Numero 5 Agosto / Settembre 2011 - La Rassegna d'Ischia
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sca dell’epoca del Secondo Reich.<br />
Alla fine del secolo la borghesia si<br />
ritrasse in un mondo dello spirito<br />
e visse con dolore la perdita degli<br />
ideali umanistici. <strong>La</strong> fede ottimistica<br />
nel progresso lasciò il posto a<br />
un profondo pessimismo. Si diffuse<br />
l’ideale della Sehnsucht e Böcklin,<br />
con i suoi paesaggi altamente simbolici,<br />
coglieva perfettamente lo<br />
spirito dell’epoca e la sua attrazione<br />
per la morte e la trasfigurazione.<br />
L’isola dei morti divenne dunque<br />
un’opera molto amata, un’icona non<br />
solo della classe borghese ma anche<br />
dell’ambiente aristocratico a cavallo<br />
del secolo che in essa si identificavano.<br />
Lo scrittore e poeta lirico di<br />
Zurigo Conrad Ferdinand Meyer<br />
(1825-1898), che aveva sulla parete<br />
sopra al letto una «modesta riproduzione»<br />
de L’isola dei morti, dichiarò<br />
che si augurava, «un giorno, di chiudere<br />
gli occhi sotto questo quadro»<br />
(7).<br />
A quel tempo era un fatto assolutamente<br />
ragguardevole dedicare agli<br />
sposi come regalo di nozze una copia<br />
di proprio pugno o una stampa<br />
a colori incorniciata de L’isola dei<br />
morti. Dal punto di vista di oggi, una<br />
pessima caduta di stile. Ma per quale<br />
motivo, allora, in particolare gli artisti<br />
- pittori, poeti e musicisti - continuano<br />
ancora adesso a confrontarsi<br />
con questo dipinto? È senz’altro<br />
l’effetto evocativo del soggetto ad<br />
affascinare in quest’opera, a esercitare<br />
un’attrazione quasi ossessiva<br />
sull’osservatore e a trascinarlo in un<br />
mondo denso di mistero, risvegliando<br />
sentimenti, fantasie e pensieri<br />
primordiali che spingono ancora<br />
oggi gli artisti a darne una propria<br />
interpretazione.<br />
Negli anni Trenta il dipinto di<br />
7) A. Frey, Arnold Böcklin. Nach den Erinnerungen<br />
seiner Zürcher Freunde, J.G.<br />
Cotta’sche Buchhandlung Nachfolger, seconda<br />
edizione riveduta e ampliata, Stuttgart-Berlin<br />
1912, p. 122.<br />
Le immagini, inserite nel catalogo (Mondadori<br />
Electa), provengono dall’Archivio Böcklin<br />
di H. Holenweg.<br />
26 <strong>La</strong> <strong>Rassegna</strong> d’Ischia n. 5/<strong>2011</strong><br />
Böcklin fu inoltre molto amato dai<br />
nazionalsocialisti. Per gli ideologi<br />
del Partito nazista tedesco, L’isola<br />
dei morti e i luoghi sacri dell’artista<br />
assurgevano a modello della loro inclinazione<br />
al culto della morte e della<br />
loro predilezione per il bosco dei<br />
morti. Adolf Hitler fu proprietario<br />
dal 1936 della terza versione dell’opera.<br />
I suoi pittori preferiti furono<br />
Arnold Böcklin e Anselm Feuerbach.<br />
Il dipinto si trovava a Berlino,<br />
nella vecchia Cancelleria del Reich,<br />
e dalla fine della Seconda guerra<br />
mondiale si credette che fosse andato<br />
disperso fino a quando, nel 1980,<br />
la Russia lo offrì alla Nationalgalerie<br />
di Berlino, che lo acquisì.<br />
<strong>La</strong> straordinaria popolarità di questo<br />
paesaggio d’atmosfera ha fatto sì<br />
che il nome di Böcklin venga associato<br />
automaticamente all’Isola dei<br />
