rivista - Consulenti del Lavoro
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32<br />
Alitalia Vs Grande Fratello<br />
notorietà o posto di lavoro?<br />
Maria Pia Camusi<br />
Direttore di ricerca al Censis<br />
In questi ultimi mesi, il tema che monopolizza<br />
tutti i media, sia cartacei sia televisivi<br />
e radiofonici sia in rete, è quello<br />
<strong>del</strong>la crisi economica, o meglio <strong>del</strong>l’annuncio<br />
<strong>del</strong>la crisi economica, visto che ancora<br />
stanno convivendo stime economiche catastrofiche<br />
assieme ad una sostanziale pace<br />
sociale – che è indicatore che il disagio forse<br />
sta colpendo solo singole parti <strong>del</strong>l’economia<br />
e <strong>del</strong> territorio e non è (ancora)<br />
emergenza collettiva.<br />
L’incertezza che segna le previsioni e le prese<br />
d’atto sullo stato reale <strong>del</strong> sistema paese,<br />
si accompagna ad altrettanti tentativi di<br />
sviare l’attenzione dai problemi aperti –<br />
una strategia di sostegno a chi dovesse perdere<br />
il lavoro, a chi potrebbe desiderare di<br />
trovarne uno, a chi volesse, in tutto ciò,<br />
persino cambiare lavoro dopo essersi formato<br />
per farlo – a questioni di portata ben<br />
diversa che, tuttavia, possono spiegare<br />
qualcosa di come sta cambiando la cultura<br />
e il comune sentire degli italiani nei confronti<br />
<strong>del</strong> lavoro. Viene da ripensare, in<br />
questo senso, alla vicenda di una ex hostess<br />
Alitalia che, dovendo scegliere fra una<br />
comparsata al GF e un posto di lavoro nella<br />
Cai, ha optato per il secondo, ma troppo<br />
tardi, visto che l’azienda l’ha licenziata. Qui<br />
non interessa tanto la sorte spettacolare <strong>del</strong><br />
soggetto, che in ogni caso ha ottenuto un<br />
volume di notorietà che la permanenza nel<br />
gioco televisivo non le avrebbe forse attribuito,<br />
ma come il concetto di lavoro è entrato<br />
nella vicenda e ne è uscito.<br />
In un primo momento, il lavoro è apparso<br />
come negato, è stata cioè evidenziata la<br />
messa a repentaglio <strong>del</strong> posto legata alla ristrutturazione<br />
aziendale. In questo senso,<br />
la vicenda ha colto il corrente mood impaurito<br />
degli italiani riguardo all’occupazione,<br />
che coinvolge anche quelli che non dovrebbero<br />
temere <strong>del</strong>la loro sorte. Secondo<br />
un recentissima analisi <strong>del</strong> Censis, per<br />
l’84.7 % <strong>del</strong>le persone in età attiva, l’impo-<br />
verimento individuale non è un elemento<br />
gonfiato dai media, ma una situazione reale.<br />
È di questo parere soprattutto chi appartiene<br />
alle fasce di reddito medio basse,<br />
ma anche chi occupa livelli di qualifica alti<br />
o svolge un lavoro autonomo, come dire<br />
che le preoccupazioni per la propria situazione<br />
economica sono trasversali a tutte le<br />
posizioni di lavoro, con una concentrazione<br />
nella parte più elevata <strong>del</strong>la stratificazione<br />
occupazionale. Poi, è subentrato il concetto<br />
di lavoro fisso come obiettivo prioritario,<br />
che certamente è stato sempre un elemento<br />
costante nella cultura collettiva, ma<br />
in presenza di turbolenze economiche diventa<br />
più che una finalità, una sfida e una<br />
necessità assoluta. Se in gioco c’è la possibilità<br />
di perdere il lavoro, infatti, non solo<br />
il posto sicuro – sempre che ce ne possano<br />
essere ancora – diventa davvero un valore<br />
soglia, ma persino la flessibilità rappresenta<br />
il male minore, come è facile riscontrare<br />
anche nelle esperienze lavorative di chi ci<br />
sta vicino e ne è coinvolto.<br />
Alla fine, per quello che si può valutare al<br />
momento in cui si scrive, è come se il salvataggio<br />
<strong>del</strong> posto di lavoro fosse diventato<br />
un elemento accessorio e quello che contasse<br />
di più fosse spostare altrove l’attenzione<br />
<strong>del</strong> soggetto in condizione di perderlo: come<br />
dire che se si perde un lavoro c’è sempre<br />
speranza di trovare soddisfazione altrove,<br />
magari in un’altra sfera di realizzazione<br />
personale (sull’esempio: dal Grande Fratello<br />
alla “Fattoria”!).<br />
I termini dei passaggi latenti ai messaggi<br />
mediatici sulla crisi <strong>del</strong> lavoro risultano<br />
quindi consolatori e laterali rispetto alle<br />
questioni che questa storia, tutto sommato<br />
marginale, propone. Ci sono, infatti due<br />
passaggi che dovrebbero far riflettere un po’<br />
di più. Il primo riguarda l’insorgenza di un<br />
certo clima conflittuale fra lavoratori – sempre<br />
nello stesso caso, fra la protagonista e le<br />
sue colleghe di azienda - sul tema <strong>del</strong>l’in-