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Numero 5 Agosto / Settembre 2011 - La Rassegna d'Ischia

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spro, et portarlo gradatim una volta per uno. Tieneno anco<br />

di peso di cantare la vespera, et messa nel dì di Sant’Anna in<br />

sua cappella quale sta situata un pezzo distante dalla Città<br />

(6). Tieneno anco di peso celebrare una messa la settimana.<br />

Tieneno anco di peso cantare ogn’anno tre Anniversarii<br />

con le candele ogn’uno allummate in mano dal principio<br />

sino alla fine per volontà dei testatori. Tiene d’entrata<br />

ogn’anno docati 835-3-16. Et in più di grano ogn’anno con<br />

l’otto del Reverendissimo Vescovo tomola 106. Et più tiene<br />

un Beneficio nomine Santo Iacovo, e d’obligo dire ogni dì<br />

tutto il Divino Officio cioè Matutino, Prima, Terza, Sesta,<br />

Nona, Vespera et Compieta nell’hora solita nel vescovato,<br />

et le feste si dicono cantate, tiene d’intrata ducati 120. Il<br />

detto Capitolo è obligato per l’entrata sopradetta dire ogni<br />

dì nella chatredale chiesa Dodice messe lette Et più ogni<br />

lunedì una Messa cantata per i Morti Et più ogni martedì<br />

un’altra Messa cantata con tre oratione sul fine per i Morti,<br />

et il Subvenite. Et in più ogni primo di mese un Anniversario<br />

generale per i morti. Et più le feste comandate oltre delle<br />

dodice Messe al Vescovato il dì, sene dice una al Monistero<br />

delle Monache, una a Santo Pietro, et altre per le parrocchie.<br />

Et di più tiene di peso da cinquanta altri Anniversari<br />

l’anno» (7).<br />

Passando ad esaminare i nomi dei canonici, troviamo che<br />

primicerio è di Meglio Giovan Francesco che ha una prebenda<br />

annuale di un tomolo di grano. Al tempo stesso egli è<br />

anche beneficiato di S. Cristoforo «cum alio beneficio rurali<br />

annexo lavinaro nuncupato de jure patronatus laicorum de<br />

domo foneria posito sub corpore maioris ecclesie isclane»<br />

(8). Tale beneficio aveva «di peso una messa la settimana,<br />

vespera et una messa cantata il dì suo, rende di grano tomola<br />

12 e rotola 93 di denaro il sopradetto docati 7-1-0» (9).<br />

Arcidiacono è dell’Infrisco Giovan Francesco con una prebenda<br />

annuale di «tre dinari et grano in circa docati 60». È<br />

anche titolare della cappella di Santa Margherita sita nella<br />

cattedrale, di patronato della sua famiglia, che «ha di peso<br />

una messa la settimana, rende ogn’anno docati 6» ,e della<br />

cappella e abbazia di S. Pietro a Pantaniello (10).<br />

Tortello Francesco è l’arciprete al quale è affidata la cura<br />

delle anime della cattedrale e la cui rendita annuale è di un<br />

tomolo e mezzo di grano. A lui è affidata anche la cappella<br />

dei Santi Innocenti nella cattedrale, di patronato della sua<br />

famiglia, che ha «di peso ogni settimana due messe lette et il<br />

dì suo le Vespra et messa cantata, rende incirca docati 55»<br />

(11),<br />

Gli altri canonici sono:<br />

Garrica Colantonio, che, nel contempo, risulta essere beneficiato<br />

della cappella di S. Agostino esistente nella chiesa<br />

cattedrale, di patronato della sua famiglia, con il peso di una<br />

messa letta a settimana e una rendita annuale di 15 ducati.<br />

È anche beneficiato della cappella di S. Anna, sempre nella<br />

6) Si tratta della cappella di Sant’Anna, presso gli scogli omonimi,<br />

che ancora oggi è proprietà del Capitolo cattedrale.<br />

7) Cfr. Platea d’Avalos in P. Lopez, op. cit. pp. 210-211.<br />

8) ADI, Bollario del vescovo d’Avalos f. 43.<br />

9) Platea d’Avalos in P. Lopez, op. cit. p.215.<br />

10) Ibidem, p-214 e p. 217.<br />

11) Ibidem, p. 110.<br />

cattedrale, con il peso di una messa a settimana e Vespro<br />

