rivista - Consulenti del Lavoro
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Dossierla<br />
contrattazione di primo livello. Una<br />
proposta di riforma, che si potrebbe<br />
chiamare premio a due livelli: a livello<br />
nazionale si determinano gli incrementi<br />
salariali volti a mantenere intatta la<br />
capacità di acquisto. Si tratta di incrementi<br />
percentuali, applicabili a tutta la<br />
struttura retributiva, prendendo come<br />
riferimento gli obiettivi di inflazione<br />
<strong>del</strong>la Bce.<br />
Sempre a livello nazionale si stabilisce,<br />
settore per settore, una regola che leghi<br />
il salario all’andamento <strong>del</strong>la produttività<br />
aziendale, da applicare dopo<br />
alle imprese in cui durante il periodo<br />
coperto dal contratto nazionale non<br />
sia stato possibile sottoscrivere un<br />
contratto di secondo livello. Dove invece<br />
si svolge la contrattazione aziendale,<br />
questa deve contemplare premi<br />
di produttività con regole definite<br />
azienda per azienda. I premi vengono<br />
definiti in anticipo e vengono immediatamente<br />
monetizzati in base ai risultati<br />
aziendali. Possono essere sia<br />
positivi che negativi, ed in questo caso<br />
di fatto modificano in peggio (per il<br />
lavoratore) il contratto nazionale. Un<br />
modo più efficace e più trasparente per<br />
incoraggiare la contrattazione decentrata<br />
sarebbe quello di coprire dappri-<br />
Dossier<br />
ma tutto il salario (anziché solo una<br />
quota di questo) dall’inflazione programmata<br />
dalla Bce (2 per cento all’anno),<br />
che è quella che fornisce maggiore<br />
copertura contro l’inflazione. Poi si<br />
dovrebbe lasciare che una quota <strong>del</strong><br />
salario sia messa in rapporto con le variazioni<br />
<strong>del</strong>la produttività in base a regole<br />
decise a livello nazionale per le<br />
imprese in cui non si fa contrattazione<br />
o azienda per azienda. È sempre più<br />
chiaro che l’obiettivo fondamentale è il<br />
rafforzamento <strong>del</strong> legame fra salari e<br />
produttività, solo così saremo in grado<br />
di far decollare la contrattazione di secondo<br />
livello. I <strong>Consulenti</strong> <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>,<br />
rilevando gli incrementi di produttività<br />
a livello di singola azienda, potrebbero<br />
attrarre lavoratori nelle imprese<br />
che hanno maggiori potenzialità<br />
di crescita. Conoscendo le dinamiche<br />
<strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> lavoro potrebbero,<br />
inoltre, ridurre la disoccupazione aumentando<br />
la domanda di lavoro in<br />
aree depresse consentendo un migliore<br />
inserimento nel mondo <strong>del</strong> lavoro<br />
di particolari tipologie di lavoratori<br />
(donne, giovani, immigrati) e un’organizzazione<br />
<strong>del</strong> lavoro in grado di meglio<br />
utilizzare le competenze dei lavoratori<br />
con più di 60 anni. ■