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Numero 5 Agosto / Settembre 2011 - La Rassegna d'Ischia

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Ischia Ponte<br />

Progetto per il Museo sottomarino<br />

visita alle rovine con telecamere in mare<br />

Un museo sottomarino a Ischia Ponte per rendere visitabili le<br />

rovine dell’antica Aenaria, città romana, grazie ad un sistema di<br />

telecamere sommerse. Un progetto che porterà alla luce antiche<br />

mura romane e i resti dell’occupazione degli Angioini, che fecero<br />

di Ischia un centro commerciale marittimo. «Il Museo - spiega<br />

Giovan Giuseppe <strong>La</strong>nfreschi, presidente del consorzio Borgo<br />

Ischia Ponte - si inserisce in un ampio piano di sviluppo locale che<br />

comprende la Baia di Sant’Anna, con le rovine sottomarine, ma<br />

anche la riqualificazione del lungomare di Ischia Ponte, perché<br />

questa zona di Ischia riscopra e valorizzi le proprie tradizioni».<br />

I progetti riguardanti il rilancio turistico commerciale di Ischia<br />

Ponte sono stati discussi il 18 luglio <strong>2011</strong> presso la sede napoletana<br />

della Camera di Commercio. L’iniziativa vede operante la sinergia<br />

tra Comune d’Ischia, Soprintendenza archeologica di Napoli e<br />

Pompei e Consorzio Borgo di Ischia Ponte, che sta già finanziando<br />

i saggi nell’area sommersa per avviare la costituzione del Museo.<br />

<strong>La</strong> zona di Cartaromana<br />

nell’archeologia<br />

Un altro squarcio di luce è stato<br />

aperto sulla storia locale, con l’individuazione<br />

di un centro economicamente<br />

fiorente (Aenaria) durante<br />

il periodo ellenistico-romano nello<br />

specchio d’acqua tra il Castel lo e gli<br />

Scogli di S. Anna, poiché resta ancora<br />

molto da scoprire in profondità.<br />

Le fonti storiche ricordano sol tanto<br />

il toponimo Plagae romanae ed una<br />

sorgente di acqua potabile ingoiata<br />

dal mare verso gli inizi del 1500. Ma<br />

sono venute alla luce le prime testimonianze<br />

dirette, gra zie alle ricerche<br />

di alcuni giovani isolani (Boffelli,<br />

D’Ambra, Ielasi): notevoli sono oggi<br />

i reperti archeo logici: bacinelle di<br />

terracotta, tega mi, macine, anfore<br />

vinarie, cerami ca anche di lusso, ri-<br />

fiuti e scorie di metalli che attestano<br />

la presenza di impianti industriali in<br />

stretta relazione con una base portuale,<br />

lingotti di piombo e di stagno,<br />

armi-missili, lastre plumbifere.<br />

Si è potuto così localizzare una<br />

cittadella costituita da un duplice<br />

quartiere: 1) la parte alta con funzione<br />

piuttosto residenziale; 2) la<br />

parte rivierasca con funzione esclusivamente<br />

commerciale.<br />

Tra le diverse attività che fiori rono<br />

nel villaggio ebbero importan za l’industria<br />

delle terrecotte e la lavorazione<br />

dei metalli, in particolare del<br />

piombo. Notevoli anche gli scambi<br />

commerciali con i più dispa rati paesi<br />

mediterranei. Dai giaci menti della<br />

Sardegna e della To scana era importata<br />

la galena, il minerale da cui si<br />

estraevano l’ar gento e il piombo che<br />

non si trova va in natura sull’isola<br />

vulcanica. Si fornivano a Roma armimissili,<br />

cioè quei piombini acuminati<br />

che erano lanciati con l’arco contro il<br />

nemico. Nel raggio di tali operazioni<br />

si affaccia anche l’Oriente con il<br />

traffico del bitume, la cui presen za<br />

può far pensare ad un piccolo arsenale<br />

per riparare o costruire navi sulla<br />

marina di Plagae Romanae.<br />

Tanta operosità è legata allo scalo<br />

portuale della cittadella, la qua le<br />

subentrava come centro indu striale<br />

e commerciale all’ormai de cantata<br />

Pithekousa del versante opposto<br />

(<strong>La</strong>cco Ameno). Lo storico Livio<br />

richiama appunto l’esisten za di due<br />

località ben distinte l’una dall’altra,<br />

quando, parlando della fondazione di<br />

Neapolis, cita i Cumani della Calcide<br />

euboica, appro dati prima in Aenaria<br />

e Pitekou sa e poi trasferitisi in continente.<br />

Il toponimo del fiorente nuovo<br />

villaggio era appunto “Aenaria”,<br />

col legato con il termine latino del<br />

materiale metallico: bronzo, piom bo<br />

(aenun, ahenum, plurale aena) un sostantivo<br />

che fin dall’origine dovette<br />

offrire gli elementi costitu tivi per la<br />

formazione del nome del villaggio<br />

(Comunicazione di don Pietro Monti<br />

al Centro Studi su l’isola d’Ischia).<br />

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