e messa cantata «il suo dì» con ducati 6 di rendita. Risulta<br />

essere ancora possessore «fuor della città» dell’altare di<br />

Sant’Antonio di patronato della sua famiglia (12). Possiede<br />

ancora anche la cappella «fuor della città» di Sant’Alessandro<br />

di patronato della famiglia di Manso, che ogni anno rende<br />

ducati 15.<br />

Zabatta Giovanni Antonio, che è anche parroco di S. Barbara<br />

e titolare dell’altare di S. Sebastiano nella cattedrale che<br />

ha 6 ducati di rendita all’anno. Risulta essere vicario generale<br />

del vescovo Fabio Polverino già il 24 dicembre 1579 (13)<br />

e poi ancora nel 1584 (14). Lo troviamo ancora vicario generale<br />

del vescovo Innico d’Avalos tra il 1594 (15) e il 1596<br />

(16) poi ancora tra il 30 aprile 1601 (17) e il 1° marzo1605<br />

(18).<br />

Mellusi Giovan Tommaso, che è anche possessore della<br />

cappella della SS.ma Trinità che si trova nella città.<br />

Melluso Giovan Lorenzo (19), è al tempo stesso parroco di<br />

S. Biagio.<br />

Canetta Giovan Ferrante, è anche titolare del beneficio<br />

della sacrestia della cattedrale, che ha di rendita 31 ducati<br />

e come pesi «di ponere tutto l’anno la cera si di torce come<br />

di candele nell’altare maggiore della chatedrale, l’ulivi e<br />

dattili la domenica delle Palme, et la croce di cera nel dì di<br />

Santo Marco; è tenuto anche di conservare a suo carrico le<br />

robbe della sacrestia» (20)<br />

Incorbera, o Corbera, Giovan Domenico, è anche possessore<br />

del beneficio della cappella di «San Luise, Santa Croce<br />

e S. Sofia» (21) di patronato «delli Coscia» che «tiene di<br />

peso dui messe lette la settimana rende ogn’anno in circa<br />

docati 60».<br />

Malfitano Andrea, è anche beneficiato di alcuni benefici<br />

esistenti in Fontana chiamati di «Scignano, Santo Damiano,<br />

Noia, <strong>La</strong>vigna, Campagati, la Martofa et pezza piana» che<br />

rendono ogn’anno in solidum ducati 40. Il vescovo d’Avalos<br />

non fa alcun cenno ai «pesi» ai quali il beneficiato è tenuto.<br />

12) Si tratta della chiesa di S. Antonio Abate che si trova nella zona<br />

oggi denominata «Sant’Antuono», nel comune d’Ischia.<br />

13) ASN. Provvisioni del Collaterale, vol. 7 f. 331.<br />

14) Da una pergamena mutila del 1584 usata come copertina del<br />

prot. n. 27 della scheda 480 del not. Alfonso di Maio conservato nel<br />

fondo Notai sec. XVII dell’ASN.<br />

15) Cfr. in ADI: Forigij 1597….f. 32.<br />

16) Ibidem, f. 108 v., atto del 28 febbrario 1596.<br />

17) Cfr. in ADI Bollario d’Avalos cit. ff.21 r. -24 r.<br />

18) Ibidem, f. 32.<br />

19) Un Giuseppe Melluso risulta essere vicario generale del vescovo<br />

d’Avalos nel 1608 (cfr. Bollario d’Avalos cit. f. 43).<br />

20) P. Lopez, op. cit. p. 213. Che cosa sia questa «croce di cera nel<br />

dì di S. Marco» non mi è dato sapere.<br />

21) Il beneficio di Santa Sofia fu trasferito nella cattedrale quando<br />

la cappella, che si trovava nel borgo di Celsa, fu venduta, in un<br />

anno non precisato intorno al 1570, ai marinai di Celsa con atto del<br />

notar Giovan Domenico Vitale (cfr. A. Di Lustro, I Marinai di Celsa<br />

e la loro chiesa dello Spirito Santo ad Ischia, Forio Tipografia<br />

Puntostampa 2003, p. 36) Della scheda notarile del notaio Vitale<br />

possediamo nel fondo Notai sec. XVI dell’ASN solo un protocollo<br />

relativo agli atti rogati tra il 1553 e il 1553, che costituisce la<br />

scheda n. 83. L’ultimo atto a me noto risale al 25 agosto 1579 ( cfr.<br />

Corporazioni Religiose Soppresse- d’ora in poi CRS. – fascio 84<br />

<strong>La</strong> <strong>Rassegna</strong> d’Ischia n. 5/<strong>2011</strong> 37

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