati - e capita a tutti - e si ricorda <strong>di</strong> se medesimo amoroso o amorosa, sa<br />

benissimo che chi è trafitto d'amore è un personaggio monotono, ripetitivo, dall'aggettivazione scialba e iterativa,<br />

emotivamente instabile, solipsita, convinto che l'oggetto del suo amore sia <strong>di</strong> interesse <strong>generale</strong>, e più stupito che irritato<br />

se nota una certa tendenza alla noia nei più cari e pazienti sodali. L'innamorato è socialmente una peste, un <strong>di</strong>luvio<br />

innocente, un farneticante, un ossessivo, e sebbene tutto ciò sia assai nobile e fondamentale dal punto <strong>di</strong> vista della<br />

storia psico<strong>logica</strong> specifica, non è cre<strong>di</strong>bile che costui sia in grado <strong>di</strong> produrre <strong>test</strong>i letterari interessanti. (...) Gli<br />

epistolari amorosi letterariamente eccitanti o erano scritti da perfetti mentitori, o erano opera <strong>di</strong> scrivani pagati per<br />

esprimere pene d'amore. Se qualcuno mi pagasse in modo esorbitante credo che potrei scrivere un epistolaria decente;<br />

forse meglio sarebbe scrivere le lettere <strong>di</strong> entrambi gli innamorati. (...) L'idea <strong>di</strong> fondo, cioè che "l'innamorato scrive<br />

troppo e male" mi pare sana. E non è solo probabile, ma pressoché certo che tutti gli epistolari siano o falsi o infinti:

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