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rivista - Consulenti del Lavoro

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28<br />

Dossierla<br />

contrattazione di primo livello. Una<br />

proposta di riforma, che si potrebbe<br />

chiamare premio a due livelli: a livello<br />

nazionale si determinano gli incrementi<br />

salariali volti a mantenere intatta la<br />

capacità di acquisto. Si tratta di incrementi<br />

percentuali, applicabili a tutta la<br />

struttura retributiva, prendendo come<br />

riferimento gli obiettivi di inflazione<br />

<strong>del</strong>la Bce.<br />

Sempre a livello nazionale si stabilisce,<br />

settore per settore, una regola che leghi<br />

il salario all’andamento <strong>del</strong>la produttività<br />

aziendale, da applicare dopo<br />

alle imprese in cui durante il periodo<br />

coperto dal contratto nazionale non<br />

sia stato possibile sottoscrivere un<br />

contratto di secondo livello. Dove invece<br />

si svolge la contrattazione aziendale,<br />

questa deve contemplare premi<br />

di produttività con regole definite<br />

azienda per azienda. I premi vengono<br />

definiti in anticipo e vengono immediatamente<br />

monetizzati in base ai risultati<br />

aziendali. Possono essere sia<br />

positivi che negativi, ed in questo caso<br />

di fatto modificano in peggio (per il<br />

lavoratore) il contratto nazionale. Un<br />

modo più efficace e più trasparente per<br />

incoraggiare la contrattazione decentrata<br />

sarebbe quello di coprire dappri-<br />

Dossier<br />

ma tutto il salario (anziché solo una<br />

quota di questo) dall’inflazione programmata<br />

dalla Bce (2 per cento all’anno),<br />

che è quella che fornisce maggiore<br />

copertura contro l’inflazione. Poi si<br />

dovrebbe lasciare che una quota <strong>del</strong><br />

salario sia messa in rapporto con le variazioni<br />

<strong>del</strong>la produttività in base a regole<br />

decise a livello nazionale per le<br />

imprese in cui non si fa contrattazione<br />

o azienda per azienda. È sempre più<br />

chiaro che l’obiettivo fondamentale è il<br />

rafforzamento <strong>del</strong> legame fra salari e<br />

produttività, solo così saremo in grado<br />

di far decollare la contrattazione di secondo<br />

livello. I <strong>Consulenti</strong> <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>,<br />

rilevando gli incrementi di produttività<br />

a livello di singola azienda, potrebbero<br />

attrarre lavoratori nelle imprese<br />

che hanno maggiori potenzialità<br />

di crescita. Conoscendo le dinamiche<br />

<strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> lavoro potrebbero,<br />

inoltre, ridurre la disoccupazione aumentando<br />

la domanda di lavoro in<br />

aree depresse consentendo un migliore<br />

inserimento nel mondo <strong>del</strong> lavoro<br />

di particolari tipologie di lavoratori<br />

(donne, giovani, immigrati) e un’organizzazione<br />

<strong>del</strong> lavoro in grado di meglio<br />

utilizzare le competenze dei lavoratori<br />

con più di 60 anni. ■

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