morti.<br />
Ricezione dell’opera<br />
Se da un lato, con l’uscita del<br />
controverso saggio di Julius Meier-<br />
Craefes del 1905 intitolato «Il caso<br />
Böcklin», l’opera dell’artista fu<br />
esposta a ripetute critiche e le quotazioni<br />
dei suoi dipinti nel mercato<br />
dell’arte crollarono in modo netto,<br />
i suoi lavori, e in particolare L’isola<br />
dei morti, continuarono però a<br />
godere di una notevole popolarità<br />
nell’ambito meno ristretto del grande<br />
pubblico. L’opera ispirò epigoni,<br />
copisti e falsificatori che, approfittando<br />
della notorietà del dipinto,<br />
intendevano trarne profitto. Oltre ai<br />
cosiddetti «omaggi» a L’isola dei<br />
morti furono prodotte moltissime<br />
copie del quadro, e ancora oggi non<br />
manca chi cerca, senza riuscirci, di<br />
far passare esemplari di pessimo livello<br />
per originali inediti. Gli imitatori<br />
di Böcklin hanno continuato a<br />
realizzare sempre nuove interpretazioni<br />
de L’isola dei morti, riprodotte<br />
principalmente su cartoline artistiche<br />
da diversi editori in Europa e<br />
persino in Russia. Durante la Prima<br />
guerra mondiale circolarono soprattutto<br />
cartoline con il motivo dell’I-<br />
sola dei morti tra i soldati al fronte,<br />
che avevano la morte sotto gli occhi<br />
tutti i giorni, e i loro familiari a casa.<br />
Ma a lasciarsi suggestionare dalla<br />
potenza evocativa dell’Isola dei<br />
morti furono soprattutto pittori, poeti<br />
e musicisti. Tra gli artisti che si<br />
sono confrontati con quest’opera<br />
ricordiamo Emil Nolde e Giorgio<br />
de Chirico, annoverati tra i classici<br />
moderni, i surrealisti Max Ernst e<br />
Salvador Dali e in particolar modo<br />
esponenti del Realismo magico<br />
come Ernst Fuchs, Fabrizio Clerici<br />
(p. 25, fig. 8), Mauro Falzoni, Leonardo<br />
Caboni e, non ultimo Antonio<br />
Nunziante (p. 25, fig. 9).<br />
Per l’ultima scena della sua Sonata<br />
degli spettri (1907) August<br />
Strindberg scelse l’immagine dell’Isola<br />
dei morti.<br />
Su ispirazione del medesimo dipinto,<br />
Sergej Rachmaninov compose<br />
nel 1909 l’omonimo poema sinfonico.<br />
Nel 1913 Max Reger compose<br />
una Böcklin suite, il cui terzo movimento<br />
è intitolato l’Isola dei morti.<br />
L’opera di Böcklin è stata inoltre<br />
ampiamente sfruttata per scenografie<br />
teatrali e cinematografiche. Per la<br />
messa in scena dell’Anello dei Nibelunghi,<br />
che si è tenuta a Bayreuth dal<br />
1976 al 1980, è stata riprodotta con<br />
enormi conci di pietra la forma de<br />
L’isola dei morti.<br />
Quest’opera è tuttora impiegata in<br />
modo improprio in vignette umoristiche,<br />
per la propaganda politica,<br />
dall’arte funeraria (si pensi ad alcune<br />
vetrate delle cappelle sepolcrali)<br />
e dalla grafica (per ex libris,<br />
nella pubblicità o come tema del<br />
carnevale di Basilea, per fare qualche<br />
esempio). In tempi recenti l’immagine<br />
de L’isola dei morti è stata<br />
utilizzata anche nei fumetti italiani e<br />
come copertina di dischi e di libri.<br />
Grazie alla sua straordinaria intensità<br />
e al suo fascino evocativo, questo<br />
dipinto è ancora oggi attualissimo e<br />
continua a godere come in passato di<br />
una notevole popolarità.<br />
Hans Holenweg